domenica 30 dicembre 2018

VENEZIA e la STAMPA


L'invenzione della stampa a caratteri mobili rappresentò una rivoluzione, paragonabile oggi a Internet e all'uso del tablet; il primo libro ad essere riprodotto con la nuova tecnica fu la Bibbia fatta stampare da Giovanni Gutemberg in Germania, a Magonza, nel 1452.
In pochi anni la stampa si diffonde in tutta Europa e vive un vero e proprio boom nella città di Venezia.
Basti pensare che all'inizio del Cinquecento nella città lagunare lavorano a pieno ritmo ben 690 tipografie, talmente zeppe di libri da costringere i proprietari a prendere in affitto grandi magazzini dai palazzi nobiliari e dai monasteri.
La Serenissima a fine XV secolo domina l'Adriatico ed è una città multietnica e multiculturale, villaggio globale ante litteram abitata da greci, dalmati, serbi, croati, bosniaci, montenegrini e albanesi. Ciascuna comunità civile e religiosa aveva necessità di consultare i suoi testi.



Così nel 1493 si stampano a Venezia un breviario in caratteri glacolitici (l'antico alfabeto croato) e agli inizi del Cinquecento escono i primi libri liturgici in slavo ecclesiastico destinati alla comunità serbo-ortodossa. La prima edizione del Corano in caratteri arabi esistente al mondo viene stampata a Venezia intorno al 1540 e scoperta una ventina d'anni fa sull'isola di San Michele.
Venezia è anche città marinara e vi si stampano carte geografiche e militari utili alla navigazione in tempo di pace e di guerra.
Nell'editoria musicale la Serenissima raggiunge punte di eccellenza, ma sopratutto primeggia per la sua capacità di diffusione di questi testi sia a sud (Napoli, Palermo, Messina) sia a nord verso il mercato tedesco e fiammingo, utilizzando le vie d'acqua e i passi alpini.
A Venezia si producono per la prima volta anche libri di gastronomia, cosmesi, farmacologia e medicina.
Agli inizi del Settecento escono i primi notiziari e hanno un nome che è un programma: "gazzetta", così a venezia era chiamata la moneta con cui si pagava il giornale.



Le biblioteche private veneziane nel Cinquecento arrivavano a contare fino a 6-7 mila volumi e si calcola che il 16 per cento delle famiglie, sopratutto del clero e della borghesia, avesse in casa almeno qualche libro.
I best seller dell'epoca erano L'Orlando Furioso di Ariosto (28 edizioni stampate nella sola venezia in una ventina d'anni), il Canzoniere di Petrarca e la Divina Commedia di Dante stampati coi caratteri della più famosa officina veneziana, quella dell'umanista-imprenditore ALDO MANUZIO, venuto nella città lagunare per produrre a stampa le opere classiche greche e latine.


Nel 1469 le tipografie sono 153 e arrivano a produrre 4.500 titoli.
Nel 1473 la produzione crolla del 65 per cento per eccesso di invenduto.
Nel 1500 le tipografie sono 690 e arrivano a produrre 15 mila titoli.



1487: una bibbia costa all'editore 450-500 ducati.
1580: un'opera in cinque volumi, 565 fogli, 1920 ducati.



Largomento più curioso?
Si tratta della  Batrachomyomachia, La guerra dei topi e delle rane, pubblicata nel monastero di San Pietro Martire a Murano.
E' il primo libro stampato in greco a Venezia nel 1486 dal sacerdote cretese Laonikos.


Tra il 1526 e il 1550 Venezia pubblica quasi i tre quarti delle edizioni stampate in Italia e la metà di quelle prodotte in Europa; in questo periodo è stata calcolata una produzione complessiva di 35 milioni di copie.


Tratto da un articolo del 2012 di Alfredo Tradigo




sabato 29 dicembre 2018

L'importanza di raccontare una FAVOLA (2)

Dal Corriere della Sera articolo del 2012 di Giuseppina Manin


Poetessa e danzatrice, Tishani , nata a Madras, padre indiano madre gallese, vista la sua doppia origine, è cresciuta a doppie razioni di favole.
"I classici occidentali, da quelle dei Grimm a quelle di Andersen, e quelle di Amar Chitra Katha, popolarissima raccolta di storie, oltre 400, la Bibbia di ogni bambino indiano.
A differenza di quelle occidentali, spesso "nera" e piene di tensione, le nostre sono più liete e semplici. In parte attingono a mitologia e folklore, in parte somigliano alle favole di Esopo, dove l'ironia e l'umorismo servono sempre a trasmettere una certa morale.
La mia preferita aveva per protagonisti un coccodrillo e una scimmia furba. La sapevo a memoria, ma alla fine chiedevo sempre che mi raccontassero quella.
Certo, anche da noi i tempi sono cambiati. La tv sempre più ha sostituito il racconto orale, e anche i gusti dei bambini sono cambiati. Se un tempo specialità indiana erano le storie di fantasmi ispirate da quelle narrate nei nostri grandi poemi, il Mahabarata e il Ramayana, adesso vanno molto di moda i vampiri".
Difatti, basta cliccare sul web per vedersele proposte su iPad per voce dello storyteller che ha incantato milioni di persone.
Con un limite.
Una volta registrato, pur se nel migliore dei modi, perderà i suoi poteri magici.
"Come ogni buon narratore sa bene - dice Tishani - le fiabe, essendo totalmente libere da vincoli di verità e coerenza, consentono di volta in volta a chi le dice aggiunte e modifiche per renderle migliori.
Il potere è tutto di chi le racconta".


Tishani Doshi 
9 dicembre 1975
India

   

L'importanza del raccontare una FAVOLA (1)

Dal Corriere della Sera articolo del 2012 di Giuseppina Manin.




C'era una volta... 
Ogni favola che si rispetti inizia così. da noi e in tutto il mondo.
In Giappone si dice "Mukashi mukashi", in Indonesia "Dahulu kala", in Turchia "Bir varmis bir yokmus", in Islanda "Einu sinni var...".
L'incipit è sempre lo stesso, quel richiamo leggendario, un po' cantilenante, evocativo di un'epoca lontana, così lontana da sfumare oltre i confini della realtà, oltre la notte dei tempi.
Non per niente le favole si favoleggiano allo scendere del buio, prima di andare a letto o quando la testa è già sui cuscini. Rito propiziatorio per il sonno, tenero viatico per sogni e incubi di scarsa paura. Perché tanto è tutto una fiaba, e poi perché a raccontarla è sempre qualcuno che ci vuole bene, mamma, papà, nonni, tate che siano.
O almeno così accadeva fino a ieri.
Poi, con la famiglia sempre più ristretta, con il lavoro sempre più incombente, le mamme stremate, le nonne sconvolte, le zie latitanti, i padri distanti, ecco che l'antica arte del cantastorie sbiadisce, si dissolve nel frastuono di una tecnologia che tenta di farne il verso. CD e DVD, MP3 o MP4, clip, videoclip, podcast: basta schiacciare un tasto con il ditino, ed ecco che parte il "C'era una volta" virtuale.
Fiabe perfette. Spesso narrate da attori di fama, animate nel più sofisticato dei modi, figure rutilanti, colori smaglianti, musica travolgente... Quale mamma potrebbe competere a tanti effetti speciali?
Com'è allora che i bambini, invece di restare incollati davanti a tante e tali meraviglie, così sovente si distraggono, sbadigliano, staccano la spina?


Roberto Piumini
14 marzo 1947
Edolo BS Italia
"Il fatto è che la favola è un oggetto anomalo: per vivere ha bisogno di calore umano" Ragiona Roberto Piumini, scrittore raffinato di storie, filastrocche, canzoni, testi teatrali per l'infanzia. "Passare dall'amoroso balbettio di una mamma alla gelida parlantina di una anonima affabulatrice, per un bambino è un salto brutale. La fiaba è il nostro primo rumore affettivo. I suoi tratti cardine sono l'oralità e la corporeità. Per funzionare deve essere narrata e il narratore deve essere lì, presente e palpitante. Pronto a farsi da tramite per le emozioni, a enfatizzarle o smorzarle a seconda dello stato d'animo del piccino in ascolto. Che, prima ancora di intenderne le parole, ne percepisce il suono. E se la voce gli è familiare, di una persona cara, ecco che la fiaba diventa per lui la prima proposta di senso".
Così quando una mamma, una delle tante che si disperano perché il loro pupo sembra allergico alla lettura, gli chiede la ricetta per fargli aprire un libro, Piumini risponde: "Cara signora, cominci a raccontargli una favola "calda". Perché se la tv produce immagini, la voce muove l'immaginario. E quando questo accade, il passo successivo, dato che tutte quelle fantasie sgorgano all'origine da un libro, sarà forse di prenderne in mano uno".



venerdì 28 dicembre 2018

Festa di capodanno originalissima!!!

Si avvicina capodanno e non avete idea di come festeggiarlo???
Ve ne suggerisco una io, molto, molto particolare e bella:



Oltre all'ambiente suggestivo troverete anche un menù squisito:



E tutto a soli 60 euro!

Non potete, non dovete, mancare.

Calendarietto LIBRISOTTOIPORTICI 2019



Eccovi il nuovo calendario "date librisottoiportici" 2019.

Personalmente sarò presente per sole 6 manifestazioni col mio banco ma mi auguro che voi siate più costanti!!!

martedì 25 dicembre 2018

12°CARTOLINA: I vangeli

"Grandi cose di te si dicono
o Maria
perché da te è nato
Cristo nostro Dio"

Da collezione privata
Cartolina non viaggiata

.....
La parola "vangelo" deriva dal vocabolo greco euangélion, che significa "buona novella" oppure "proclamazione".
I vangeli furono originariamente redatti da cristiani per annunciare al mondo la venuta di Gesù, il Cristo. 
Si indirizzavano sia ai credenti - per confermarli e istruirli nella fede - sia ai non credenti, per convertirli alla fede.
Gli autori dei Vangeli non tentarono di essere obbiettivi, nel senso che un giornalista moderno vorrebbe
I Vangeli sono documenti di fede, dall'inizio alla fine, sorretti dalla ferma convinzione di narrare la storia non di eventi ordinari, bensì di fatti miracolosi che confermano l'intervento diretto di Dio in terra.
L'evangelista Marco esprime bene l'impegno di tutti e quattro i Vangeli, avviando la sua narrazione con una dichiarazione di fede:
"Inizio del Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio" (Marco 1,1)

Da collezione privata
Cartolina viaggiata da Quistello MN a Mantova
1935


E fu notte.
E venne Gesù fra noi
e mise nei nostri cuori
un pensiero di bontà vera
un pensiero d'amicizia profonda
che - disse Lui - 
non doveva rimanere parola vuota
ma tradursi in verità
quella verità che si chiama
Amore
Donazione
Sacrificio
e che lascia nel cuore
un raggio di gioia pura
che illumina il senso della vita.

Da collezione privata
Cartolina viaggiata in busta
Dipinta a mano
1919


lunedì 24 dicembre 2018

AUGURI

Che bel dono un libro...

...e la notte di natale diventa magica

Auguri infiniti a voi!!!

11°CARTOLINA: I re

Un lungo viaggio
Da collezione privata
Cartolina viaggiata da Castelgoffredo MN a Castelgoffredo MN
?
.....
Nei giorni seguenti arrivarono i re Maagi... erano tre fratelli: il primo era Melkon, re dei Persiani, il secondo Gaspar , re degli Indi e il terzo Balthasar, re degli Arabi. I comandanti del loro corteggio, investiti della suprema autorità, erano dodici.
I drappelli di cavalleria che li accompagnavano comprendevano dodicimila uomini: quattromila per ciascun regno. Tutti venivano, per ordine di Dio, dalla terra dei Magi, dalle regioni d'Oriente.
Melkon, il primo re, aveva mirra, aloe, mussolina, porpora, pezze di lino.
Il secondo re, il re degli Indi, Gaspar, aveva come doni in onore del bambino, del nardo prezioso, della mirra, della cannella, del cinnamomo e dell'incenso e altri profumi.
Il terzo, il re degli Arabi, Balthasar, aveva oro, argento, pietre preziose, zaffiri di gran valore e perle fini.
Entrati nella grotta , essi vi trovarono Maria, giuseppe e il bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia. Lo adorarono, offrirono i doni e riverirono giuseppe e Maria. Giuseppe e Maria erano stupiti di vedere quei tre figli di re, con la tiara in testa, inginocchiati in adorazione davanti al neonato, senza far alcuna domanda su di lui.
.....
Vangelo dell'infanzia Armeno dai Vangeli Apocrifi


Da collezione privata
Cartolina viaggiata da Montichiari BS a Carpenedolo Bs
1985


domenica 23 dicembre 2018

10°cartolina: Le tradizioni

Da collezione privata
Cartolina viaggiata da Acquafredda BS a Castelgoffredo MN
1982
L'epifania
.....
Una volta mi trovavo con il mio bambino nel porto di un piccolo villaggio spagnolo di pescatori ed ebbi modo di osservare la scialuppa del dazio, pesantemente mascherata con tele colorate e brillante di girandole fischianti, che lanciava fuochi artificiali via via che si avvicinava; quando toccò la riva, ne scesero tre re sontuosamente vestiti che furono accolti da tre cavalli altrettanto sontuosamente bardati e guidati da paggi. I re montarono a cavallo, piuttosto instabilmente per la verità essendo più abituati a cavalcare le onde, e vennero guidati fino in Comune. Là erano attesi da una grande fila di pacchi, che distribuirono fra i bambini del villaggio (il mio compreso) con grande gioia di tutti.
Non era il 25 dicembre ma l'Epifania.
Una volta ho celebrato l'Epifania con circa duecento iugoslavi - esuli dal loro paese avendo combattuto dalla parte sbagliata durante la guerra - che vivevano in un campo profughi in Inghilterra. L'Epifania continuò per tre giorni e tre notti: un maiale fu arrostito intero con una mela in bocca, una piccola quercia decorata di mele fu trascinata nel campo e si brindò con centinaia di bicchieri di slivovitza. Formavano una lunga catena di danzatori, con le braccia di ciascuno sul collo dei vicini, e come dono particolare ricevemmo le canzoni popolari di tre magnifici croati, fatti venire da londra per l'occasione.
.....
da LA CASA DEL PASSATO di John Seymour


Da collezione privata
Cartolina non viaggiata


sabato 22 dicembre 2018

Nuovo suggerimento regali?

Ma un segnalibro naturalmente!!!


Al MAST di Castelgoffredo MN trovate idee originali e belle come questa:
o questa:

o anche fermalibri come questi:



E allora vi aspettiamo per l'acquisto dei vostri doni con tante idee regalo al MAST domenica sera!!!

9°CARTOLINA: Il dolce

Sulla tavola di Natale
Da collezione privata
Cartolina non viaggiata
Ananas glassato allo sciroppo di basilico
con basilico cristallizzato
Ingredienti:
60 gr di zucchero semolato
5 cl d'acqua
1 mazzetto di basilico
100 gr di zucchero cristallizzato
1 ananas
1 limone verde
1 albume
0,5 l di sorbetto al limone
pepe nero in grani

Pulire le foglie di basilico con carta assorbente inumidita e asciugarle su altra carta assorbente.
Sbattere l'albume e pennellare venti foglie di basilico su entrambe le facce. Porle nello zucchero cristallizzato, muovendo il contenitore per facilitare la presa. Disporle sopra una griglia e lasciare seccare.
Con un pelapatate pelare il limone verde e tagliare le scorzette per il lungo in modo da ottenere dei fili finissimi.
Tagliare la base e la cima dell'ananas e poi pelarlo verticalmente con un coltello a microdenti. tagliare in quattro spicchi e togliere la parte legnosa.
Tagliare ogni quarto di ananas in fettine finissime e disporle su tutta la superficie di quattro piatti. Decorare con le scorzette di limone verde.
Portate a ebollizione i 60 grammi di zucchero semolato con i 5 cl di acqua assieme a 3 grani di pepe nero. Togliere dal fuoco e mettete  in infusione le foglie di basilico restanti. Coprire e lasciare raffreddare. Filtrare e porre in frigorifero.
Versare due cucchiai di sciroppo sopra ogni piatto d'ananas. Disporre al centro di ogni piatto una pallina di sorbetto al limone. Decorare con le foglie di basilico cristallizzato e servire subito.

Primeggiando il gusto dell'ananas con lo sciroppo di basilico, il sorbetto al limone si può acquistare. Tuttavia, l'uso di un semifreddo al limone o di una granita al limone porta il dolce all'unicità.

Il gusto dell'ananas fresco con lo sciroppo al basilico offre il registro dell'amaro dolce, mantenendo la distinzione della polarità, che invece è quasi tolta nell'ananas venduto già sciroppato. il basilico aggiunge una nota di fresco differente, rafforzato leggermente dal forte dei granelli di pepe. E nella degustazione, il sorbetto è il contrappunto agro cremoso e gelato, mentre le foglie di basilico cristallizzato sono il contrappunto di una struttura sabbiosa dolce che si combina con il "croccante" delle scorzette di limone.

Villa San Carlo Borromeo "300 ricette" di Giancarlo Calciolari



Da collezione privata
Cartolina viaggiata da Brescia a Castelgoffredo MN
1993

mercoledì 19 dicembre 2018

8°CARTOLINA: Il capriolo

Nascosto tra i boschi
Da collezione privata
Cartolina non viaggiata
Il capriolo è relativamente piccolo, poiché misura da 50 a 80 centimetri al garrese.
Nasce all'inizio dell'estate, in un luogo tranquillo nascosto tra i massi e i cespugli, e sgrana sull'incantevole selva che lo circonda i grandi occhi umidi e dolci.
Le sue zampe sono lunghe, esili, dall'apparenza fragilissima, il suo pelame fulvo porta delle gaie e vistose macchie bianche, che scompariranno poi nell'inverno seguente con una muta che "vestirà" l'animale del grigio colore invernale.
La madre lo cura teneramente e lo avverte del minimo pericolo, battendo in terra lo zoccolo oppure emettendo una specie di flebile lamento.
Dopo dieci o dodici giorni, il piccolo Capriolo è già in grado di seguire la madre al pascolo, dove impara a conoscere le gemme e le foglie di cui si alimenterà (querce, olmi, betulle, pini, aceri, carpini) e qualche leccornia proibita, come il frumento, la segale, l'avena e i cavoli.
Verso la primavera seguente, incominciano a spuntare le corna sulla fronte del maschio e nello stesso tempo si fanno sentire gli stimoli della riproduzione: giovani e adulti lottano allora accanitamente per conquistare la compagna desiderata, e si mostrano violenti, gelosi e litigiosi come pochi altri animali; loro, i graziosi e simpatici Caprioli che hanno un aspetto così timido e dolce.
Essi amano vivere liberi, nei boschi frondosi, e non si lasciano mai addomesticare completamente, conservando sempre immutato il loro spirito indomabile di creature irrequiete, desiderose di solitudine, di spazio, di libertà.


Da collezione privata
Cartolina viaggiata da Erice TR a Carpenedolo BS
1965


martedì 18 dicembre 2018

7°CARTOLINA: La cometa

Una stella in cielo
Da collezione privata
Cartolina non viaggiata

.....
- Dobbiamo spendere qualche parola sulle comete, questi astri erranti che un tempo incutevano timore e spavento.
Coma, in latino significa chioma: le comete sono dunque degli astri capelluti, ma non sempre ci si presentano così: talvolta la coda manca affatto. Le comete più famose però per la grandezza e la luminosità assunsero delle forme svariatissime. L'una scioglieva dietro di sé una capigliatura argentea folta e prolissa; l'altra parea un'immensa spada senz'elsa; questa un vasto ventaglio aperto nel cielo, quella un pennacchio purpureo alzato sopra un elmo invisibile; le forme insomma più strane e bizzarre di croci e pugnali, criniere e barbe irsute, dardi e scimitarre. l'apparizione di questi astri fu, per molti secoli, ritenuta un presagio funesto.
Quando morì Giulio Cesare, apparve in cielo una cometa e subito si disse che l'anima esule del grande guerriero, fatta eterea e luminosa, ancora governava di lassù le sorti di Roma; una cometa annunziò la morte di Vespasiano, un'altra quella di Costantino e di Attila. La cometa purpurea del 1577 destò tanto terrore che si credette al finimondo. e si videro allora ricchi e potenti donare i loro averi alla Chiesa per essere assolti dai peccati e frati e monaci che accettavano i doni.
- Per goderseli poi a tutt'agio a pericolo passato, disse Vincitutto.
- Hai tu veduto zio, qualche bella cometa? domandò Elena.
- Di telescopiche ne ho vedute parecchie, ma la più bella di cui mi son goduta l'apparizione e che certo anche vostra mamma ricorda, fu quella del 1881; e rammento che il vostro nonno mi parlò un giorno, con grande entusiasmo, delle due comete, del 1843 e del 1858. Quest'ultima infatti, scoperta da Donati, fu una delle più belle. Il suo nucleo aveva un diametro di circa 9000 chilometri, la sua coda, il 5 ottobre, era uno strascico luminoso di 88 milioni di chilometri: cinque giorni dopo ne misurava 160 milioni. La coda della grande cometa del 1843 raggiunse l'enorme lunghezza di 320 milioni di chilometri! Ma malgrado il loro volume tutte le comete hanno una piccolissima massa: sono dei pulviscoli solidi natanti in una, atmosfera gasosa, o, forse, nient'altro che gasose le quali, quando si accostano al Sole, si rendono visibili perché l'astro del giorno le rischiara e provoca nella loro tenue massa degli sconvolgimenti davvero spaventosi.
.....
da Il libro del cielo di A. PADOVAN


Da collezione privata
Cartolina viaggiata da Brescia a Bologna
1964

lunedì 17 dicembre 2018

Suggerimenti per regali? Tanti...

... libri, naturalmente!


Durante l'anno, e anche negli anni precedenti, vi ho suggerito tantissimi libri di diversa natura: romanzi, saggi, manuali, favole, poesie, arte, fotografia e molto altro. 
Spero che questo vi abbia potuto aiutare nella scelta di alcune vostre letture ma sopratutto vi possa aiutare, particolarmente in questo periodo natalizio, a scegliere il regalo giusto per l'amico, il parente, ecc., amante della lettura.
Naturalmente i libri da me suggeriti non sono nuove edizioni o gli ultimi usciti, alcuni si trovano ancora in libreria (a volte anche in edizioni nuove) altri solo sulle bancarelle, proprio questo li può rendere regali davvero speciali.
E allora buonacaccia!!!

P.S. Vi ricordo che vi ho anche suggerito la lettura in Kindle di un buon libro di svago che potete scaricare da AMAZON  al costo di un solo euro, lo scaricate su chiavetta, disco quel che volete (che certo ve ne intendete più di me) e lo regalate. Quello di cui parlavo io si chiama "I Giochi delle ombre" (post del 23 agosto) ma se ne possono trovare altri... e farete un bel regalo moderno!



domenica 16 dicembre 2018

6°CARTOLINA: Il pattinaggio

Dalla neve al ghiaccio
Da collezione privata
Biglietto da busta (smarrita)
Illustrato da A. Bertiglia
.....
Il pattinaggio, come il suo cugino del Nord, lo sci, è una attività vecchia come il mondo o pressapoco.
Per spostarsi più rapidamente e con maggior controllo dei movimenti sulle superfici gelate dei laghi, dei fiumi e anche delle rive del mare, gli uomini ricorsero dapprima a delle lame ricavate da ossi di animali applicate sotto le scarpe o gli zoccoli, e successivamente perfezionarono il sistema, ricorrendo al più duraturo metallo. Pattini di metallo vecchi di almeno due millenni sono stati, per esempio, ritrovati in Russia.
Nel Medio Evo, sopratutto in Olanda e in Scozia, i pattini erano il più veloce mezzo di comunicazione durante i freddi inverni.
In questi paesi e, generalmente, ovunque il freddo avesse assicurato la materia prima (il ghiaccio), i pattini erano usati anche come mezzo di svago, per i giochi dei bambini e anche degli adulti. Nel XV secolo venivano organizzate gare di corsa tra gli uomini, mentre le donne eseguivano, pattini ai piedi, danze folcloristiche.
Quelle corse e quelle danze sono gli antenati del pattinaggio di velocità e del pattinaggio artistico.
Mentre lo sci restò per molto tempo confinato nelle sue terre d'origine e usato esclusivamente come strumento di lavoro, i pattini ebbero una rapida carriera nel bel mondo, imponendosi come mezzo di svago ovunque il freddo dell'inverno avesse garantito ghiaccio sufficientemente solido.
La moda non risparmiò nessuno, tant'è vero che si ha notizia delle "pattinate" di Maria Antonietta a Versailles e della regina Vittoria sulle acque eccezionalmente gelate del Tamigi.
A proposito del Tamigi , è da segnalare che ancora una volta fu la Gran Bretagna, culla di tanti sport, a far da corona ai primi passi ufficiali del pattinaggio inteso in senso agonistico.

Il primo club di pattinaggio fu fondato a Edimburgo , in Scozia, nel 1652.
La prima corsa ufficiale fu disputata in Inghilterra sulla distanza di 15 miglia (24 Km).
A Londra, infine, fu costruita, nel 1876, la prima pista con ghiaccio artificiale.
.....
da Manuale delle Giovani Marmotte 4°


Da collezione privata
Biglietto da busta viaggiato da
Casale Cremasco CR a Castelgoffredo MN

1984




sabato 15 dicembre 2018

E se il tè non basta...

.... ad animare la vostra domenica eccovi altre iniziative:


Tutte belle e interessanti...



Ci vediamo a Castelgoffredo MN.

5°CARTOLINA: La neve

Un riparo dal "freddo"
Da collezione privata
Cartolina non viaggiata

    NEVICATA   Guido Gozzano

Dalle profondità dei cieli tetri
scende la bella neve sonnolenta,
tutte le cose ammanta come spetri:
scende, risale, impetuosa, lenta,
di su, di giù, di qua, di là, s'avventa
alle finestre, tamburella i vetri...

Turbina densa in fiocchi di bambagia,
imbianca i tetti ed i selciati lordi,
piomba dai rami curvi, in blocchi sordi...
Nel caminetto crepita la bragia
e l'anima del reduce s'adagia
nella bianca tristezza dei ricordi.

da Il libro della poesia di Luigi Siciliani 


Da collezione privata
Cartolina non viaggiata
  



venerdì 14 dicembre 2018

Terza domenica del mese? Un Tè al MAST!!!

La vostra prossima domenica si prospetta noiosa???
Eccovi un bel suggerimento contro la "noia domenicale"...



Per passare un preserale piacevole, istruttivo e in ottima compagnia, riscaldato da un buon tè caldo con biscotti,
venite Domenica 16 Dicembre a CASTELGOFFREDO (MN)