L'editore inglese a cui furono inviati i quindici racconti di Gente di Dublino rifiutò di pubblicarli, per timore della censura e dei fastidi legali.
Il volume apparve solo nel 1914, l'anno in cui James Joyce (1882-1941), in esilio volontario a Trieste, iniziava la redazione dell'Ulisse.
Sono racconti lineari e puntigliosi, scritti con estrema economia e precisione verbale, con attenzione naturalistica ad avvenimenti apparentemente poco significanti, ma essenziali nella vita di personaggi che vedono fallire perennemente le loro timide aspirazioni.
L'accurato, minuzioso montaggio è strumentale: serve a far capire in una parola, in un gesto, la rivelazione centrale.
"Un ritratto dell'Irlanda e di Dublino come metafore del mondo" è stato detto.
I quindici racconti sono organizzati intorno a temi.Il coordinamento dei temi in un disegno strutturale meditato, in una sequenza organica per cui Joyce considera Dubliners un libro e non un volume di racconti, è una necessità rigorosa della sua opera. Come la ricerca di forme espressive che potessero comunicare il senso della sua condizione nel mondo reale .
Su queste due linee costruirà l'Odissea dublinese che è l'Ulisse.
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Il capufficio diede un occhiata all'attaccapanni e, vista la fila al completo, non fece obiezioni.
Non appena sul pianerottolo, l'uomo tirò fuori di tasca un berrettone di lana alla pecorara e calcatoselo in testa scese di corsa le scale scalcinate. Uscito dalla porta di strada camminò furtivo lungo il lato interno del marciapiede verso la cantonata, e tutto a un tratto scomparve in un androne.
Era adesso al sicuro, nel buio retrobottega di O'Neill, e riempiendo il finestrino che dava sul bar col suo faccione acceso, color vino scuro, gridò: "Ehi, Pat, dacci una bella birra da bravo".
Il garzone portò un bicchiere di semplice birra forte. L'uomo vuotò d'un colpo e chiese un seme di carvi.
Semi di carvi o cumino dei prati. |
L'oscurità, accompagnata da una fitta nebbia, vinceva il crepuscolo invernale, e in Eustace Street i lampioni erano già stati accesi.
L'uomo camminò rasente alle case finché non ebbe raggiunta la porta dell'ufficio, continuando a domandarsi se avrebbe finito in tempo la copiatura.
Sulle scale lo accolse una fragranza umida e pungente di profumi: evidentemente, mentre stava da O'Neill, era venuta Miss Delacour.
Si pigiò di nuovo il berretto in tasca, prese un'aria da smemorato e rientrò nella stanza.
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Da Gente di Dublino (Contropartita)
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