martedì 6 novembre 2018

Serie Autori: THOMAS MANN tedesco



Thomas Mann, uno dei maggiori scrittori del secolo scorso, nacque a Lubecca nel 1875.
Già nel periodo giovanile si vanno individuando le costanti della personalità dello scrittore, che si ritrovano in alcune opere maggiori: I Buddenbrook, 1900; Tristano, Tonio Kroeger, 1903; Morte a Venezia, 1912.
Inseriti nella transizione dal naturalismo allo psicologismo, senza rompere con la tradizione del grande realismo russo, immersi nell'atmosfera decadente fra i due secoli, i temi di Thomas Mann saranno la decadenza della grande civiltà borghese, il clima morboso e tragico delle forze che smembrano la società europea (La montagna incantata), le antinomie e i problemi dell'artista.



In alcuni scritti si concentra su un modo di confrontarsi con la realtà, la diversità e l'inevitabile dissidio fra chi è immerso senza traumi nel flusso della vita e chi si chiude in sé stesso e nel proprio avvilimento, alimentando a vicenda disprezzo di sé e vizio.
Le altre grandi opere di Thomas Mann sono la tetralogia biblica Giuseppe e i suoi fratelli (1933-43), Lotte a Weimar (1939) e Doctor Faustus (1947).
Premio NOBEL per la letteratura 1929, privato della cittadinanza tedesca nel 1936, dopo esser vissuto anche in Italia, si stabilì a Zurigo nel 1954, dove morì l'anno dopo.



.....
Era primavera, anzi già quasi estate. Il mondo sorrideva.
L'azzurro cielo di Dio era affollato da tanti piccoli frammenti di nuvole rotondi e compatti, punteggiato da una quantità nivei cumuletti dall'aria burlona.
Gli uccelli cinguettavano tra i faggi, e di sopra i campi soffiava un mite venticello.
Sulla rotabile, proveniente dal villaggio vicino e diretto alla città, se ne andava lemme lemme un carretto: viaggiava per metà sulla parte lastricata della strada, per l'altra metà su quella non lastricata. Il guidatore teneva le gambe penzoloni dai due lati del timone e zufolava tutto stonato.
Ma in fondo al carro era accucciato un cagnolino giallo, che volgeva la schiena all'uomo e, drizzando il musetto appuntito, guardava indietro con straordinaria serietà e compunzione alla strada da cui proveniva.
Era un canino impareggiabile, che valeva tanto oro e metteva allegria a guardarlo; siccome però, purtroppo, non ha nulla che fare con la nostra storia, non possiamo curarci di lui.
.....
Dalla novella La strada del cimitero






Nessun commento:

Posta un commento