Da collezione privata Cartolina non viaggiata |
Nasce all'inizio dell'estate, in un luogo tranquillo nascosto tra i massi e i cespugli, e sgrana sull'incantevole selva che lo circonda i grandi occhi umidi e dolci.
Le sue zampe sono lunghe, esili, dall'apparenza fragilissima, il suo pelame fulvo porta delle gaie e vistose macchie bianche, che scompariranno poi nell'inverno seguente con una muta che "vestirà" l'animale del grigio colore invernale.
La madre lo cura teneramente e lo avverte del minimo pericolo, battendo in terra lo zoccolo oppure emettendo una specie di flebile lamento.
Dopo dieci o dodici giorni, il piccolo Capriolo è già in grado di seguire la madre al pascolo, dove impara a conoscere le gemme e le foglie di cui si alimenterà (querce, olmi, betulle, pini, aceri, carpini) e qualche leccornia proibita, come il frumento, la segale, l'avena e i cavoli.
Verso la primavera seguente, incominciano a spuntare le corna sulla fronte del maschio e nello stesso tempo si fanno sentire gli stimoli della riproduzione: giovani e adulti lottano allora accanitamente per conquistare la compagna desiderata, e si mostrano violenti, gelosi e litigiosi come pochi altri animali; loro, i graziosi e simpatici Caprioli che hanno un aspetto così timido e dolce.
Essi amano vivere liberi, nei boschi frondosi, e non si lasciano mai addomesticare completamente, conservando sempre immutato il loro spirito indomabile di creature irrequiete, desiderose di solitudine, di spazio, di libertà.
Da collezione privata Cartolina viaggiata da Erice TR a Carpenedolo BS 1965 |
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