giovedì 16 luglio 2020

Vi propongo una pagina di: IL SOGNO


..... Allora Angélique capì che, se avesse chiuso le labbra, sarebbe scoppiata a ridere. Povero ragazzo! La commuoveva molto; ma era una cosa irresistibile, era troppo felice, aveva un bisogno di ridere, di ridere tanto da rimanere senza fiato.
Infine, credette di poter parlare, volle dire semplicemente:
"Grazie, signore".



Ma il riso era tornato, il riso la fece balbettare, le toglieva la parola; e il riso risuonò molto alto: una pioggia di note il cui canto era appena coperto dall'accompagnamento cristallino della Chevrotte. Lui, sconcertato, non trovò niente da dire, non una parola. 



Il suo viso così bianco si era bruscamente imporporato; i suoi occhi da bambino timido si erano infiammati, come occhi d'aquila. E se ne andò, scomparve con il vecchio operaio mentre ella rideva ancora, chinata sull'acqua chiara, schizzandosi di nuovo nel risciacquare il bucato, nella radiosa felicità di quella giornata.



L'indomani fin dalle sei di mattina si stese il bucato, che sgoccilava dal giorno prima, e proprio allora si era alzato un gran vento che favoriva l'asciugatura. Per evitare che i panni venissero trascinati via fu persino necessario fermarlo con dei sassi ai quattro angoli.



Tutto il bucato era li steso, bianchissimo tra l'erba verde, impregnato del profumo delle piante; e il prato sembrava essersi improvvisamente coperto di una coltre nevosa di margherite.
.....
Da IL SOGNO di Emile Zola 1888





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