E' un libricino piccolo di appena una sessantina di pagine. Lo ha scritto un personaggio di Montichiari BS; MARIO PEDINI nel 1984 dal titolo AUTUNNO MANTOVANO.
Una piacevole e veloce lettura: niente filosofia, niente morale, solo un uomo che fa un riassunto della sua storia. BELLO!
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Sono appena arrivato in caserma, fresco di luna di miele appena cominciata; la licenza matrimoniale è finita. Vi è lo sbando generale. Fuori della caserma vi è anche mia moglie con una "serie" di vestiti borghesi. se ne servono ben volentieri alcuni miei compagni d'arma che scappano subito da lei aiutati.
A me non piace "scappare". Il mio colonnello vuol fare il suo dovere ed io non intendo lasciarlo checchè ne dicano moglie ed amici.
Non sono certo il solo a restare: ma la sera - eroi di carta - siamo tutti impacchettati dai tedeschi. Al mattino appresso ci caricano su una lunga fila di camion. So che mia moglie è stata fino a sera tardi ad aspettare il mio rinsavimento.
Attraversiamo Brescia silenziosa, spaventata, ostile. Prendiamo la via di Mantova, Castenedolo, la mia brughiera gialla del primo triste autunno...Montichiari, casa mia in distanza, la piazza...La strada è ingombra, la lunga colonna rombante si arresta per qualche istante.
Intravedo tra un gruppetto di persone il mio maestro di musica; mi guarda a bocca aperta col bastone mezzo alzato. Si riprende il cammino: un ciclista veloce spunta vicino al mio camion. E' Belletti, il mio amico: gli lancio un biglietto "avverti mia moglie che ci portano a Mantova".
Castiglione, la mia scuola; Guidizzolo, il paese dei miei amori di adolescente. E' triste percorrere da prigioniero queste belle strade delle "mille miglia dei tempi d'oro" che ho battuto tante volte in bicicletta, giù verso Mantova, in piena libertà, recitando a memoria Virgilio! Mantova: piazza Sordello, piazza Ducale, molte bancarelle di uva settembrina e di frutta.
Sono bancarelle di povera gente che, più che vendita, fa baratto in questi tempi di tessera annonaria.
Eppure non ci pensano un momento. I fruttivendoli prendono ciò che hanno sul banco e lo buttano, a piene mani, sui nostri camion con parole di incoraggiamento, con accidenti contro i tedeschi, Badoglio, Mussolini e quanti altri possono pensare responsabili di questo scempio di un esercito in rotta, abbandonato alla vendetta di un nemico che è l'alleato di ieri.
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