sabato 29 dicembre 2012

L'ARTE DI FAR PIU' BELLA LA TAVOLA

Abbiamo tra le mani un libricino (fa parte di una piccola serie) fatto stampare dalla Barilla nel 1985 dal titolo LA TAVOLA dalla a alla z.
Ve ne trascriviamo un pezzettino, giusto per farvelo "conoscere", tutto intero e in buono stato lo trovate sulla nostra bancarella Domenica 3 febbraio a "Librisottoiportici" in Castelgoffredo MN.


La tovaglia: ieri, oggi, domani

Secondo le definizioni dei migliori dizionari della lingua italiana, la tovaglia è un pezzo di tessuto colorato, di forma rettangolare, quadrata, circolare, ovale; può essere bianco, colorato, talvolta variamente operato o ricamato, e si stende sulla tavola per apparecchiare la mensa
La tovaglia, come capo tessile, ha origini antichissime e profondo valore spirituale.
Presso i popoli primitivi un lungo telo di lino veniva usato quale arredo sacro per rivestire le are sacrificali durante i riti religiosi.
Importanti e famose opere d'arte quali "L'ultima cena" di Leonardo da Vinci o "Le nozze di Cana" del Veronese testimoniano l'uso della tovaglia, spesso ricca di preziosi ricami, nei banchetti di un tempo.
Fu Tito Flavio Domiziano, secondo la tradizione, che insegnò ai romani a coprire la tavola con tele di "inusitato splendore".
Nell'anno 85 d.C. la tavola imbandita divenne, nelle intenzioni e nelle disposizioni dell'Imperatore romano, quasi un culto.
Fu fatto divieto a che si verificasse lo squallido spettacolo di gente che si ingozza disordinatamente di cibi, anche succulenti, su tavole dove dopo ogni portata veniva passato alla svelta uno straccio per pulire.
Sedersi a tavola, affermava l'imperatore, significava partecipare a una nobile cerimonia, a un vero e proprio simposio ed era d'uopo, quindi, coprire la tavola con una tovaglia che fosse il più possibile bella e preziosa.


Per i ricchi del momento divenne importante cercare tra le tele di porpora e di bisso, tra i damascati di seta, o i panni di cotone e di lino, le tele più preziose e assicurarsi l'esclusiva di tovaglie particolarmente belle da esibire durante i banchetti; tovaglie che avessero i colori più raffinati, ricami eccezionali e potessero competere, per fasto e splendore, con il vasellame d'oro e le altre preziosità dei simposi di quei tempi.
La liturgia cattolica del IX secolo rese obbligatorio l'uso delle tovaglie per l'altare.
Esse dovevano essere tre per ciascun altare, in candido e purissimo lino, perché il lino, considerato "fibra nobile", era l'unica tela adatta ad imbandire la sacra mensa del Signore, occasione di incontro di persone e di anime.
Celebri e famose per ricchezza di ricami e preziosità di lavorazione sono le tovaglie dei secoli XII e XIII ritrovate nell'arca di Sant'Eriberto a Deutz, nel convento di Altenberg, nel Duomo di Halbertstadt e nel museo di Hannover, con guarnizioni di oro e lavorazione a intreccio di filigrana d'oro e d'argento.
Nel secolo XV al ricamo in oro si sostituì l'applicazione di merletti e di trine fatti a mano con pazientissimo lavoro d'ago.

Non rifiutate mai la vivanda che viene servita direttamente nel piatto individuale.
Dovete sempre accettarla limitandovi magari al solo assaggio, muovendola un po'
 con la posata
 per dare l'impressione che l'avete toccata.



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