Continuiamo ad andare alla scoperta dei nostri libri
"da bancarella".
Verso mezzogiorno quando ormai era caldo per l'ardore del sole, arrivammo in un villaggio presso certi vecchi che i briganti conoscevano bene; benché fossi asino potei infatti capirlo subito da come ci vennero incontro, dal loro lungo discorrere e scambiarsi baci. mi venne tolto dalla groppa qualcosa con cui quelli vennero pagati: bisbigliando in disparte pareva spiegassero che si trattava di roba rubata.
Noi infine fummo alleggeriti di tutti i bagagli e lasciati liberamente al pascolo, sparsi in un prato vicino; ma io, anche con la compagnia dell'asino e del mio cavallo, non riuscii a mangiare il fieno, cibo ancora piuttosto insolito per me.
Scorsi però, proprio dietro la stalla, un orticello e, già morto di fame, vi entrai fiduciosamente: mi riempii il ventre con abbondanza anche se eran verdure crude. invocando tutti gli dèi, esaminavo i luoghi se mai potessi trovare da qualche parte, negli orti confinanti, un rigoglioso roseto. il fatto d'esser solo mi dava buone speranze: avrei potuto prender la medicina fuori mano, nascosto tra i cespugli, e senza che nessuno mi vedesse ritornare in posizione eretta, da uomo, l'asciando l'incedere curvo da animale a quattro zampe.
DA un edizione De Agostini del 1964
Lucius Apuleius Le METAMORFOSI L'asino d'oro
Nessun commento:
Posta un commento