mercoledì 24 gennaio 2018

11 Un'altra saga familiare

Paloverde scritto da Jacqeline Briskin nel 1978



Dal risvolto di copertina
Paloverde è molte cose insieme; è la vicenda della bellissima Amelia, è anche la storia della rivalità tra due fratelli, ed è cronaca coinvolgente degli avvenimenti che decideranno il futuro volto della  città di Los Angeles e della California.
Infine è il racconto drammatico di due generazioni sulle quali domina il grande e ancestrale rancho di Paloverde.
Una trama incalzante di eventi, personaggi e destini, vividi come nelle più belle sequenze dei film di una volta.



Pagina 23 e 24
(1884)....
Erano arrivati alla loro casa dalle tegole rosse di legno.
ampie verande circondavano entrambi i piani e oleandri rosa e rossi facevano ombra ai porticati al piano terreno. Altri edifici sorgevano ora oltre quello e la dimora dei Deane, ma fino a pochi anni prima Fort Street terminava lì, con cespugli e sabbia.
.....



Juan comparve dal retro, infilandosi nei pantaloni l'ampia camicia bianca. era uno di quelli che in famiglia venivano chiamati "la gente di mamma", un indiano che era vissuto sempre a Paloverde.
Sotto il dominio spagnolo e messicano gli indiani erano stati schiavi, non nel comune senso della parola però, perché venivano acquistati e venduti come individui. Per innumerevoli secoli erano vissuti e morti in pace entro il loro mondo e quelli che erano sopravvissuti alla conversione degli spagnoli, alle malattie esantematiche e a quelle veneree, si erano stabiliti come servi non compensati nei propri antichi confini. In effetti chi possedeva le loro terre era anche il loro padrone. 
Don Vincente Garcia, sebbene fosse un padrone abbastanza benevolo, era un allevatore di bestiame poco interessato e un ancor peggiore giocatore d'azzardo. La proprietà ereditata copriva circa quarantacinquemila acri, simile, grosso modo,  a un lungo gatto che immergesse la coda nel fiume Los Angeles e lambisse con la lingua l'oceano Pacifico.  Circa un terzo di quei terreni era costituito da inutilizzabili crepacci sulle montagne di Santa Monica. La parte pianeggiante, comunque, ricca di erba medica e di altre erbe, così come di piccola selvaggina e di querce cariche di ghiande, aveva fornito di che vivere a diverse tribù Scioscione. don Vincente aveva perduto quel fertile territorio per le tasse e i debiti di gioco.
Il gringo che aveva acquistato quelle terre non sapeva nulla degli antichi sistemi.
......



mercoledì 17 gennaio 2018

10 .....senza tralasciare l'Egitto

L'ombra del faraone scritto da Robin Cook nel 1979



Dal risvolto di copertina
La protagonista è Erica, una giovane studiosa americana di egittologia,  che per la prima volta arriva al Cairo: vedrà finalmente dal vero i resti di quella splendida, remota civiltà che finora ha studiato sui libri, entrerà in un mondo, in un ambiente che l'ha appassionata e coinvolta nel profondo.


Libro dei morti; traducibile come Libro per uscire al giorno
oppure Libro per emergere nella luce.
Pagina 26
(1980)......
Erica riprese il camino, con il cuore che le batteva ancora forte per l'esperienza che aveva appena fatto. Si rendeva conto che doveva imparare ancora un sacco di cose sul Cairo e il moderno Egitto. era un egittologa, ma proprio per questo conosceva la civiltà antica e non quella moderna. specializzata in geroglifici del Nuovo Regno si trovava impreparata di fronte agli usi e costumi del Cairo del 1980.
Fin dal suo arrivo  ventiquattr'ore prima, i suoi sensi erano stati assaliti spietatamente. Per prima cosa l'odore di montone che ristagnava dappertutto nella città; poi il rumore dei mille claxon e delle mille radioline che eruttavano in continuazione discordante musica araba. Infine, la sensazione dello sporco, la polvere e la sabbia che ricopriva l'intera città come la patina di un tetto di rame medioevale, crescendo l'impressione di disperata miseria degli abitanti.
......


Veduta del Cairo


9 Continuano le avventure in giro per il mondo....

Tanjian scritto da Eric Van Lustbader nel 1994



Dal risvolto di copertina
"In natura un verme ripugnante
si trasforma in una bella farfalla.
Ma quando si tratta di esseri umani,
una bella farfalla
in un verme ripugnante."
Su questo sta meditando Nicholas Linnear, il leggendario e famoso eroe dei più fortunati romanzi di Lustbader, in una stanza d'hotel a Saigon nell'attesa di un "misterioso contatto".
Riuscirà Nicholas a penetrare nella Città Fortificata e a sciogliere il micidiale viluppo di complotti che avvolgono l'intero pianeta'
Dal Vietnam a Londra, da Tokio a Washington, tra violenza, spionaggio, amore e sesso, si svolge la magistrale serie di intrighi e colpi di scena di questo romanzo.



Pagina 87
(1983).....
Il mattino successivo Croaker era nella sua macchina, parcheggiata sul lato orientale di Park Avenue, all'incrocio con la Quarantasettesima, e l'incontro del giorno prima gli sembrava un sogno. Un movimento all'angolo della sua visuale attirò tutta la sua attenzione. a due auto di distanza, dietro di lui, una donna era scesa in strada per fermare un taxi. Era poco più che quarantenne, molto attraente, e ricca, come indicavano il cappotto di volpe e camoscio e la borsetta di Chanel. Mentre sollevava una mano per fermare un taxi, un nero magrissimo in bicicletta abbassò la testa coperta dal casco e pedalando furiosamente scattò in piena velocità. Sterzò bruscamente a destra, rasentando una macchina che suonò rabbiosamente il clacson, poi, arrivato all'altezza della donna, il ciclista allungò una mano e le strappò la borsetta di Chanel dalla spalla. La donna ruotò su se stessa, andando a sbattere con un'anca contro un'auto parcheggiata, e cadde su un ginocchio.



Lo scippatore si stava dando alla fuga quando Croaker spalancò la portiera che andò a sbattere proprio contro il parafango anteriore della bicicletta. Mentre il ciclista veniva sbalzato a terra, Croaker scese dall'auto, diede un calcio alla bicicletta e si chinò per raccogliere la borsa, ma il nero, rotolando su se stesso, se ne impadronì nuovamente e con lo stesso movimento fece scattare la lama di un coltello a serramanico.
"Bastardo, se la vuoi indietro, farai meglio a prepararti a morire."
Croaker protese con forza la mano sinistra, di un blu luminoso e di un nero opaco. La lama del coltello colpì due dita, e da quell'urto di metallo contro metallo scaturirono delle scintille. Il ciclista spalancò gli occhi.
"Oh, mamma!"
Croaker piegò verso l'interno le dita di titanio e policarbonato, , imprigionando la lama. Con una veloce torsione del polso, fece volar via il coltello dell'aggressore, poi piazzò la mano davanti a quel viso tirato, e lentamente protese le sue unghie di acciaio inossidabile. dall'aspetto minaccioso.
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martedì 16 gennaio 2018

7 e 8 Leggendo di luoghi lontani o esotici non poteva mancare W. Smith

Quando vola il falco scritto da Wilbur Smith nel 1980


Dal risvolto di copertina
Robyn e il fratello Zouga vanno alla ricerca del padre, da anni non ne hanno notizia, un coraggioso missionario andato in Africa per combattere i mercanti di schiavi.

(1860).....

Dove finisce l'arcobaleno scritto da Wilbur Smith nel 1976


Dal risvolto di copertina
Un racconto ambientato ai tempi della conquista italiana dell'Etiopia.
Adua, l'invasione dell'Africa orientale, la retorica mussoliniana dell'impero. 
Da Gibuti ai Pozzi di Cialdi un piccolo convoglio conoscerà la ferocia degli animali e degli uomini del deserto, le vendette sanguinarie e i riti tribali.

(1935).....

In questi libri non ho trovato pagine adatte (a parer mio) ad essere trascritte; per la presenza di troppi nomi e dialoghi, e la mancanza di descrizioni accurate. 
Un motivo in più per voi di leggerli e mandarmi il vostro parere.

6 Un'altra isola esotica

Selvagge scritto da Shirley Conran nel 1987


Dal risvolto di copertina
Cinque donne ricche, eleganti e sofisticate.
Sono le mogli viziata di cinque "managers" americani giunte nell'assolata isola di Paui, nei Mari del Sud.
Mentre i loro mariti discutono gli affari, le signore si rilassano senza minimamente pensare alla giungla selvaggia che le circonda... ma presto dovranno conoscerla quella giungla.
Presto diventeranno parte di essa.



Dalle pagine 412 e 413
..... (1984)
Nella parte settentrionale della laguna il mare si ritirava dalle nere radici intrecciate delle mangrovie e rivelava un limo nero e ribollente dal quale i piccoli granchi fuggivano per mettersi al sicuro nell'acqua. A sud Silvana avanzava sotto il sole mattutino e si aggirava tra le rocce lucide mentre affondava la retina larga un metro. Il momento migliore per usarla era l'ultimo paio d'ore della bassa marea, quando i gamberetti erano intrappolati nelle pozze ed era semplice raccoglierli.
Silvana seguiva la marea e spingeva la rete sotto i ciuffi di alghe sommerse attaccate alle rocce. Con un rapido movimento verso l'alto e all'indietro estraeva la rete dall'acqua, la controllava, trasferiva i gamberetti nel sacco che portava a tracolla. Era un lavoro faticoso; ma Silvana si era abituata, ed era un ottimo sistema per catturare una quantità di gamberi da usare non soltanto per la cena ma anche come esche.
Il peso della rete cominciò a stancarle le braccia; si diresse verso la riva e la posò sulla spiaggia. Prese il coltello a lama smussata e cominciò cautamente a staccare le conchiglie dalle rocce sommerse e a buttarle nella sacca.



Il sacco era quasi pieno quando la marea cambiò. Silvana si fermò e decise di smettere.
Poi scorse sotto la superficie dell'acqua, un enorme conchiglia annidata tra le viscide alghe verdi e nere. Non ne aveva mai vista una così grossa; sarebbe bastata per un pasto, pensò, mentre si inginocchiava per raggiungerla e inseriva la lama del coltello. E non ne aveva mai trovato una altrettanto tenace, concluse dopo qualche minuto.
All'improvviso la conchiglia cedette. Silvana abbasso la mano sinistra, afferrò la valva superiore per strapparla dallo scoglio. Con rapidità incredibile la conchiglia le si richiuse sull'indice sinistro. 
Silvana sobbalzò e lasciò cadere il coltello proprio dove l'acqua era più fonda. Cercò di riprenderlo ma era fuori dalla portata della sua mano.
La conchiglia le faceva male al dito.
Guardò verso il mare. La marea era cambiata e stava riaffluendo nella laguna.
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lunedì 15 gennaio 2018

5 Andiamo ora sull'Isola di Pasqua

RAPA NUI scritto da Leonore Flischer nel 1994
basato su una storia di Kevin Reynolds



Dal risvolto di copertina
I Mari del Sud hanno un cuore misterioso: L'isola di Pasqua -Rapa Nui, come la chiamano ancora oggi i suoi abitanti- remota e pressoché inaccessibile.
I suoi enigmi sono la sua storia.
Questo romanzo fornisce risposte suggestive e affascinanti a quesiti irrisolti dopo quasi tre secoli
Al centro una storia d'amore pura e sensuale, che unisce al di là di ogni prova crudele i due protagonisti: Noro e Ramana.



Pagine 54 e 68
..... (1692)
Per molto tempo loro tre erano stati amici: erano cresciuti insieme, giocando e condividendo gioie e dolori. Adesso Noro stava rompendo l'equilibrio che aveva regnato fino ad allora, portando Ramana via con sé. Avrebbero formato una coppia a parte in cui non c'era più posto per Make. Odiava l'idea di far soffrire l'amico ma doveva farlo. E sapeva che sarebbe accaduto presto.
Per quanto riguardava Ramana, la ragazza era perfettamente consapevole del fatto che fra lei e Make ci fosse qualcosa di più che una semplice amicizia. Sebbene Noro non se ne fosse ancora accorto, Ramana aveva notato i sentimenti che Make provava nei suoi confronti. Vedeva l'espressione che assumevano i suoi occhi ogni volta che la guardava, e sentiva la passione che vibrava nelle sue mani anche quando si limitava a sfiorarla. Sapeva dove fosse diretta la loro amicizia e quali fossero le aspettative sia di Make che di tutto il villaggio degli Orecchie Corte: in teoria, loro due erano destinati l'uno all'altra. Ma ormai era troppo tardi: il suo tempo con Make non era venuto e non sarebbe mai arrivato. Lei era legata a Noro con il cuore e con la mente, non solo con il corpo.
.....



.....
La caverna delle vergini bianche!
Tanto, tanto tempo prima gli abitanti di Rapa Nui si erano accorti che le creature che vivevano nelle profondità delle caverne, lontano dai raggi del sole, perdevano la loro pigmentazione e diventavano bianche. In quegli antri vivevano infatti lunghi vermi bianchi, candide lucertole e altri strani esseri, ciechi e spesso privi di occhi.
Quando gli Orecchie Lunghe cominciarono ad apprezzare la carnagione chiara, i genitori delle vergini Orecchie Lunghe si affrettarono a sistemare le figlie in una caverna piccola e scura dove il sole non poteva bruciare la loro pelle, rendendole più pallide e quindi degne di un prezzo più alto. Questo accadeva però di tanto in tanto perché la grotta era troppo bassa e stretta, e le ragazze non potevano né muoversi né alzarsi in piedi.
Non si era mai sentito che una Orecchie Corte usasse la Caverna delle vergini bianche: perché fare tanta fatica, dato che le spose di quel popolo non avevano alcun prezzo?
E ora Tupa stava dicendo che gli dei volevano che Ramana, la figlia del sole, venisse confinata nella Caverna delle vergini bianche. Ramana tenuta lontana dal sole e dalla luce, prigioniera in una buia spelonca: Noro si sentiva male solo a pensarci.
"Per quanto tempo?" chiese con voce strozzata.
"Fino alla gara dell'Uomo Uccello."
"Ma sono sei lune!" Noro era senza fiato: non potevano obbligare Ramana a vivere in un buco nero e stretto per metà anno!
Tupa sorrise gentilmente. "Si, sono sei lune!"
"Potrebbe morirci!" protestò il ragazzo angosciato.
"Può darsi." concesse il gran sacerdote, per nulla turbato da tale possibilità.
.....


Circa due milioni e mezzo di anni prima che il genere umano
iniziasse a diffondersi su questo pianeta,
le placche tettoniche che giacevano sotto la parte
più remota dell'unico oceano della Terra
si misero a fremere e scricchiolare finché si separarono.
La forza prorompente di un enorme vulcano
si fece largo rombando,
alzandosi verso il cielo:
la Terra non aveva mai assistito a un'eruzione
tanto spaventosa......


sabato 13 gennaio 2018

4 Storia di un poeta cinese

Il primo libro di Li Po scritto da Vittorio Saltini nel 1981



Dal risvolto di copertina
Questo romanzo evoca e reinventa la vita avventurosa di un grande poeta Li Po, vissuto tra il 701-762 dopo Cristo, epoca d'oro per la letteratura cinese, sotto la dinastia T'ang.
Come nella vita, così in questo romanzo, la figura di Li Po emerge con la sua straordinaria ricchezza vitale, come quella di un avventuriero e di un gaudente senza fisso mestiere né dimora, gran bevitore e grande amatore.


Il poeta Li Po
Da pagina 125
.....
Partì in una giornata di gran vento, che nel cielo correvano nuvole scure. "Viaggerò con loro", pensava. Uscito dalla Porta di Levante, cavalcando il mulo che il mandarino Yang gli aveva donato, si volse a salutare con la mano quel caro zio, che con la carrozza e la scorta a cavallo lo aveva accompagnato fin sul ponte levatoio sotto le rosse mura. E non si voltò più indietro. Alla svolta della strada fu contento di sentirsi solo, sotto quel cielo sconfinato, di contro a un mondo ignoto.
Proprio allora cominciò a piovere: grosse gocce rade, che il vento inclinava, venivano giù dai nuvoloni scuri. Senza scendere dal mulo, Po aprì con fatica il grande ombrello verde che portava con sé. Sforzandosi di tenerlo controvento, si guardò intorno: la strada, fiancheggiata da rade capanne, da cespugli e da alberi coperti dalla trina delle prime foglie, si snodava in discesa, a perdita d'occhio, fra poggi argillosi e rocce sparse.
Spazzando i campi, la pioggia ventosa piegava le teste o spezzava gli steli, fra l'erba, d'un tremante esercito di piccoli fiori gialli. Po non udiva altri rumori che il passo del mulo e il ticchettio precipitoso o il fruscio delle gocce sull'ombrello, sulle foglie, sui sassi della strada. Lontano, il fumo nero d'un incendio silvestre restava sospeso a mezz'aria.
.....


Nel cielo blu s'accendono le stelle
sopra i picchi dei monti. Un vento gelido
spazza le foglie, l'erba, i miei capelli.
Nel buio suona un flauto. Dov'è?



venerdì 12 gennaio 2018

3 Restiamo nel "tormentato"oriente

Quattro pezzi di giada scritto da Eric van Lustbader nel 1985



Dal risvolto di copertina
Come le pedine del "Wei-gi", l'antico gioco cinese, quattro enigmatici pezzi di giada contengono la chiave da cui dipende il destino di tutta Hong Kong.
Un terribile segreto per il quale lottano senza esclusione di colpi il governo degli USA, la "Mafia Gialla", i comunisti cinesi e un personaggio misterioso che si cela nell'ombra: Jian "l'imbattibile".


Dalla prima pagina (pag.9)
Tokyo oggi (anni 80 circa)
Il vecchio con le spalle curve uscì dalla pioggia, ammainando il suo jan-omegasa, ombrello di carta di riso, come se fosse la vela di una barca. Con una certa lentezza salì il gradino d'ardesia e superò la vaschetta di pietra scolpita, dentro cui fluiva dell'acqua limpida da una canna di bambù sovrastante.
Si fermò un attimo, rizzando il capo come il più attento degli scolari, e rimase ad ascoltare quella confluenza di suoni: il ticchettio della pioggia alle sue spalle, il festoso gorgogliare dell'acqua che scorreva lì accanto. In quella combinazione riscontrò il miscuglio di malinconia e di gioia che rendeva la vita degna di essere vissuta. "C'è una certa tristezza nella bellezza", rammentò che suo padre gli diceva quando era bambino. "Quando lo avrai capito, non sarai più un ragazzo."
Il vecchio scosse il capo, sorrise debolmente e penetrò attraverso la tenda a palline del nawanoren.
L'interno del locale era piccolo e affollato di uomini che bevevano e mangiavano. Il fumo saliva a spirale come il fiato di un drago, e si dissolveva lentamente, l'asciando una caligine grigia.
Il nawanoren era una specie di pub di quartiere, il cui nome derivava letteralmente dalla tenda a palline che in passato era stata l'unico accesso al locale.
"Irasshaimase" lo salutarono gli amici, mentre sfiorava passando un'alta figura in kimono.
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mercoledì 10 gennaio 2018

2 La storia di... una donna, una famiglia, una nazione.

Dinastia di Robert S. Elegant scritto nel 1977



Dal risvolto di copertina
Saga di una potente, ricca e complessa famiglia euroasiatica, unita da un forte senso del clan e divisa da adulteri e morti. Fa da sfondo e sostegno la storia della cina dal 1900 alla rivoluzione culturale di Mao.



Dalle pagine 26 e 30 
(1900) .....
La Orion avanzava fra isolette rocciose venate di vegetazione smeraldina, posate come meteoriti sul mare spazzato dal vento. In lontananza, alla sua sinistra, si alzava un filo di fumo, e una forma scura che avrebbe potuto essere una piccola imbarcazione si muoveva avanti e indietro sotto un'allungata ombra verticale che avrebbe potuto essere una vela. 
Non vide altri segni di vita umana. Eppure le sue narici furono assalite da strani odori che sommergevano il pulito sentore di salsedine del mare: Fumo di legna e incenso, uno sgradevole tanfo di muffa e il fetore della decomposizione, un nauseante lezzo di escrementi e un aroma d'aglio e di spezie.
"La fragranza dell'Oriente. La chiamano Hong Kong: il Porto Fragrante."
Le borbottò Metcalfe in un orecchio.
"C'è il puzzo di putredine, naturalmente, ma sopratutto gli effluvi della principale occupazione cinese: il mangiare. Ci sono fumo di legna, aglio, coriandolo, anice, aceto, salsa d'ostriche, pesce secco e maiale arrostito. E sopratutto, piccante salsa di soia marrone scuro."
.....
.....
La grigia massa all'orizzonte si era rivelata un'isola costellata di colline irregolari e di una cima che, come Mary sapeva, si chiamava Picco Vittoria in onore della giovane regina che era salita al trono solo quattro anni prima e che Hong Kong diventasse formalmente una Colonia della Corona nel 1842,
La Orion passo accanto alla minuscola isola con un bianco faro sulla sommità e due casette abbarbicate sui pendii, Si chiamava Isola Verde, Mary aveva appreso dalle carte geografiche che aveva studiato. Sull'isola di Hong Kong file sovrapposte di baracche di bambù, legno e giunchi intrecciati scendevano come gradinate in rovina fino all'orlo del porto.


La giovane regina Vittoria
Galeoni in miniatura dagli alti casseri erano sballottati dai flutti spumosi. Le loro vele rattoppate erano un bizzarro mosaico giallo macchiato, marrone rugginoso e rosso stinto di teli tesi su fragili ossature di bambù. Mary si meraviglio che quei fragili teli rattoppati non si lacerassero, ma spingessero quei goffi natanti attraverso i flutti. essi si dirigevano deliberatamente verso la Orion  trascinando bianche scie contorte dietro le loro poppe quadrate.


La Orion virò maestosamente a dritta, e la sua sirena urlò ripetutamente. Alle orecchie stupefatte di Mary il selvaggio ululato risuonò luttuoso e insieme gioioso. La nave esprimeva il suo dolore per la fine del lungo viaggio mentre gridava esultanti saluti alla meta finalmente raggiunta.
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martedì 9 gennaio 2018

1 Una saga lunga quattrocento anni

LA BAIA di Jiames A. Michener scritto nel 1978



Breve presentazione tratta dal risvolto di copertina.
E' una grande saga che copre quattro secoli di storia e di vita americana, dall'esistenza innocente della tribù dei Susquehannocks, che nel 1500 abita l'intatto paradiso del Maryland, fino agli Stati Uniti del 1978, dopo il Watergate.
Il libro è vasto, ricchissimo di storie, persone, problemi, miti e demistificazioni: dalla vorace conquista dei primi coloni allo spavaldo ottimismo della gente di frontiera: dal commercio iniquo di schiavi neri, cardine della nuova ricchezza, alle lotte per l'abolizionismo e i conseguenti conflitti tra le diverse confessioni religiose... fino ai nostri giorni.


Dalle pagine 17 e 18
..... (1583)
 Tutte le frasi piene di disprezzo che Pentaquod ora andava ricordando a proposito delle tribù orientali non facevano che aumentare la sua simpatia verso di loro. Se erano diverse dai susquehannock, bene; se erano diversi dai potomac, meglio ancora. E, quasi a confermare il suo giudizio, proprio allora scorse sulla sponda orientale la foce ampia e accogliente di un fiume, custodita da un'isola bassa, ricca di splendidi alberi.
Il fiume era vasto, calmo e pieno di uccelli.
Così, in mezzo alla baia di Chesapeake, Pentaquod, il susquehannock stanco della guerra, non puntò la sua canoa verso la turbolenta sponda occidentale, come aveva pensato in un primo tempo, ma verso la più quieta sponda orientale, e quel semplice gesto determinò tutto il resto.
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Il terreno era basso, ma gli alberi dell'isola si elevavano così alti e irregolari da dare l'impressione di una collina. Querce, aceri,  eucalipti, castagni, betulle, pini altissimi e agrifogli iridescenti crescevano così fitti  che quasi non si scorgeva il suolo e proprio quegli alberi protessero Pentaquod quando, tirata in secco la canoa, crollò sfinito per la fame e il sonno.
Si svegliò con una sensazione piacevolissima: giaceva su un letto di aghi di pino, soffice e profumato, e quando levò lo sguardo non vide il cielo perché i pini, che crescevano alti e diritti, formavano coi loro rami una sorta di copertura attraverso cui non passavano i raggi del sole. Questo gli diede un senso di sicurezza e, prima di riaddormentarsi,  mormorò: "E' un buon posto, questo posto di alberi."






lunedì 8 gennaio 2018

0 Un nuovo scatolone di libri

Non puoi iniziare un nuovo capitolo della tua vita
se continui a rileggere l'ultimo.
Ho aperto uno scatolone di libri, saranno una trentina (tutti in copertina rigida), appartenuti a una signora, buona lettrice, venuta a mancare poco più di un anno fa. Stavano su due ripiani della sua capiente libreria e sono per lo più romanzi un po' vecchiotti (scritti tra gli anni 70-90, mi pare).
Intendo trascriverne una pagina per ciascuno, per farveli conoscere.


Le mie intenzioni sono sempre buone, ma sapete come si dice "Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare" ... Spero di riuscire nell'impresa.