sabato 14 gennaio 2012

CICERONE scrittore



Tra i libri di scuola della nostra bancarella
ve ne sono alcuni che "insegnano" il latino.
Da uno di questi abbiamo tratto questo bel profilo di
M. Tullio Cicerone a cura di Ervinio Zorzi del 1958.


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Aiutato da grande facilità di produzione, scrisse moltissimo, mediocremente in versi, con insuperata maestria in prosa. 
Durante tutta la vita compose, pronunziò e scrisse orazioni; nei periodi di calma o inattività forzata produsse poderose opere retoriche, frutto di vari decenni di pratica forense, o stese notevoli opere filosofiche, dopo tutta una vita di consuetudine coi libri ed i pensatori.; in più, ci lasciò le sue lettere, specchio minuto e fedele di vita vissuta.
E' assurdo giudicare Cicerone come scrittore: il latino, come lingua, come stile, come pensiero persino, è lui, è Cicerone.
A Cicerone noi riferiamo i predecessori e diciamo: sono arcaici.
A Cicerone noi riferiamo i successori e diciamo: sono decadenti.
Gli scrittori semplicemente latini sono tutti "ciceroniani": soltanto i grandissimi, gli universali, seppero essere altro.
Essi furono geni di se medesimi; Cicerone fu il genio del popolo latino.
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La felice replica, condotta in tono di tranquilla sicurezza e con una punta di ironia,
si avvale naturalmente, a robusto rincalzo degli argomenti giuridici, di altri motivi,
sentimentali, psicologici, politici: ma sopra tutti campeggia quella specie di "inno alla poesia",
con cui Cicerone trascina il suo uditorio, fuori dalla grigia aula del tribunale,
alle sublimi vette dell'Arte.
Pro a: Licino Archia Poeta

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