sabato 23 febbraio 2019

Serie Autori: JOHN UPDIKE statunitense


John Updike, nato a Shillington in Pennsylvania nel 1932, rappresenta la generazione di scrittori statunitensi che faceva capo al celebre settimanale The New Yorker, di cui Updike  fu redattore per due anni e che continua a pubblicare i suoi racconti.
Poeta, autore di romanzi e di racconti,  è considerato con J.D. Salinger il maggior rappresentante della nuova narrativa americana.



Una delle novità è che questi scrittori non ambiscono ad essere protagonisti sociali. a fare notizia, vivono spesso isolati e guardano la società senza sufficienza, come chi sappia di trovarsi nella stessa barca, in mezzo alla stessa folla. Il che senza togliere la demistificazione e l'aggressività, aggiunge poesia e umorismo alle osservazioni tratte in punta di spillo dalla vita della gente comune.
Muore il 27 gennaio 2009 a Danvers, Massachusetts.
Tutta l'opera narrativa di John Updike è stata pubblicata in Italia presso diversi editori.



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Le sue recenti fortune erano state così buone, che per mesi gli era sembrato di doversi aspettare qualche brutto colpo. Cauto, aveva cercato di dare alla Provvidenza poche occasioni per ammaestrarlo. L'ultima occasione, a parte le vacanze in macchina, era stato il rischio del parto; ma Liz se l'era sbrogliata con una calma d'animale, un giovedì all'alba. Passando i mesi e non succedendo niente, James aveva cominciato a sospettare in qualche modo che la città stessa, con le sue scoscese superfici di babilonia, le sue nere ombre di mezzogiorno, i suoi milioni di senza-Dio, stesse preparandosi a colpirli. E si diede a placare la circostante minaccia nel solo modo che sapeva: dare ai mendicanti.



Distribuiva da uno a due dollari al giorno a cantori dell'Esercito della Salvezza, violinisti in rovina, poveri ciechi piantati in mezzo al marciapiede coi loro bei cani da pastore tedeschi, uomini con stampelle che offrivano matite gialle, ubriachi bofonchianti, bramosi di stringergli la mano e di mostrargli la cicatrice sotto il cappello, storpi che esponevano senza ritegno i loro arti di metallo, nei corridoi della metropolitana. Quelli del tipo ambulante, che pure potevano scegliere tra una folla numerosa, andavano dritti da lui; come se lui ai loro occhi, malgrado i suoi vestiti qualunque e la sua aria qualunque, portasse intorno alla testa, con nitidezza bizantina l'aureola dell'eletto.
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Da La verità sul caso Smith, antologia della nuova letteratura americana "Un dono della città"




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