Tutto è dolce, buono, caro: ecco i rovi della Basilica, circondati dai fili dei ragni verdi e violetti di rugiada, ecco la muraglia grigia, il portone corroso, l'antico cimitero coi fiori bianchi delle ossa in mezzo all'avena e alle ortiche, ecco il viottolo e la siepe con le farfalline lilla e le coccinelle rosse che sembrano fiorellini e bacche: tutto è fresco, innocente e bello come quando siamo bambini e siamo scappati di casa a correre per il mondo meraviglioso.
Da "CANNE AL VENTO" di Grazia Deledda 1913
2) "Qui il mare assume particolari sfumature che vanno dal blu più scuro al verde più puro... Montagne verdi e grigie cadono nell'acqua, un tappeto porpora e giallo, rosso e blu di fiori profuma l'aria..."
Così nel 1964, l'Aga Khan descriveva la Costa Smeralda, da lui "creata" e amata, a un giornalista.
Oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, molto è mutato del volto selvaggio di quell'angolo di paradiso, eppure esiste ancora quella che qualcuno chiama "un'isola nell'isola".
Il rosa e il grigio delle rocce granitiche scolpite da vento e acqua; le querce da sughero dalle forme contorte; la macchia mediterranea che inebria con i suoi profumi riempiendo gli occhi di colori che variano a seconda dei mesi e che emergono dalla tavolozza naturale fatta di lentisco, corbezzolo, elicriso, erica, mirto. Un dipinto che abbraccia anche l'oro delle spiagge e le trasparenze dell'acqua.
Benvenuti in Gallura, tra piccoli golfi, insenature e borghi sorprendenti, da assaporare lentamente.
Poco a sud della mondana Porto Cervo, ecco mosaici di sabbia lucente, massi di granito circondati da ginepri e pini marittimi dai nomi che attingono alla natura e a chissà quali storie, come spiaggia "del Pirata" e quella "delle Tartarughe".
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Tratto da un articolo di giornale.