mercoledì 27 novembre 2019

Vi propongo una pagina di: I MALAVOGLIA

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Il soldato non finiva di chiacchierare con quelli che volevano ascoltarlo, giocando con le braccia come un predicatore.
"Si c'erano anche dei siciliani; ce n'erano di tutti i paesi. Del resto, sapete, quando suona la generale nelle batterie, non si sente più né scìa vossìa, e le carabine le fan parlare tutti allo stesso modo.



Bravi giovanotti tutti! e con del fegato sotto la camicia.
Sentite, quando si è visto quello che hanno veduto questi occhi, e come ci stavano quei ragazzi a fare il loro dovere, per la madonna! questo cappello qui lo si può portare sull'orecchio".
Il giovanotto aveva gli occhi lustri, ma diceva che non era nulla, ed era perché aveva bevuto.



"Si chiamava Re d'Italia, un bastimento come non ce n'erano altri, colla corazza, vuol dire come chi dicesse voi altre donne che avete il busto, e questo busto fosse di ferro, che potrebbero spararvi addosso una cannonata senza farvi nulla.
E' andato a fondo in un momento e non l'abbiamo visto più, in mezzo al fumo, un fumo come se ci fossero state venti fornaci di mattone, lo sapete?"
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Da I Malavoglia   di Giovanni Verga   1881



sabato 23 novembre 2019

Vi propongo una pagina di: TRE UOMINI IN BARCA


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A monte di Sonning il fiume va serpeggiando dentro e fuori di molte isolette ed è placidissimo, silenzioso e deserto. Poca gente passa lungo le rive eccetto qualche coppietta di contadinotti innamorati, verso sera. 



Dietro di noi sono rimaste Arry e Fitznoodle mentre l'orribile, sudicia Reading non è ancora vicina. Questo è un tratto del fiume in cui si possono sognare i tempi passati, le forme ed i visi che furono, le cose che sarebbero potute accadere ma che, tanto peggio per loro, non accaddero.



A Sonning sbarcammo ed andammo a fare una passeggiatina fino al villaggio. E' il cantuccio più incantevole di tutto il fiume e si direbbe più un villaggio da palcoscenico che uno autentico fatto di calce e mattoni.



 Le case sono coperte di rose che ora, ai primi di giugno, sbocciano a ciuffi in tutto il loro squisito splendore. Se doveste fermarvi a Sonning scegliete il "Toro", che sta dietro la chiesa. 



E' la riproduzione esatta di una vecchia locanda di campagna e ha dinanzi un giardinetto verde, squadrato, dove gli anziani si radunano per bere la birra e per discutere della politica del villaggio; le camere sono basse, bizzarre, le finestre hanno inferriate, le scale sono scomode e i corridoi sono a spirale.
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Da TRE UOMINI IN BARCA 
di Jerome Klapka Jerome 1889 



giovedì 21 novembre 2019

Vi propongo una pagina di: ELSA E L'ULTIMO UOMO


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Stava lontano, Lisetta, una casa i fondo a via Padova, lontana dalla strada, con prati spelacchiati intorno.
Lisetta era una ragazza graziosa, anche se doveva avere più di trentacinque anni. Dopo due minuti che la si guardava, però, dava una senzazione inquietante, a Tomaso pareva una morte che camminasse e parlasse. Lo sguardo non era vivo, e la voce neppure.
Pareva una che non provasse mai qualche sentimento e forse non lo provava davvero, di nessun genere. A starle vicino, Tomaso pensava qualche volta alle bisce.



Era laureata in legge e ufficialmente figurava come traduttrice, di chi sa che cosa, in realtà era un rifugio per gli uomini di Marcello, e la consulente legale. Per ogni impresa, Marcello sapeva prima, da lei, l'articolo preciso del codice che stava per trasgredire, gli anni di condanna che potevano avere i suoi uomini e il modo di averne di meno. 



Non era chiaro perché una donna delle sue capacità fosse finita per fare il tirapiedi a Marcello, ma nessuno se ne interessava. Così nessuno aveva mai tentato il minimo approccio con lei; per quanto fosse graziosa e ben fatta non ispirava niente, anzi.
Vi erano stati anche degli ubriachi, in quella casa, e ragazzi che non avevano rispetto di niente, ma lei l'avevano lasciata stare, e al massimo le dicevano qualche pesante frase di scherzo.



La villetta era fredda come la sua proprietaria, vi erano appena i mobili necessari e aveva più l'aria di una sale d'aspetto della mutua, che di una casa privata. non c'era un quadro, una stampa, un calendario appeso alle pareti. I mobili sembravano quelli di un ospizio di trovatelli, squallidi, impersonali, uguali agli squallidi, impersonali abitini grigi che portava sempre Lisetta.
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DA ELSA E L'ULTIMO UOMO 
di Giorgio Scerbanenco 1958



venerdì 15 novembre 2019

Il fiore del mese di NOVEMBRE:


Il CICLAMINO è una pianta amata anche da appartamento grazie alla facilità con cui si coltiva e alla sua fioritura invernale che allieta i periodi più grigi dell'anno.
Il ciclamino era uno dei fiori preferiti di Leonardo da Vinci, che lo disegnava ai margini dei suoi manoscritti.
Luigi XIV ne riceveva tantissimi per adornare i saloni di Versailles.
Jean-Jacques Rousseau narra, nelle sue Promenades, dei ciclamini selvatici.
Dopo che nel XVIII secolo fu trascurato, il ciclamino tornò di moda nel XIX secolo, quando gli orticoltori iniziarono a coltivarlo a Grenelle, vicino a Parigi.
Da FRASI E PAROLE D'AUGURI



mercoledì 13 novembre 2019

Di nuovo sull' AUTUNNO

 

C'è voglia di tepore, di raccoglimento.
Scaldarsi insieme, prendere una bella tazza di tè, assaggiare il dolce cuore di una castagna, bere del vino ancora torbido, da poco spremuto.
Sono le piccole gioie di questa stagione mezzana, piaceri fugaci, da condividere con gli amici.
Da Frasi e parole d'auguri




SERA D'AUTUNNO   Adelaide Crapsey

Ascolta....
Con un fruscio secco e lieve,
simile a scalpiccio di fantasmi che passano,
le foglie accartocciate dal gelo si staccano dagli alberi
e cadono.






martedì 12 novembre 2019

Ed è sempre sull' AUTUNNO

Ma questa volta con Emily Dickinson e una delle sue poesie più belle, se non la più bella, secondo il mio povero parere.


POESIA (12)


Sono più miti le mattine
e più scure diventano le noci,
e le bacche hanno un viso più rotondo,
la rosa non è più nella città.

L'acero indossa una sciarpa più gaia,
e la campagna una gonna scarlatta.
Ed anch'io, per non essere antiquata,
mi metterò un gioiello.


lunedì 11 novembre 2019

Ancora sull' AUTUNNO

Vi abbiamo proposto una cena per accogliere l'autunno in bellezza ed ora un poemetto per accompagnarlo.


CANTO D'AUTUNNO     Charles Baudelaire


Presto saremo immersi nelle fredde tenebre; addio, vivida luce
delle nostre estati troppo brevi! Odo già risuonare i funebri colpi
della legna che cade sul selciato dei cortili.

Tutto l'inverno sta per rientrare nel mio essere; collera, odio, 
brividi, orrore, fatica dura e forzata, e, come il sole nel suo inferno
polare, il mio cuore non sarà più che un rosso gelido masso. 

Io ascolto fremendo ogni ceppo che cade; non ha eco più sorda
il patibolo quando viene innalzato. Il mio spirito è simile alla torre 
che crolla sotto i colpi dell'ariete instancabile e pesante. 

Cullato da questi colpi monotoni, mi pare che qualcuno inchiodi 
in fretta una bara. Per chi? Ieri ancora era estate! ecco l'autunno!
Il misterioso rumore risuona come una partenza.


Eccovi un' idea per festeggiare in "bellezza" l' AUTUNNO




Vi piace l'idea???  A noi si, molto!!!  Allora ci vediamo al MAST!

sabato 9 novembre 2019

Vi propongo una pagina di: I PASCOLI DEL CIELO

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Quel giorno segnò una svolta negli affari delle sorelle Lopez.
Cominciarono a vendere tanti dei loro "cibi spagnoli" da aver sempre la cucina piena di provviste, e sgargianti abiti nuovi sui loro ampi corpi rotondi.
Rimasero, beninteso, tenacemente religiose.
Subito dopo aver peccato andavano ad inginocchiarsi dinanzi alla statuetta di porcellana della Vergine, e imploravano perdono. Non lasciavano che i peccati si accomulassero. Li scontavano uno alla volta.



Appiè della statuetta l'impiantito era lucido per via delle loro continue genuflessioni.
La vita si fece così molto piacevole per le sorelle Lopez.
Né vi erano mai ombre di rivalità tra loro, poiché esse avevano lo stesso aspetto e lo stesso peso. Maria era un po' più grassa, ma Rosa era un po' più alta.
Ora la casa era sempre piena di risate e strilli di entusiasmo. Esse cantavano sulle piatte pietre mentre battevano le tortillas con le forti, grasse mani.



Se un cliente diceva qualcosa di buffo, se Tom Breman diceva: "Rosa, tu finirai che schianti, con questa bella vita che fai" entrambe starnazzavano di allegria per tutta una mezz'ora appresso. E poi, per tutto un giorno, mentre battevano le tortillas sulle piatte pietre, ci ripensavano e tornavano a ridere.



Don Tom era un uomo in gamba, dicevano. Un uomo gioviale e ricco. Una volta aveva mangiato cinque piatti di chile con carne.
Ma anche, come lo sono spesso i ricchi, era un hombre fuerte, oh sì, molto forte! esse assentivano consapevolmente col capo a codesta osservazione, come due intenditori al ricordo di un buon vino.
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Da "I pascoli del cielo" di John Steinbeck



sabato 2 novembre 2019

... e Bazzani al MAST.



E domani ancora "LIBRISOTTOIPORTICI"...

.... anche se la pioggia insistente e l'elevato taso di umidità cercheranno in tutti i modi di scoraggiarci noi ci saremo!


e ci sarà anche il CASTAGNACCIO, purtroppo non ci sarà l'autore.