giovedì 4 aprile 2019

LIBRERIE: guardando al futuro 2

.... continua dal POST precedente.

Perché il libro come finora sopravvissuto è un essere antico, è come noi. E' autarchico, impone pagina dopo pagina l'espressione di un determinato pensiero e la costruzione di un mondo mediato dall'immaginazione. Ma la nostra volontà di abbandonarci a quel mondo, magari vasto come Guerra e Pace o la Recherche, saprà resistere alle tentazioni? 



La voglia, il tempo e l'attenzione che vi si dedica per una lettura silenziosa e profonda, non si sbriciolano ogni giorno di più, ingoiati nel vortice giocoso di media più veloci?
Cosa rimarrà del libro una volta entrato nel macchinario. Il libro-cyborg, di cui possiamo figurarci ingenue meraviglie, sarà sottile e potrà facilmente connetterci in rete con la biografia dell'autore, essere glossato e commentato online.
Sarà una lettura multilineare, a nostro capriccio potremmo seguire le bizzarrie del caso, infarcirlo di immagini, dopo un secolo tornare alla successiva riga. Vittime di quel che il filosofo Gunter Anders denomina dislivello prometeico. Lo squilibrio del rapporto uomo-macchine.



Ameremo il piccolo vasetto di Pandora, né ci accorgeremo se ciò che ne esce sarà il Male o il Bene, o il Vacuo, che conta? Il medium sarà il messaggio, ne prenderà man mano la forma, per rinverdire la formula di McLuhan.
Affamare il cervello di nuovi bisogni, sempre più volatili e immateriali, crea nuovi disturbi, psicosi, dipendenze altrettanto immateriali. Affamati e folli è uno slogan demente.



Cosa abbiano in comune il libro e la sua immagine fugace di elettricità e prodigio comincia a essere una vaga analogia. Il libro è un oggetto preciso, ingombra un dato spazio, serve a regolare le gambe del tavolo, si macchia di caffè, si spiegazza in un punto letto più volte, resta sempre bene in vista a ricordarti che c'è ed esige almeno che sia onorato, fa niente se non lo capisci del tutto o lui non capisce te, sarà un destino consumato in pagine e sudate carte, di stupefacenti macchine oliate che l'han fabbricato e mani che lo reggono.



O il libro è l'assenza del limite, un sottilissimo coso che può stare i spazi minimi: lo tocchi appena e ti sorride ed elenca diecimila titoli, magari ti consiglia in base al tempo atmosferico la lettura più adatta, aggiunge immagini, profumi e musica a tono, può contenere ogni testo possibile, in qualsivoglia lingua.
Esso sarà tutti i libri dunque nessuno. O avrà la binaria intelligenza di tutta l'era futura. Acceso, spento. Non è un problema di forma, né più un caso di sociologia della lettura, E' ontologico. On/off: Esiste?
Carta vs pixel   di Paolo Veronese



Spero vi sia piaciuto cosi come è piaciuto a me, anche se naturalmente io non ho compreso tutto ( le mie capacità intellettive, sapete, sono limitate).
Se ne avete voglia scrivetemi cosa ne pensate voi, mi farebbe tanto piacere.

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