giovedì 22 novembre 2012

IMPARIAMO...



...Nell'ora di geografia

L'europa ( dal semitico Ereb, che significa Ponente) non è che una grande penisola protesa dal continente antico verso NW. Su di una superficie di 10milioni di kmq ospita circa 600 milioni di abitanti.
La distinzione dalla massa continentale asiatica, convenzionale da un punto di vista puramente geografico, è tuttavia giustificata da fattori d'ordine storico, culturale, politico ed economico.
E si spiega la preminenza storica dell'europa con l'esame della sua configurazione geografica: nessuna altra parte del mondo è infatti provvista di elementi naturali più idonei all'insediamento e allo sviluppo delle società umane, per mitezza di clima, per fertilità del suolo, varietà di paesaggi e articolazioni costiere (100.000 km circa) ben adatte a fondere terre e mari in intima penetrazione.
Rifacendoci ai maggiori movimenti orogenetici che interessano il continente (caledoniano, erciniano, ed alpino), è possibile tracciare dell'Europa una divisione morfologico-tettonica quadripartita: l'europa sarmatica che si estende dai Carpazi agli Urali, dal Mar Nero al Mar Bianco; la Fennoscandia, comprendente la Finlandia e la Scandinavia; l'Europa centro-occidentale, che aggruppa un complesso di regioni (Europa Centrale, Regione Britannica, Regione Francese) interessate dall'orogenesi erciniana; le regioni Iberica, Italiana, Balcanica e Carpato-Danubiana, plasmate dall'orogenesi terziaria.
......

da  LA TERRA grande atlante geografico economico storico 1965


IMPARIAMO...



  ...NELL'ORA DI MUSICA

Un tempo si discuteva sull'origini della musica e nella discussione non mancarono di intervenire filosofi e uomini di grande cultura.
Si disse che la musica era nata per imitare il canto degli uccelli, per esprimere sentimenti e tante altre cose tutte opinabili in quanto non possiamo valerci di nessuna prova.
In secondo luogo questi illustri studiosi partivano da un principio: prima è nata la parola,  poi è nata la musica, ma quando gli antropologi, gli etnologi, o addirittura gli etnomusicologi scoprirono tribù che conoscevano solo un linguaggio-suono tutto il castello della parola precedente alla musica crollò.
Si preferì allora cercare metodi scientificamente più validi: studiare le manifestazioni musicali di quei popoli che un tempo si definivano primitivi e che oggi si preferisce definire, più giustamente e senza discriminazioni, popoli di natura, cioè popolazioni che vivono secondo la natura.
Una cosa è indiscutibile: quando troviamo immagini di popoli antichi non è raro imbatterci in uno strumento musicale.
Gli strumenti musicali, che in un primo tempo sono la nostra unica fonte, nell'antichità non erano molti.
Tra le corde possiamo annoverare la lira o il suo ingrandimento ( la cetra ); strumenti a pizzico con cassa ovale e manico lungo presso gli egizi ( nefer ); le arpe sempre egiziane, ma anche mesopotamiche prive di colonna anteriore.
Sconosciuti all'antichità gli strumenti ad arco, i salteri e l'autentico liuto portati dagli arabi.
Nei fiati la famiglia delle trombe e dei corni furono puri e semplici strumenti da segnali o per solennizzare  i riti religiosi, mentre un notevole sviluppo ebbe la zampogna, aulos per i greci, tibiae per i romani.

da Vedere la Musica di Giampiero Tintori 1985


La musica sono io.


mercoledì 21 novembre 2012

Nozioni pratiche di cultura generale per la DONNA

Abbiamo trovato alcuni volumi di un ENCICLOPEDIA della DONNA edita da Fratelli Fabri Editori nel 1963.
Gli argomenti di cui tratta sono i più disparati: Abbigliamento, Arredamento, Cosmesi, Giardinaggio, ma anche Arte, Teatro, Chimica e Fisica, Psicologia e molti altri.


ARTE
Gli impressionisti
Scendendo il corso della Senna, a tredici chilometri da Parigi, si trova Argenteuil (pron. argiantoi), piccola città che deve la sua rinomanza a due cose: gli asparagi e l'Impressionismo.
Bianchi, teneri, vere primizie, gli asparagi di Argenteuil tornano ogni primavera sui mercati parigini e i loro prezzi vanno alle stelle.
Anche i quadri dei pittori impressionisti, che fecero di Argenteuil una specie di loro quartier generale, hanno raggiunto da tempo quotazioni astronomiche; ma compaiono piuttosto di rado nelle vendite d'arte, perché hanno ormai stabile posto nei musei oppure presso collezionisti privati tutt'altro che desiderosi di separarsene.
E' noto che gli Impressionisti dipingevano all'aperto, a contatto immediato con i colori della natura, cioè con la luce: i colori - essi dicevano - sono fatti di luce, esistono solo grazie alla luce.
La località di Argenteuil sembrava fatta apposta per i loro gusti di vita e di arte.
Facilmente raggiungibile da Parigi, offriva insieme occasioni di pittura e di allegre scampagnate, luminose vedute e festose, familiari regate......


I pittori Impressionisti dipingevano dal vero, sostituendo ai soggetti tradizionali scene ispirate alla vita quotidiana, agli avvenimenti più consueti; l'importante, per loro, è cogliere un momento della realtà, un'impressione, ed esprimerla coi colori.




PEDIATRIA
La mano del bambino
La mano dell'uomo, dalla forma così perfetta fin dalla nascita, è uno dei capolavori della natura.
Naturalmente, se la forma della mano del neonato è già perfetta, il suo uso e le sue funzioni si sviluppano però a poco a poco.
I comandi che guidano i movimenti della mano sono straordinariamente complessi.
Sapete che in una certa zona del cervello esistono per così dire i tasti di comando dei movimenti delle varie parti del nostro corpo: occhio, bocca, lingua, braccio, avambraccio, mano, gamba, piede, ecc.
Ebbene le azioni che deve compiere la mano sono così complicate che essa rivendica a sé un buon terzo di tutta la tastiera!
Che cosa fa il neonato delle sue manine? Niente.
Le tiene strette a pugno, il pollice nascosto sotto le altre dita.
se di quel pugnetto estendiamo il mignolo, vediamo anche le altre dita aprirsi come i petali di un fiore.
Se sul palmo di quella manina appoggiamo un nostro dito, sentiamo le piccole dita aggrapparsi come a chiedere protezione.
E' invece un gesto automatico, indipendente dalla sua volontà, che, gradualmente, si trasformerà in gesto volontario di prensione.



martedì 20 novembre 2012

C' ERA UNA VOLTA 2



LA SIRENETTA
                       
In alto mare l'acqua è azzurra come i petali del più bello dei fiori di frumento e limpida come il più puro cristallo; ma è talmente profonda, che nessun'ancora potrebbe toccarne il letto insondabile.
Bisognerebbe sovrapporre, l'un l'altro, molti campanili, perché ne potesse emergere uno da quella massa sconfinata.
Ivi abitano le genti marine.
Non crediate che laggiù si trovi soltanto dell'arida sabbia; oh! no!
Vi si trovano invece e vi prosperano, alberi e piante meravigliose i cui steli e le cui foglie sono talmente pieghevoli e duttili che, al più lieve movimento delle onde, si muovono e si agitano come fossero persone viventi.
Tutti i pesci, piccoli e grandi, guizzano attraverso i rami come gli uccelli nell'aria e nella località più profonda, sorge il castello del re del mare.
Questo castello ha le pareti di corallo e le alte finestre a sesto acuto di ambra trasparentissima; il tetto è fatto di conchiglie che si aprono e chiudono seguendo il va e vieni delle onde, ed offrendo un meraviglioso spettacolo. In ogni conchiglia si trovano infatti delle perle iridescenti, una sola delle quali potrebbe essere l'ornamento più ambito della corona di una regina.
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da Fiabe e Racconti di H. C. ANDERSEN tradotti da RINA MARANINI in un edizione del 1950

Il proseguo...?
Domenica 2 dicembre a "LIBRISOTTOIPORTICI" a CASTELGOFFREDO  MN.




C' ERA UNA VOLTA 1



 

IL RACCONTO DEL VENTO    

Quando il vento soffia sui prati, l'erba s'increspa come un'acqua tranquilla, ma se soffia su un campo di grano, questo si agita come l'alto mare: è questa la danza del vento.
Odilo dunque raccontare: esso canta forte, ma la sua voce non è la stessa se si fa udire fra gli alberi del bosco o attraverso i buchi, le fenditure o le spaccature dei muri.
Alza il capo: vedi il vento che sospinge le nuvole come fosse un branco di pecore? E senti come ulula di sotto la porta come fosse il guardiano e soffiasse nel corno?
Urla in modo inimitabile uscendo od entrando dalla cappa del camino: la fiamma arde più lieta e crepita, illuminando la stanza e diffondendovi un dolce tepore: e tu ti ci trattieni volentieri ed ascolti.
Lascia dunque che il vento racconti!
Esso sa favole e storie e ne sa più di noi tutti insieme.
Ascoltalo raccontare: "Uh! uh!... uu! Corri!" tale è il ritornello della sua canzone.
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da Fiabe e Racconti di H. C. ANDERSEN tradotte da RINA MARANINI in un edizione del 1950

Comincia cosi una delle tante favole che troverete domenica 2 dicembre  in occasione dell'ultima edizione 2012 di "LIBRISOTTOIPORTICI" dedicata a fiabe, racconti e libri per bambini.


E voi ci sarete???