sabato 29 dicembre 2012

L'ARTE DI FAR PIU' BELLA LA TAVOLA

Abbiamo tra le mani un libricino (fa parte di una piccola serie) fatto stampare dalla Barilla nel 1985 dal titolo LA TAVOLA dalla a alla z.
Ve ne trascriviamo un pezzettino, giusto per farvelo "conoscere", tutto intero e in buono stato lo trovate sulla nostra bancarella Domenica 3 febbraio a "Librisottoiportici" in Castelgoffredo MN.


La tovaglia: ieri, oggi, domani

Secondo le definizioni dei migliori dizionari della lingua italiana, la tovaglia è un pezzo di tessuto colorato, di forma rettangolare, quadrata, circolare, ovale; può essere bianco, colorato, talvolta variamente operato o ricamato, e si stende sulla tavola per apparecchiare la mensa
La tovaglia, come capo tessile, ha origini antichissime e profondo valore spirituale.
Presso i popoli primitivi un lungo telo di lino veniva usato quale arredo sacro per rivestire le are sacrificali durante i riti religiosi.
Importanti e famose opere d'arte quali "L'ultima cena" di Leonardo da Vinci o "Le nozze di Cana" del Veronese testimoniano l'uso della tovaglia, spesso ricca di preziosi ricami, nei banchetti di un tempo.
Fu Tito Flavio Domiziano, secondo la tradizione, che insegnò ai romani a coprire la tavola con tele di "inusitato splendore".
Nell'anno 85 d.C. la tavola imbandita divenne, nelle intenzioni e nelle disposizioni dell'Imperatore romano, quasi un culto.
Fu fatto divieto a che si verificasse lo squallido spettacolo di gente che si ingozza disordinatamente di cibi, anche succulenti, su tavole dove dopo ogni portata veniva passato alla svelta uno straccio per pulire.
Sedersi a tavola, affermava l'imperatore, significava partecipare a una nobile cerimonia, a un vero e proprio simposio ed era d'uopo, quindi, coprire la tavola con una tovaglia che fosse il più possibile bella e preziosa.


Per i ricchi del momento divenne importante cercare tra le tele di porpora e di bisso, tra i damascati di seta, o i panni di cotone e di lino, le tele più preziose e assicurarsi l'esclusiva di tovaglie particolarmente belle da esibire durante i banchetti; tovaglie che avessero i colori più raffinati, ricami eccezionali e potessero competere, per fasto e splendore, con il vasellame d'oro e le altre preziosità dei simposi di quei tempi.
La liturgia cattolica del IX secolo rese obbligatorio l'uso delle tovaglie per l'altare.
Esse dovevano essere tre per ciascun altare, in candido e purissimo lino, perché il lino, considerato "fibra nobile", era l'unica tela adatta ad imbandire la sacra mensa del Signore, occasione di incontro di persone e di anime.
Celebri e famose per ricchezza di ricami e preziosità di lavorazione sono le tovaglie dei secoli XII e XIII ritrovate nell'arca di Sant'Eriberto a Deutz, nel convento di Altenberg, nel Duomo di Halbertstadt e nel museo di Hannover, con guarnizioni di oro e lavorazione a intreccio di filigrana d'oro e d'argento.
Nel secolo XV al ricamo in oro si sostituì l'applicazione di merletti e di trine fatti a mano con pazientissimo lavoro d'ago.

Non rifiutate mai la vivanda che viene servita direttamente nel piatto individuale.
Dovete sempre accettarla limitandovi magari al solo assaggio, muovendola un po'
 con la posata
 per dare l'impressione che l'avete toccata.



venerdì 28 dicembre 2012

Capodanno a VIENNA?

Si avvicina il capodanno! Voi dove lo trascorrerete?
Noi se potessimo sceglieremmo Vienna!!!
Non potendo ci limiteremo a sfogliare qualche libro sull'argomento come il:
CITY-BOOK VIENNA, guida del Corriere della Sera.




Vienna conta più di un milione e mezzo di abitanti e occupa un'area di 415 kmq.
E' attraversata dal Danubio e il centro cittadino è percorso dal Donaukanal.
E' la capitale della Repubblica d'Austria, di cui è uno stato federale, ed è il centro politico,economico, culturale e amministrativo della nazione.
Posta nel cuore dell'Europa, Vienna è la base ideale per visite alle città di Bratislava, Praga, Budapest, Zagabria, Salisburgo, Monaco e per molti centri austriaci.

Vienna sorge sul luogo di una guarnigione romana.
Il Danubio, o Donau, lambisce la parte orientale della città e il Donaukanal ne attraversa il centro.
E' divisa in 23 distretti e il centro cittadino occupa l'area compresa tra il primo e il nono distretto.





Il cuore di Vienna conserva l'antico assetto medioevale in un intreccio di stradine, vicoli e ampie corti.
L'influenza delle istituzioni ecclesiastiche è qui particolarmente evidente.
Restano infatti tracce di ordini monastici, come quello domenicano, feudali, come quello dei Cavalieri Teutonici, e ideologici, come quello gesuita.
Il tempo comunque non si è arreso in questa zona che di notte è gremita di gente.
I bar e i ristoranti di Backerstrasse e Schonlaterngasse sono affollati sino alle prime ore del mattino.
Su tutta la città si innalza la guglia di Stephansdom che raggiunge i 137 m di altezza.



E per il CENONE...

 Essendo una capitale imperiale, Vienna è stata influenzata dai costumi e dalla gastronomia propri delle diverse popolazioni a essa legate.
La cucina locale risulta cosi essere un amalgama di stili e tradizioni polacche, italiane, ungheresi, boeme e austriache.
Il Wiener Schnitzel, per esempio, non è originario dell'Austria ma arrivò da Bisanzio attraverso l'Italia, il Gulasch invece dall'Ungheria.
Quando un ristorante austriaco va orgoglioso della propria cucina afferma di servire la Wiener Kuche (cucina viennese).
Recentemente la cucina di campagna è diventata più popolare, e molti chef austriaci di alto livello hanno sviluppato i loro stili individuali.
I viennesi gradiscono la carne bollita e il loro Schnitizel (cotolette impanate di vitello o maiale) è meritatamente famoso.
In inverno si cucina un'ampia varietà di oche e selvaggina, accompagnate dai funghi selvatici.
Da non dimenticare i dolci: budini e paste sono superbi.
Negli  snack bar e presso le delicatessen (in numero crescente), troverete panini aperti, hors d'oeuvres, insalate, pane con pesce, prosciutto e carni affumicate.



I CITY-BOOK editi dalla Mondadori in collaborazione del Corriere della Sera sono validissime guide per chiunque stia programmando una visita, di un giorno o di una settimana, ad una città italiana od europea.

Ricche di planimetrie, immagini particolareggiate, spiegazioni accurate, curiosità e consigli su tutto quel che può servire. 
Anche se non recenti il loro "valore" non cambia perché le città si allargano, la popolazione aumenta ma il "cuore" della città non subisce stravolgimenti tali da richiedere aggiornamenti continui.
Noi purtroppo sulla nostra Bancarella "Più Sai Più Sei" ne abbiamo solo una (Vienna, appunto), ma altri espositori vi possono offrire una più ampia scelta nei giorni di "Librisottoiportici" ogni prima domenica del mese, ma non a Gennaio.

BUONA LETTURA e...alla prossima!!!

giovedì 27 dicembre 2012

ADDOBBI in STILE...

...Biedermeier

Da un manuale del 1996 (piuttosto recente direi) edito dalla DEMETRA :

Il termine Biedermeier è utilizzato per definire uno stile di arredamento fiorito in Germania nell'età della Restaurazione (1815- 1848).
Biedermeier era all'origine il cognome di un personaggio caricaturale apparso su " Fogli Volanti", una rivista satirica pubblicata in Germania tra il 1850 e il 1857.
La cultura Biedermeier, contrapponendosi al Romanticismo e allo stile Impero, indica un atteggiamento politico culturale conservatore, uno stile artistico sobrio e confortevole ed insegna il culto delle piccole cose adatto a rendere accogliente la casa, considerata l'unico rifugio rimasto.
Pur non trattandosi di una produzione di élite, ha tuttavia realizzato oggetti di altissima qualità.

Cannella - Noce Moscata - Chiodi di Garofano -Anice stellato - 
Semi - Fiori essiccati - Nastrini Colorati - Pizzetti
Composti con abilità e buon gusto 
Per rallegrare e profumare gradevolmente con delicati colori la casa
Realizzare eleganti bomboniere - Decorazioni natalizie - Mazzolini
Pendenti per l'albero di Natale - Segnaposto - Scatole - Spille - Centrotavola



LE SPEZIE

Acquista spezie fresche.
Si riconoscono perché presentano colori vivi e non sbiaditi.
Puliscile con l'asciugacapelli.
Non eliminare gli scarti, ma utilizzali per realizzare dei sacchettini profumati o delle ciottoline di pot-pourri.


ORO INCENSO MIRRA....

Preziose come l'oro, le spezie possedevano fino a sei o sette secoli fa un eccezionale valore.
Arrivavano dall'Oriente ed erano rare.
Si giunse a chiudere le finestre perché il vento non disperdesse un soffio del loro aroma.
Con il pepe si pagavano le tasse.
Erano pesate sulle bilance destinate all'oro.
Chiamate droghe, cioè "cose essiccate", insaporivano i cibi, facilitavano la digestione, profumavano l'aria, conservavano gli alimenti.
Per digerire un pranzo abbondante assicurano che è sufficiente una tazza di brodo vegetale con una spolverata di pepe.
Un soffio di cannella e due chiodi di garofano bolliti in una tazza di acqua per tre minuti costituiscono un rimedio contro il raffreddore: filtra la bevanda ed aggiungi un cucchiaio di succo di limone e uno di miele.
Un solo chiodo di garofano profuma una pentola di brodo, tiene lontano le tarme dagli armadi, aromatizza un buon bicchiere di vini caldo.
I Mandarini, che amministravano le province dell'impero cinese durante l'epoca Ming, masticavano chiodi di garofano per profumarsi l'alito prima di rivolgere la parola all'imperatore o incontrare l'amante.
Un' arancia  insieme ai chiodi di garofano si riteneva capace di eliminare ogni rischio di contagio.
Per purificare l'aria brucia una mistura di cardamomo, cannella e curcuma.
"Apriti sesamo" è stata a lungo la parola magica che ha aperto magnifici forzieri.

da  L'arte del Biedermeier tecniche e modelli


lunedì 24 dicembre 2012

domenica 23 dicembre 2012

COSA SI MANGIA ??

Cosa si Mangia?? è il titolo di un insolito libro di ricette del 1993.
Insolito perché tradotto dall'originale edito dalla dsMAX in Canada.
Insomma si tratta di ricette del Nord America.
Vi riportiamo qua un menù e una ricetta per il "Pranzo di Natale".



                          Menù del pranzo di Natale

Crema di Ostriche
Pasticcio di Caviale
Polpettine di Vitello alla Salsa di Pesche
Sorbetto di Vino Moscato
Gallinella Faraona alle Ciliege
Riso fritto alle Uova
Funghi Cappellacci fritti
Purè di Carote
Anello di Broccoli in Gelatina
Gorgonzola Blu schiacciato in Vino Porto
Charlotte Reale


Tra le ricette ho scelto di trascrivervi le...

Polpettine di Vitello in Salsa di Pesche

INGREDIENTI per 8 persone

650g                vitello macinato
 1                      cipolla tritata
 1                      uovo sbattuto
100g                mollica di pane spezzata
                         sale e  pepe
1 cucchiaio    olio

 salsa

125ml               salsa di peperoncino piccante
1 cucchiaio     succo di limone
50g                   zucchero greggio
2 cucchiai       senape in polvere
1 cucchiaino  salsa di soia
540ml              pesche a fettine in scatola con sciroppo
                         riso cotto

procedimento

- Preriscaldare il forno a 175°C.
- In una terrina, mescolare insieme  i primi 5 ingredienti.
  Formare delle polpettine.
  Tenere da parte.
- In una padella, scaldare l'olio.
  Rosolare le polpettine.
  Sistemarle in una teglia coperta.
  Tenere da parte.
- In una terrina mescolare insieme gli ingredienti della salsa, eccetto le pesche.
  Versare sopra alle polpettine.
  Coprire.
  Cuocere in forno per 30-40 minuti
- Rimuovere dal forno.
  Aggiungere le fettine di pesca con lo sciroppo.
  Continuare a cuocere per 15 minuti.
- Sistemare le polpettine su uno strato di riso.
  Servire.


BUON APPETITO E BUONE FESTE




venerdì 21 dicembre 2012

DICEMBRE

Quanti argomenti si possono "trattare" nel mese di Dicembre.
L'arrivo del freddo, la prima neve, le festività imminenti (Natale, Capodanno), il presepio, l'albero di Natale, gli addobbi, la cucina delle feste, i dolci, la poesia, la preghiera, gli AUGURI.
Il sacro e il profano.
Quanti argomenti!  e per ognuno di essi c'è sempre un libro ( più d'uno in verità ) da poter sfogliare, leggere, godere.


Oggi vi scriveremo dell'anno liturgico come lo spiega un sussidiario della quinta classe del 1950 della VALLECCHI  EDITORE.

Per regolare la preghiera liturgica, si è fatto un calendario speciale, che viene chiamato calendario liturgico.
L'anno liturgico ha la durata dell'anno solare, ma non comincia ne finisce con l'anno solare, e neppure è diviso come l'anno solare.
L'anno solare infatti comincia il primo gennaio e finisce il 31 dicembre. E' poi diviso in quattro stagioni.
L'anno liturgico invece comincia con la Prima domenica dell'avvento e termina con la ventiquattresima domenica dopo la Pentecoste.
Le sue stagioni poi non sono quattro, ma sei: si chiamano: Avvento, Natale, Settuagesima, Quaresima, Pasqua, Pentecoste.
Per capire questa divisione, bisogna ricordare che le più grandi feste cristiane sono tre: il Natale, la Pasqua, la Pentecoste.
Il Natale ricorda la nascita di Gesù; la Pasqua ricorda la resurrezione; la Pentecoste ricorda la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e sulla Madonna.
Su queste tre grandi feste viene regolato l'anno liturgico.   

Da FONTELUCENTE sussidiario diretto da Piero Bargellini  



Sotto l'albero vi auguro di trovare un libro SPECIALE



giovedì 20 dicembre 2012

Un canto davanti al PRESEPIO

Abbiam trovato un vecchio libro delle edizioni di "FRATE INDOVINO" del 1957 dal titolo:
VOCI DI PICCOLI IN FESTA.
Una raccolta, a cura di P.Mariangelo da Cerqueto, di poesie da cantare nelle più diverse occasioni.
Fra queste ve ne sono alcune da recitare-cantare davanti al presepio, ve ne proponiamo una;


E' nato il Bambinello!   (per bambina)


Mi ha detto la mammina 
che il santo Bambinello
é nato in una stalla
tra il bue e l'asinello,

e subito una stella

di magico fulgore
fu guida alla capanna
del Santo Redentore.

Ben vennero le genti
dai luoghi più remoti
e offrendo doni e fiori
pregarono divoti.

Tra i cari genitori

giaceva il Bimbo Santo
mentre dal cielo udivasi
un armonioso canto:

"Osanna! Osanna, o genti!

E' nato il Re del mondo;
correte a venerare
il bimbo si giocondo!

E' nato poverello,

ma ricco egli è d'amore
e a tutti vuole bene
il Santo Redentore".

Così cantavan gli Angeli

e il bimbo sorrideva;
alzando una manina
ognun benediceva.

Anch'io ti voglio bene,

mio piccolo Gesù,
di, se un favor ti chiedo,
me lo concedi Tu?

Vuoi tu donare al babbo

e alla mammina mia
quanto di bello al mondo
e di prezioso sia?

Fa ch'io diventi buona

come sei stato Tu.
Dimmi che lo farai,
mio piccolo Gesù.






mercoledì 19 dicembre 2012

Storia del PRESEPIO (parte 2)

Presepio napoletano

...il periodo d'oro del presepe fu il '700.
Dalla città di Napoli si diffuse nel mondo. Le statue diminuirono di proporzione, ma aumentarono smisuratamente di numero.
I personaggi erano costruiti con manichini di ferro imbottiti con stoppa. La testa era in terracotta policroma, gli occhi di cristallo, le estremità in legno.
Per i costumi venivano tessute apposite stoffe con minuscoli disegni.
L'ambientazione dei presepi riproduceva con molto realismo la vita della comunità che li progettava.
Le taverne venivano continuamente innaffiate di vino perché emanassero l'odore caratteristico...
La consuetudine e i rapporti commerciali che durante la dominazione dei borboni si aprirono tra Napoli e la Spagna, fecero sbocciare qui e più intensamente in Catalogna un uso del presepio che fino allora era limitato alle grandi composizioni plastiche nelle chiese.

Presepio catalano
Iniziò in Provenza e si diffuse in tutta la francia la costruzione di vari quadri animati, con marionette (crèches) che cominciavano dall'annunciazione dell'angelo a Maria e, passando attraverso le vicende che precedettero e seguirono la nascita di Gesù, si concludevano immancabilmente con la veduta della stella di Betlemme.
Le marionette integravano i fatti narrati dai vangeli canonici ed apocrifi con l'esposizione degli avvenimenti e dei pettegolezzi del giorno.
Ebbero straordinaria diffusione, ma la parte profana finiva per avere il sopravvento su quella sacra: i quadri passavano dal sacrificio d'Isacco alla scena di un tagliaborse che derubava un uomo intento a farsi lucidare le scarpe.

Presepio provenzale
Le prime associazioni di amici del presepio sorsero nella seconda metà dell'800 in vari paesi d'Europa e sono tuttora fiorentissime in Austria, Spagna, Germania e Italia.
Musei e collezioni private Hanno raccolto in larga copia presepi altrimenti destinati alla dispersione.
Ricordiamo il museo di San Martino di Napoli, di Aix-en-Provence per la crèche, e il Bayerisches Nationalmuseum di Monaco, che possiede la più spettacolare raccolta di presepi di tutti i tempi e paesi.


Bayerisches Nationalmuseum di Monaco
Il presepe è quindi un insieme di manifestazioni, di usi e tradizioni che si sono sovrapposte, escludendosi e integrandosi a vicenda fino ad arrivare all'attuale rappresentazione plastica.

da FARE IL PRESEPIO di Renzo Zanoni


Ci sono altre curiosità che vorreste conoscere???
BASTA CHIEDERE!!!

Storia del PRESEPIO ( parte 1)

Dato il periodo abbiamo scelto di raccontarvi la storia del presepio come la racconta Renzo Zanoni  su FARE IL PRESEPIO  del 1992.

Natività di Antonio Begarelli 1499-1565
I primi cristiani scolpirono nei luoghi in cui si incontravano simboli e scene della vita di Cristo.
Nelle catacombe di Priscilla a Roma si trova un affresco che rappresenta Maria con in grembo Gesù.
L'illustrazione risale a poco più di cento anni dopo Cristo.
Successivamente in altre catacombe e poi nelle chiese i cristiani raffigurarono la nascita di Cristo con sempre maggiori particolari.
Furono introdotti il bue e l'asino, Giuseppe, i magi, i pastori.
Fin dall'alto medioevo nelle chiese e nelle confraternite, venivano allestite sotto forma di sacre rappresentazioni le scene della natività, dell'adorazione dei pastori ed altri episodi della vita di Gesù.
Papa Teodoro fece costruire a santa Maria Maggiore all'Esquilino, un oratorio dedicato al presepio.
La Natività è rappresentata in bassorilievo e non ancora in figure staccate.
Anche Francesco d'Assisi - come narra Tommaso da Celano, il frate che raccontò la vita del santo- nell'inverno de 1223 volle imitare la notte di Natale.
Un nobile di Greccio, di nome Giovanni, si incaricò dei preparativi.
Quando giunse la notte santa, accorsero dai dintorni uomini e donne del villaggio, che illuminarono la notte con ceri e fiaccole. La greppia, posta all'interno della chiesetta, era riempita di paglia.Accanto vennero messi un asino e un bue. Francesco predicò per il popolo ivi riunito.
Il primo presepe con personaggi a tutto tondo risale al 1283.
Arnolfo di Cambio scolpisce nella chiesa di santa Maria Maggiore in roma numerose figure della natività.
Nei secoli successivi furono costruiti presepi con grandi figure, sistemati stabilmente nelle chiese.
Celebri sono le terracotte del xv secolo.
Notevole esempio rimane il presepe opera di Antonio Begarelli e il "presepe della pappa", così chiamato per la servente che soffia sul cucchiaio della pappa di Gesù, opera di Guido Mazzoni, entrambi nella cripta del duomo di Modena.
.....

Natività di Guido Mazzoni 1450-1518



lunedì 17 dicembre 2012

Giardinaggio in DICEMBRE

Da un agendina del 1984 dal titolo "Note del mio giardino" 
eccovi i LAVORI DEL MESE di Dicembre.



  IN GIARDINO

- Proteggere dal gelo con paglia, torba e foglie di felce o rami di conifera le piante delicate         basse ed il loro apparato radicale;  con tela di juta, cannicciati e foglie di palma ben legate    
  le parti aeree delle pinte delicate più grandi.
- Installare barriere frangivento e antisalmastro di cannucciato o foglie di palma.
-Pacciamare con stallatico, foglie e torba.
-Concimare il prato con cornunghia, sabbia e terriccio torboso prima che nevichi.
-Annaffiare in caso di gelo forte anche sulle foglie; il ghiaccio protegge dall'aria gelida impedendo che la temperatura scenda sotto lo zero.
-Ricordarsi di mettere una mangiatoia per gli uccelli con frutta, sementi, biscotti e sopratutto del grasso per gli insettivori.
-In questo mese si sta più in serra che fuori: le piante che fioriscono in questo periodo è preferibile che siano vicino alla casa.


CASA E SERRA

-La maggior parte delle piante sono in riposo: diminuire le annaffiature e non dare concime. Se lasciate la casa per qualche giorno diminuite il riscaldamento.
-Per forzare i bulbi bisognerà metterli al freddo fuori o in cantina e portarli gradualmente alla luce e al caldo.
-Non fare morire di sete le piante riparate per l'inverno: annaffiare tanto una volta al mese.
-Le orchidee cominciano a fiorire dopo il periodo di riposo: annaffiare progressivamente.
-Un ramo di gelsomino nudiflorum fiorirà molto bene in casa. Un pezzetto di carbone di legna manterrà l'acqua chiara; una compressa di aspirina farà durare più a lungo i fiori.

ORTO E FRUTTETO

- Si possono piantare in piena terra le patate per la raccolta primaverile.
-Portare in serra le fragole in vaso per un raccolto anzitempo.
-Effettuare un trattamento a base di olii ai fruttiferi e somministrare fertilizzante azotato agli alberi che crescono tra l'erba.


Validi oggi come ieri, i consigli qui riportati, aiuteranno il vostro giardino a mantenersi "vivo" durante l'inverno.





ROSA BIANCA: Silenzio - Innocenza
ROSA ROSSA: Io vi amo 

giovedì 22 novembre 2012

IMPARIAMO...



...Nell'ora di geografia

L'europa ( dal semitico Ereb, che significa Ponente) non è che una grande penisola protesa dal continente antico verso NW. Su di una superficie di 10milioni di kmq ospita circa 600 milioni di abitanti.
La distinzione dalla massa continentale asiatica, convenzionale da un punto di vista puramente geografico, è tuttavia giustificata da fattori d'ordine storico, culturale, politico ed economico.
E si spiega la preminenza storica dell'europa con l'esame della sua configurazione geografica: nessuna altra parte del mondo è infatti provvista di elementi naturali più idonei all'insediamento e allo sviluppo delle società umane, per mitezza di clima, per fertilità del suolo, varietà di paesaggi e articolazioni costiere (100.000 km circa) ben adatte a fondere terre e mari in intima penetrazione.
Rifacendoci ai maggiori movimenti orogenetici che interessano il continente (caledoniano, erciniano, ed alpino), è possibile tracciare dell'Europa una divisione morfologico-tettonica quadripartita: l'europa sarmatica che si estende dai Carpazi agli Urali, dal Mar Nero al Mar Bianco; la Fennoscandia, comprendente la Finlandia e la Scandinavia; l'Europa centro-occidentale, che aggruppa un complesso di regioni (Europa Centrale, Regione Britannica, Regione Francese) interessate dall'orogenesi erciniana; le regioni Iberica, Italiana, Balcanica e Carpato-Danubiana, plasmate dall'orogenesi terziaria.
......

da  LA TERRA grande atlante geografico economico storico 1965


IMPARIAMO...



  ...NELL'ORA DI MUSICA

Un tempo si discuteva sull'origini della musica e nella discussione non mancarono di intervenire filosofi e uomini di grande cultura.
Si disse che la musica era nata per imitare il canto degli uccelli, per esprimere sentimenti e tante altre cose tutte opinabili in quanto non possiamo valerci di nessuna prova.
In secondo luogo questi illustri studiosi partivano da un principio: prima è nata la parola,  poi è nata la musica, ma quando gli antropologi, gli etnologi, o addirittura gli etnomusicologi scoprirono tribù che conoscevano solo un linguaggio-suono tutto il castello della parola precedente alla musica crollò.
Si preferì allora cercare metodi scientificamente più validi: studiare le manifestazioni musicali di quei popoli che un tempo si definivano primitivi e che oggi si preferisce definire, più giustamente e senza discriminazioni, popoli di natura, cioè popolazioni che vivono secondo la natura.
Una cosa è indiscutibile: quando troviamo immagini di popoli antichi non è raro imbatterci in uno strumento musicale.
Gli strumenti musicali, che in un primo tempo sono la nostra unica fonte, nell'antichità non erano molti.
Tra le corde possiamo annoverare la lira o il suo ingrandimento ( la cetra ); strumenti a pizzico con cassa ovale e manico lungo presso gli egizi ( nefer ); le arpe sempre egiziane, ma anche mesopotamiche prive di colonna anteriore.
Sconosciuti all'antichità gli strumenti ad arco, i salteri e l'autentico liuto portati dagli arabi.
Nei fiati la famiglia delle trombe e dei corni furono puri e semplici strumenti da segnali o per solennizzare  i riti religiosi, mentre un notevole sviluppo ebbe la zampogna, aulos per i greci, tibiae per i romani.

da Vedere la Musica di Giampiero Tintori 1985


La musica sono io.


mercoledì 21 novembre 2012

Nozioni pratiche di cultura generale per la DONNA

Abbiamo trovato alcuni volumi di un ENCICLOPEDIA della DONNA edita da Fratelli Fabri Editori nel 1963.
Gli argomenti di cui tratta sono i più disparati: Abbigliamento, Arredamento, Cosmesi, Giardinaggio, ma anche Arte, Teatro, Chimica e Fisica, Psicologia e molti altri.


ARTE
Gli impressionisti
Scendendo il corso della Senna, a tredici chilometri da Parigi, si trova Argenteuil (pron. argiantoi), piccola città che deve la sua rinomanza a due cose: gli asparagi e l'Impressionismo.
Bianchi, teneri, vere primizie, gli asparagi di Argenteuil tornano ogni primavera sui mercati parigini e i loro prezzi vanno alle stelle.
Anche i quadri dei pittori impressionisti, che fecero di Argenteuil una specie di loro quartier generale, hanno raggiunto da tempo quotazioni astronomiche; ma compaiono piuttosto di rado nelle vendite d'arte, perché hanno ormai stabile posto nei musei oppure presso collezionisti privati tutt'altro che desiderosi di separarsene.
E' noto che gli Impressionisti dipingevano all'aperto, a contatto immediato con i colori della natura, cioè con la luce: i colori - essi dicevano - sono fatti di luce, esistono solo grazie alla luce.
La località di Argenteuil sembrava fatta apposta per i loro gusti di vita e di arte.
Facilmente raggiungibile da Parigi, offriva insieme occasioni di pittura e di allegre scampagnate, luminose vedute e festose, familiari regate......


I pittori Impressionisti dipingevano dal vero, sostituendo ai soggetti tradizionali scene ispirate alla vita quotidiana, agli avvenimenti più consueti; l'importante, per loro, è cogliere un momento della realtà, un'impressione, ed esprimerla coi colori.




PEDIATRIA
La mano del bambino
La mano dell'uomo, dalla forma così perfetta fin dalla nascita, è uno dei capolavori della natura.
Naturalmente, se la forma della mano del neonato è già perfetta, il suo uso e le sue funzioni si sviluppano però a poco a poco.
I comandi che guidano i movimenti della mano sono straordinariamente complessi.
Sapete che in una certa zona del cervello esistono per così dire i tasti di comando dei movimenti delle varie parti del nostro corpo: occhio, bocca, lingua, braccio, avambraccio, mano, gamba, piede, ecc.
Ebbene le azioni che deve compiere la mano sono così complicate che essa rivendica a sé un buon terzo di tutta la tastiera!
Che cosa fa il neonato delle sue manine? Niente.
Le tiene strette a pugno, il pollice nascosto sotto le altre dita.
se di quel pugnetto estendiamo il mignolo, vediamo anche le altre dita aprirsi come i petali di un fiore.
Se sul palmo di quella manina appoggiamo un nostro dito, sentiamo le piccole dita aggrapparsi come a chiedere protezione.
E' invece un gesto automatico, indipendente dalla sua volontà, che, gradualmente, si trasformerà in gesto volontario di prensione.



martedì 20 novembre 2012

C' ERA UNA VOLTA 2



LA SIRENETTA
                       
In alto mare l'acqua è azzurra come i petali del più bello dei fiori di frumento e limpida come il più puro cristallo; ma è talmente profonda, che nessun'ancora potrebbe toccarne il letto insondabile.
Bisognerebbe sovrapporre, l'un l'altro, molti campanili, perché ne potesse emergere uno da quella massa sconfinata.
Ivi abitano le genti marine.
Non crediate che laggiù si trovi soltanto dell'arida sabbia; oh! no!
Vi si trovano invece e vi prosperano, alberi e piante meravigliose i cui steli e le cui foglie sono talmente pieghevoli e duttili che, al più lieve movimento delle onde, si muovono e si agitano come fossero persone viventi.
Tutti i pesci, piccoli e grandi, guizzano attraverso i rami come gli uccelli nell'aria e nella località più profonda, sorge il castello del re del mare.
Questo castello ha le pareti di corallo e le alte finestre a sesto acuto di ambra trasparentissima; il tetto è fatto di conchiglie che si aprono e chiudono seguendo il va e vieni delle onde, ed offrendo un meraviglioso spettacolo. In ogni conchiglia si trovano infatti delle perle iridescenti, una sola delle quali potrebbe essere l'ornamento più ambito della corona di una regina.
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da Fiabe e Racconti di H. C. ANDERSEN tradotti da RINA MARANINI in un edizione del 1950

Il proseguo...?
Domenica 2 dicembre a "LIBRISOTTOIPORTICI" a CASTELGOFFREDO  MN.




C' ERA UNA VOLTA 1



 

IL RACCONTO DEL VENTO    

Quando il vento soffia sui prati, l'erba s'increspa come un'acqua tranquilla, ma se soffia su un campo di grano, questo si agita come l'alto mare: è questa la danza del vento.
Odilo dunque raccontare: esso canta forte, ma la sua voce non è la stessa se si fa udire fra gli alberi del bosco o attraverso i buchi, le fenditure o le spaccature dei muri.
Alza il capo: vedi il vento che sospinge le nuvole come fosse un branco di pecore? E senti come ulula di sotto la porta come fosse il guardiano e soffiasse nel corno?
Urla in modo inimitabile uscendo od entrando dalla cappa del camino: la fiamma arde più lieta e crepita, illuminando la stanza e diffondendovi un dolce tepore: e tu ti ci trattieni volentieri ed ascolti.
Lascia dunque che il vento racconti!
Esso sa favole e storie e ne sa più di noi tutti insieme.
Ascoltalo raccontare: "Uh! uh!... uu! Corri!" tale è il ritornello della sua canzone.
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da Fiabe e Racconti di H. C. ANDERSEN tradotte da RINA MARANINI in un edizione del 1950

Comincia cosi una delle tante favole che troverete domenica 2 dicembre  in occasione dell'ultima edizione 2012 di "LIBRISOTTOIPORTICI" dedicata a fiabe, racconti e libri per bambini.


E voi ci sarete???