giovedì 22 novembre 2012

IMPARIAMO...



  ...NELL'ORA DI MUSICA

Un tempo si discuteva sull'origini della musica e nella discussione non mancarono di intervenire filosofi e uomini di grande cultura.
Si disse che la musica era nata per imitare il canto degli uccelli, per esprimere sentimenti e tante altre cose tutte opinabili in quanto non possiamo valerci di nessuna prova.
In secondo luogo questi illustri studiosi partivano da un principio: prima è nata la parola,  poi è nata la musica, ma quando gli antropologi, gli etnologi, o addirittura gli etnomusicologi scoprirono tribù che conoscevano solo un linguaggio-suono tutto il castello della parola precedente alla musica crollò.
Si preferì allora cercare metodi scientificamente più validi: studiare le manifestazioni musicali di quei popoli che un tempo si definivano primitivi e che oggi si preferisce definire, più giustamente e senza discriminazioni, popoli di natura, cioè popolazioni che vivono secondo la natura.
Una cosa è indiscutibile: quando troviamo immagini di popoli antichi non è raro imbatterci in uno strumento musicale.
Gli strumenti musicali, che in un primo tempo sono la nostra unica fonte, nell'antichità non erano molti.
Tra le corde possiamo annoverare la lira o il suo ingrandimento ( la cetra ); strumenti a pizzico con cassa ovale e manico lungo presso gli egizi ( nefer ); le arpe sempre egiziane, ma anche mesopotamiche prive di colonna anteriore.
Sconosciuti all'antichità gli strumenti ad arco, i salteri e l'autentico liuto portati dagli arabi.
Nei fiati la famiglia delle trombe e dei corni furono puri e semplici strumenti da segnali o per solennizzare  i riti religiosi, mentre un notevole sviluppo ebbe la zampogna, aulos per i greci, tibiae per i romani.

da Vedere la Musica di Giampiero Tintori 1985


La musica sono io.


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