martedì 4 giugno 2019

Serie Autori: GRAZIA DELEDDA italiana


Grazia Deledda nacque a Nuoro nel 1871, da famiglia benestante.
Frequentò regolarmente solo le scuole elementari: in seguito si abbandonò a un fiume di letture che mischiavano Dumas e Balzac, Byron e Hugo, Eugène Sue e Walter Scott a Carolina Invernizo, alimentando la precoce vocazione a narrare con un disordinato romanticismo e coi forti contrasti attraverso i quali la sua fantasia filtrava la cruda realtà di una delle più remote province italiane in una evocazione visionaria e sognante.
Nel 1886 pubblicò la prima novella su un giornale di Nuoro; negli anni successivi disciplinò il fervore melodrammatico sotto l'influsso della narrativa verista e del Verga.



Nel 1896 La via del mare ottenne il plauso di Luigi Capuana, il maggior teorico del verismo italiano, e la fama della Deledda cominciò a diffondersi fuori dalla Sardegna.
Grazia Deledda lasciò Nuoro per la prima volta nel 1899; a Cagliari conobbe l'uomo che sposò nel gennaio dell'anno successivo e col quale si stabilì a Roma. Qui vivendo in un tranquillo raccoglimento, acquistò una maggiore compostezza narrativa e precisò le proprie inclinazioni.
Nel 1926 le fu assegnato il premio NOBEL, il primo a un italiano dopo il Carducci (1906).
Morì a Roma nel 1936.


.....
"Ma oggi... oggi...".
Era deciso a tutto: a fuggire, a rompere le tegole dell'abbaino, a correre sui tetti, a volare.
Ritto sulla cassa s'infilò i calzoncini facendo orribili smorfie e mostrando la lingua alla borsa dei libri e al calamaio pronti lì sul tavolo sotto l'abbaino: la bestemmie più atroci che sentiva pronunziare dagli uomini ubriachi nelle sere di festa gli gonfiavano la gola; ma non le ripeteva a voce alta perché era peccato mortale, e lui odiava la borsa e voleva divertirsi, quel giovedì, ma non andare all'inferno.



Un salto, uno scossone, ed ecco i calzoncini fin sotto le ascelle: e non occorrono le tirelle né i bottoni; basta una cordicella, una bella cordicella solida che è sempre bene avere oltre che per tenere su i calzoncini per essere provveduti di tutto quando si vuole andare a divertirsi. Se per esempio, si dovrà fare un laccio per la martora, o per la donnola in mancanza di meglio? Una cordicella è sempre buona a qualche cosa; e così pure un fiammifero, un batuffolo di carta, qualche bottone, qualche chiodo, il rocchetto del filo rubato dal panierino del cucito della zia: tutte cose che Minnai trae dalle saccocce gonfie dei calzoncini ed esamina e ripone accuratamente.
Ecco fatto. E la giacca? Dov'è la giacca? Cerca, cerca, la giacca non si trova, né dentro né fuori la cassa, né sotto il letto né in cucina. La zia l'ha nascosta: e tutto è chiuso, titto è buio. sembra la casa dei morti, col fuoco spento, la porta chiusa, il latte freddo e pallido nella scodella triste sopra il forno col pane accanto.
.....
Dal racconto "La martora"



Nessun commento:

Posta un commento