lunedì 8 giugno 2020

Il banchetto dell'antica Roma secondo la RAI

Il libro di oggi, 80 pagine circa, è una curiosità. 
Edito da ERI - EDIZIONI RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA 1959
COME VIVEVANO GLI I ROMANI DI UGO ENRICO PAOLI
Basi storiche temo non ne abbia, tende forse più a rappresentare i romani e il loro tempo basandosi sulla fantasia cinematografica dell'epoca della pubblicazione (a mio parere).
Comunque vi trascrivo una pagina dal capitolo dedicato al banchetto per darvi un'idea dell'opera, come sempre, e come sempre spero di farvi cosa gradita.



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La povera gente per mangiare si serviva di vasellame di coccio; nei grandi banchetti piatti e vasi erano d'argento, le coppe erano di cristallo, di oro, di elettro, una speciale lega di metalli preziosi, di murra, una pietra opaca, costosissima, che aumentava, dicevano, la fragranza del vino.



Raramente queste coppe erano liscie, più spesso ornate di gemme o, se di metallo, di rilievi lavorati in cui si poteva ammirare al tempo stesso l'abilità e la fantasia dei cesellatori che talvolta osavano bizzarre decorazioni. Lo testimoniano alcune coppe d'argento ornate finemente di scheletri gesticolanti nelle quali, senza dubbio, si beveva allegramente, perché nell'ebrezza del banchetto il ricordare la necessità della morte era al tempo stesso un monito e un invito a godere.



Naturalmente non si deve credere che in quelle ore non si facesse altro che mangiare e bere. Oltre al conversare e al discutere, passatempo che ha sempre avuto la sua attrattiva, vi erano svaghi e trattenimenti di vario genere. Cominciando da quelli che per alcuni erano gli "onesti" e per altri i "noiosi", molto in uso erano le letture che uno schiavo faceva ai commensali, le recitazioni, le declamazioni, le audizioni musicali; artisti abili nel suonar la cetra o nel cantare davan prova della loro arte dietro lautissimi compensi.



Non tutti però ci si divertivano. I buontemponi preferivano i banchetti in cui si giocava d'azzardo, o dove i lazzi e le impertinenze dei buffoni facevano ridere la brigata; preferivano spettacoli che nell'età nostra sono andati in gran parte a finire nei teatri di varietà: molli danze di suonatrici di nacchere o di effemminati ballerini e anche esercizi di acrobati.
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