mercoledì 23 gennaio 2019

Serie Autori: GRAHAM GREENE inglese



Graham Greene nato nel 1904 da famiglia anglicana in una contea del Sud-est dell'Inghilterra, nel 1926 si convertì al cattolicesimo.
Aveva cominciato a scrivere alla vigilia della depressione del 1930 e, libro dopo libro, aveva continuato per un decennio a descrivere la dissoluzione verso il fascismo e la guerra.
La prima opera al cui centro è la dottrina cattolica è il romanzo Il potere e la gloria del 1940 e lo sarà ancora in Un caso bruciato del 1961.
In altre opere il cattolicesimo gli fornisce le metafore che ampliano il significato della sua narrativa (La roccia di Brighton, 1938; Il nocciolo della questione, 1948; La fine dell'avventura;1951).


Precisò tuttavia che doveva essere considerato un cattolico che scrive romanzi piuttosto che un romanziere cattolico. E divise egli stesso la sua opera in "romanzi" e "divertimenti"; i secondi concedono maggior spazio alla vicenda e alla descrizione dell'ambienta, mentre i "romanzi" si raccolgono intorno al protagonista e alla sua problematica esistenziale e religiosa. I "divertimenti" sono spesso simili a thrillers, con una tecnica narrativa derivata dal cinema, da cui imparò a usare immagini visive come correlativo alle emozioni.
A loro volta la maggior parte dei suoi romanzi furono trasportati in film, e uno di essi, Il terzo uomo (1950), naque addirittura come sceneggiatura per il film omonimo, che si svolge nella Vienna equivoca e infida dell'immediato dopoguerra.
Saggista, commediografo e romanziere, Graham Greene è considerato uno dei maggiori esponenti della letteratura anglosassone. 
Il suo ultimo romanzo di grande successo è stato Il fattore umano (1978), in cui l'autore ritorna all'ambiente dello spionaggio.
Muore nell'aprile del 1991 in Svizzera.



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Ebbe immediatamente l'impressione di una organizzazione, ben diversa dall'allegro "ciascuno a modo suo" sotto la sua guida. Per un po' vagò in su e in giù per le scale in cerca di T. 
Nessuno gli rivolse la parola: ebbe l'impressione di una grande urgenza, e presto cominciò a capacitarsi del piano.
L'interno della casa veniva demolito accuratamente, senza toccare i muri esterni.
Architrave con martello e scalpello stava estraendo lo zoccolo di legno dalla sala da pranzo a terreno.: aveva già frantumato i pannelli della porta. Nella stessa stanza, Joe stava sollevando i blocchi del pavimento in legno, scoprendo il tavolato di legname bianco sulla cantina.



Una confusione di fili di ferro veniva fuori dallo zoccolo schiantato, e Mike era allegramente seduto sul pavimento, tagliando quei fili.
Sulla scala a chiocciola, due della banda stavan lavorando duro con una disadatta sega da ragazzi, sulla balaustra. Quando videro la grande sega di Blackie, gli fecero segno di portarla, senza parlare. Quando li rivide, una quarta parte della balaustra, era precipitata sulle scale.
Finalmente trovò T. nel bagno, era seduto imbronciato nella più trascurata stanza della casa, ascoltando i suoni provenienti dal basso.
"L'avete proprio demolita", disse Blackie con spavento. "Cosa succederà?".
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Da Amori facili, amori difficili   (I distruttori)




sabato 19 gennaio 2019

Serie Autori: JOHN WYNDHAM inglese



John Wyndham, pseudonimo dello scrittore inglese John Benyon Harris (1903-1969), aveva cominciato a pubblicare nelle riviste americane specializzate romanzi in cui s'interessava sopratutto e con intelligenza alle reazioni degli uomini davanti a una alterazione imprevista delle loro condizioni di vita.
Preferiva chiamarsi autore non di fantascienza quanto di "fantasie logiche".
Il suo romanzo più conosciuto è Il giorno dei Triffidi (1951),in cui una pioggia di comete verdi acceca l'umanità.



In principio, la fantascienza, fu considerata una narrativa molto popolare, spesso a causa delle copertine dei periodici popolari in cui veniva pubblicata, ma la comparsa di scrittori abili, accurati e in molti casi scientificamente esperti, come Isaac Asimov, Ray Bradbury, Arthur C. Clarke e Robert A. Heinlein, fece riemergere la fantascienza come modo serio di espressione e forse la principale forma non realistica tipica degli scorsi decenni.



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Ralph fu molto compiaciuto quando quel ritratto e altri tre, scelti dalla mezza dozzina inviata alla Mostra Annuale, vennero accettati ed esposti, ma, qualsiasi cosa si sia potuta dire in seguito, né lui né altri affermarono che fosse un "capolavoro", a quell'epoca. Il fatto che fosse un capolavoro lo scoprirono il pubblico e la stampa, facendolo rilevare ai giudici che avevano concesso a quel ritratto soltanto il secondo premio della sua categoria.
Era un ritratto, preso un po' dal basso, di una giovane sposa... e in una certa misura anche di suo marito. La ragazza nell'abito di seta bianca, era in primo piano. Dietro a lei, un po' sulla destra, stava ritto lo sposo, che costituiva un eccellente sfondo scuro, dai contorni un po' rozzi, per il biancore fulgido di lei.
Il cielo, dietro le loro teste, era più scuro. Il vento aveva agitato il velo, trasformandolo in un capriccio poroso. Nell'angolo superiore sinistro della fotografia, per amore della composizione, galleggiava una parte di una nuvola estiva... c'era qualcosa di imperfetto nella luce di questa nuvola, e quell'imperfezione aveva causato l'assegnazione del secondo premio invece del primo.
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Da "I vortici dell'assurdoSia naturale, prego



sabato 12 gennaio 2019

Serie Autori: GILBERT K. CHESTERTON inglese



Padre Brown è un prete poliziotto, un piccolo prete cattolico, miope, dal viso tondo e piatto, dai modi imbarazzati, sempre preoccupato di radunare e non perdere i molti pacchi e l'inseparabile misero ombrello, che gli cade di continuo; con una mente capace di sdipanare viluppi polizieschi attenendosi alla santa semplicità e innocenza delle cose, che sfugge a chi indaga con malizia.
Come Auguste Dupin e Sherlock Holmes, egli ha un metodo: entra nei panni del colpevole, cerca di vivere i suoi pensieri, le sue passioni, finché non vede il mondo con i suoi occhi. Allora è anche in grado di prevederne i movimenti e i gesti.



Il suo primo proposito tuttavia non è di scoprire il delinquente per consegnarlo alla giustizia quanto di salvargli l'anima e spesso di convertirlo.
Il modello di questi malandrini è il gigantesco guascone Flambeau, assai più ingegnoso che cruento.
Padre Brown, il personaggio che ha dato popolarità a Gilbert Keith Chesterton (1874-1936), appare sufficientemente delineato, insieme ai suoi antagonisti, nel primo racconto della serie (1911), ne scrisse fino al 1927.



In vita, Chesterton acquistò notorietà con multiformi collaborazioni giornalistiche, una girandola di polemiche brillanti e caustiche, spesso paradossali, contro il materialismo della propria epoca e in difesa della tradizione.
La sua fama nella letteratura inglese resterà probabilmente affidata ai notevoli saggi letterari e alla poesia leggera.
Il grande evento della sua vita fu la conversione al cattolicesimo (1922), naturale sbocco della sua ricerca e della sua maturazione.



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L'omnibus giallo s'arrampicò per le strade dei quartieri settentrionali, durante un tempo che parve interminabile; il grande detective non voleva dare maggiori spiegazioni, e forse i due suoi assistenti sentivano crescere in quel silenzio il dubbio sull'utilità di quella corsa.
Forse essi sentivano pure, in quel silenzio, crescere il desiderio della colazione, giacché era trascorsa di parecchio l'ora solita, e le lunghe strade dei sobborghi al nord di Londra parevano stendersi, l'una dopo l'altra, nello spazio, come un telescopio diabolico.
Un viaggio, insomma, che dava perpetuamente l'impressione che ci si dovesse trovare finalmente al limite dell'universo, mentre si era soltanto al principio di Tufnell Park.



Londra pareva dissolversi tra l'avvicendarsi di osterie e malinconiche macchie di alberi, per poi rinascere impensatamente in luminose nuove grandi vie e alberi imponenti.
Pareva di attraversare tredici diverse città volgari, in contatto tra loro.
Ma benché il crepuscolo invernale già incombesse sulla via , innanzi a loro, il detective parigino rimaneva a sedere silenzioso e vigile, guardando i due lati della strada che lasciavano indietro.
Prima che oltrepassassero Camden Town, i due londinesi erano quasi addormentati; ma alla fine si scossero bruscamente, allorché Valentin, balzo in piedi, batte le mani sulle spalle d'entrambi, e gridò al conduttore di fermare.
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Da I racconti di Padre Brawn   (La croce azzurra)



giovedì 10 gennaio 2019

Serie Autori: ARTHUR CONAN DOYLE scozzese



Sir Arthur Conan Doyle (1859-1930), scrittore e drammaturgo scozzese, raggiunse una grande popolarità col personaggio di Sherlock Holmes, che fece la prima apparizione nel romanzo Uno studio in rosso (1887) e divenne celeberrimo con Le avventure di Sherlock Holmes, iniziate in forma di racconti sullo Strand Magazine nel 1891.
Le ingegnose storie dei successi dell'imperturbabile detective nell'indagare delitti e sbrogliare misteri ne fecero presto un personaggio proverbiale, più famoso del suo stesso autore.
All'indirizzo londinese di Baker Street 221 B, dove Conan Doyle aveva immaginato la sua residenza, Sherlock Holmes continua anche oggi a ricevere lettere di ammiratori, convinti della sua reale esistenza, che gli chiedono consigli.



Che cosa non finisce di affascinare nelle sue avventure? Forse le eccezionali capacità di osservazione, con le deduzioni che sorprendevano il Dr. Watson. O la prodigiosa memoria che registrava ogni dettaglio e lo rievocava a piacere. O l'immaginazione sempre in grado di imbastire una teoria e unire uno a uno gli anelli di una catena spezzata o di dipanare un indizio arruffato. oppure l'aver ricreato  con vivezza - impresa in cui non riuscirono i molti imitatori - il mondo dell'epoca vittoriana?
Conan Doyle  lasciò parecchie opere romanzesche e storiche.
Il più celebre dei detective compare in quattro romanzi e cinquantasei racconti, pubblicati dal 1887 al 1927.



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Oltrepassammo rapidamente la zona della Londra elegante, della londra alberghiera, della Londra teatrale, della londra letteraria, della Londra commerciale, della Londra marittima, finché giungemmo a una città fluviale di centomila anime, dove le case  d'affitto rigurgitavano e puzzavano di tutta la feccia d'Europa.
Qui in un ampia arteria, che era stata un tempo la dimora di ricchi mercanti cittadini, trovammo il laboratorio di statue che cercavamo.
Il cortile esterno era tutto pieno di opere monumentali. L'interno era costituito di una vasta stanza in cui una cinquantina d'operai erano intenti a modellare e a scolpire.
Il direttore, un grosso tedesco biondo, ci ricevette con cortesia, rispondendo con esattezza a tutte le domande di Holmes.



Un'ispezione dei libri ci rivelò che erano state prese centinaia di coppie della testa napoleonica di marmo di Devine, ma che le tre inviate a Morse Hudson circa un anno innanzi avevano fatto parte di un infornata di sei, giacché le altre tre erano state spedite ai Fratelli Harding di Kensington. Non vi era motivo che queste sei coppie dovessero differire dalle altre. 
Il direttore non sapeva suggerirci una causa plausibile della loro distruzione: anzi quell'ipotesi lo fece ridere.
Il loro prezzo all'ingrosso era di sei scellini, ma forse il commerciante poteva incassarne dodici o anche di più.
La copia era stata fatta con due forme di ciascun lato del viso, poi questi due profili di gesso di Parigi erano stati congiunti insieme per formare il busto completo.
Quel lavoro veniva eseguito di solito da italiani e nella stanza in cui ci trovavamo. Una volta finiti i busti venivano messi su un tavolo del corridoio ad asciugare, e poi spediti in magazzino.
Il direttore non sapeva dirci altro.
Ma la vista della fotografia ebbe su di lui un effetto straordinario. La sua faccia si invermigliò di collera, e le sopracciglia gli si aggrottarono sugli azzurri occhi teutonici.
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Da Le ultime avventure dell'infallibile Sherlock Holmes  (Il mistero dei sei Napoleoni)



martedì 8 gennaio 2019

Serie Autori: AGATHA CHRISTIE britannica



Agatha Mary Clarissa Miller (Christie era il cognome del primo marito), fu una tranquilla e timida signora inglese divenuta famosa in tutto il mondo per i più di ottanta romanzi gialli che ha scritto e i due personaggi che ha reso celebri: Ercule Poirot e Miss Marple.
Poirot, che compare nel primo romanzo della Christie (1921), è un funzionario in pensione della polizia belga, piccolo, con la testa a uovo, una dignità impressionante, un'idolatria per l'ordine e il metodo e la pretesa di conoscere il cuore umano.



In più ha la capacità di mettere in azione quelle che lui chiama le "piccole cellule grigie", capacità resa più evidente dai candori del suo aiutante, il capitano Hastings, che in tanti romanzi è il narratore come il dottor Watson lo è stato per Sherlock Holmes.
"Il segreto di un buon giallo sta nel fatto che il colpevole deve essere ovvio, ma al tempo stesso, per qualche ragione, si scopre che non era poi così ovvio, anzi non poteva certo essere stato lui." scrisse la Christie.
Su questo schema, sul gioco delle intuizioni-deduzioni e su una certa vena romantica, con un gusto per il misterioso e l'insolito, nascono storie che sciolgono appunto il mistero da cui sono cominciate.



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"In fin dei conti non c'è niente di meglio che la campagna, vero?", disse l'ispettore Japp, aspirando rumorosamente col naso e quindi espirando dalla bocca con molta soddisfazione. Poirot ed io concordammo calorosamente con lui.
L'idea di andare tutti insieme a trascorrere il week-end a Market Basing, un piccolo centro di campagna, era stata dell'ispettore.
Quando non lavorava, Jaap amava dedicarsi alla botanica e discuteva di piccolissimi fiori dai nomi latini di lunghezza incredibile (pronunciati in modo piuttosto strano) con un entusiasmo ancora maggiore di quello che provava per il suo lavoro.



"Nessuno ci conosce e noi non conosciamo nessuno", ci spiegò Jaap, "questa è quella che io chiamo una vacanza".
Tuttavia le cose non andarono proprio così perché il conestabile della sede di polizia locale era stato trasferito di recente da un paese a una ventina di chilometri di distanza dove aveva dovuto occuparsi di un caso di avvelenamento  da arsenico, il che lo aveva messo in contatto con l'ispettore di Scotland Yard.
Ma Jaap apparve assai lusingato di essere riconosciuto con il deferente rispetto dovuto ai grandi uomini, cosicché si sentì ancora più soddisfatto.



Mentre sedevamo a far colazione la domenica mattina, nella sala della locanda del villaggio, eravamo tutti di ottimo umore, contenti del sole che splendeva e del caprifoglio che si avviticchiava sopra i davanzali delle finestre.
Le uova con la pancetta erano eccellenti, il caffè poco entusiasmante.
"questa è vita", commentò Jaap. "Quando andrò in pensione mi prenderò una casetta in campagna. Lontano dal crimine, come qui!"
"Le crime il est partout", osservò Poirot, prendendo una fetta di pane tostato e guardando accigliato un passero che si era posato spavaldo sul davanzale.
In tono scherzoso gli recitai una poesiola che mi era venuta in mente: 
"Quel coniglio ha un musetto simpatico
ma la sua vita privata è tutta un'infelicità
non saprei proprio dirvi
quali terribili cose facciano i conigli".
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Da I primi casi di Poirot   (Il mistero di Market Basing)



lunedì 7 gennaio 2019

Riprendiamo Serie Autori


Nei precedenti POST "Serie Autori" vi ho presentato 12 scrittori, alcuni più noti altri meno, di varie lingue e nazionalità.
Quelli che seguiranno, seppure di nazionalità diverse, sono tutti di lingua inglese.
Nell'ultima parte riporterò scrittori di nazionalità e lingua italiana.
Questa carrellata "Serie Autori" alla quale mi sto dedicando serve a me per approfondire le mie scarsissime conoscenze e spero anche a voi per farne di nuove.
I primi tre autori di lingua inglese (ma buna parte anche dei prossimi) che vi andrò a presentare sono tra i più noti, grazie sopratutto ai loro immortali personaggi.
E allora dunque procediamo....



venerdì 4 gennaio 2019

Guarire con un LIBRO




Da un articolo scritto da Sandro Spinsanti (esperto di bioetica)

Supponi che stai partendo per un soggiorno in ospedale. Ti costringe al ricovero una malattia seria, dalla quale speri di guarire, con l'aiuto della migliore medicina. Hai preparato la valigetta con l'occorrente: lo stretto necessario. C'è ancora un p' di spazio proprio in cima, e prima di chiudere lo zip ci infili un libro. Solo per ricoprire le ore vuote che ti attendono? No: molto di più; dai libri ti aspetti, nientemeno, che ti aiutino a guarire! 
Questo gesto lo ha fatto, a più riprese, Brenda Walker; ha chiesto aiuto ai libri nel cammino per vivere la malattia. E ha raccontato la sua avventura in Come i libri mi hanno salvato la vita.
Sapendo che Brenda Walker è professoressa di letteratura inglese, siamo inclini a interpretare le sue scelte come un riflesso professionale. Ma i libri possono venire in soccorso a chiunque. La storia personale di Brenda è stata segnata da un carcinoma del seno. Ha fatto tutto il percorso che tante donne conoscono: chirurgia, chemioterapia, radioterapia, ricostruzione. Nel libro racconta tutte queste tappe; allo stesso tempo commenta i libri nei quali si è rispecchiata durante il suo percorso.
In che senso può affermare che i romanzi di Virginia Woolf, di Tolstoj, e di Jonathan Franzen le hanno salvato la vita?
I libri non sostituiscono il bisturi o i farmaci, né salvano la vita in quanto posticipano la morte: questo è il compito della medicina.
Ma certi libri possono mostrare la pienezza della vita interiore di un individuo, salvandoci così da una visione limitata di noi stessi e degli altri. Le storie narrate dai grandi scrittori, lungi dall'essere una fuga dalla vita, ci aiutano a viverla più profondamente. Anche questa crescita è salute.
I libri e la malattia hanno molto in comune. La narrazione è un modo di adattare i fatti, di attribuire peso e importanza ad alcuni e ad altri no, di disporli in un lasso di tempo e in un ordine deciso da noi. Niente come la malattia che viene a sconvolgere la nostra vita è un occasione per la narrazione: ci costringe a dare un altro ordine ai fatti e a riscrivere la geografia degli affetti.
Guarire e narrare sono due strade che si incontrano.