giovedì 22 novembre 2018

Il numero 32: parliamo dell'INFINITO

N.32

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- Non ho mai potuto concepire l'infinito, disse la signora Lucia. Su,su sempre più in alto verso lo zenith, senza limiti mai, senza confini! C'è da stordire!
- Eppure, sorella, l'idea dell'infinito non solo è comprensibile, ma oso dire che è connaturata all'uomo stesso. comprendo quello che tu dici. Ecco sopra il mio capo la volta azzurra del cielo gremito di stelle, ce ne sono a migliaia che vediamo ad occhio nudo, a milioni che si vedono nei grandi telescopi, a miliardi che non vedremo mai e il cielo è senza fine, l'universo senza confine; quand'anche ti sei con la mente portata tanto lontana quanto l'immaginazione lo consente, potrai sempre dire: Non ancora ho varcato la soglia dell'infinito.


"L'età delle stelle è segnalata dalla loro colorazione:
quelle bianche o azzurrognole sono le più giovani,
quelle gialle non sono più adolescenti ma rasentano la virilità,
quelle ranciate hanno varcato la soglia della vecchiaia,
quelle rosse, infine, sono decrepite." 
- Oh, lo so, di prima portata questo fatto ci sbalordisce, sembra inconcepibile...
- Proprio così, interruppe Elena.
- E' invece naturalissimo, seguitò lo zio. Supponiamo che l'Universo non sia infinito che, insomma, arrivati a un certo punto, lontano quanto volete, l'Universo finisca. Perché finisca ci vuole un limite, un qualcosa che lo comprenda: una immensa volta cristallina come supponevano gli antichi? Supponiamolo anche noi. Ma, allora nella nostra mente subito sorge la domanda: Se demolisco quella volta di cristallo che cosa c'è più oltre?
- Ci sarà un'altra volta più remota ancora, disse Elena.
- Sia come tu vuoi ma tu ti domanderai sempre, giunti al confine estremo: Se lo varco che c'è più oltre? Vedi dunque che l'idea dell'infinito non è un assurdo, ma è connaturata alla nostra stessa sostanza.


"Le nebulose, vere isole cosmiche disseminate qua e là nello spazio
e circuite dal deserto turchino del cielo, come le isole del mare,
ma, come in certe regioni del mondo abbondano gli arcipelaghi,
così in certe plaghe celesti sovrabbondano le nebulose."
- Hai ragione, disse la signora Lucia. Pensandoci su è proprio così. E, scusa se ti interrompo; voglio narrarti una curiosa storiella che un frate domenicano inventò un giorno per far capire a' suoi parrocchiani che cosa è l'eternità.
- Racconta, mamma, racconta! Disse Elena.
- C'era una volta, disse il frate, un uccelletto piccino piccino, un colibrì grosso appena come un calabrone, che aveva un becco esile e aguzzo. E c'era anche una montagna altissima tutta di schietto diamante. Ogni cento anni l'uccello piccino piccino si posava sul culmine e sfregava il suo beccuzzo sul monte. ebbene: quando la montagna di diamante sarà consumata non sarà ancora passato il primo minuto secondo dell'eternità!
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