Daniel De Foe Londra R.U. 1660 Londra R.U. 1731 |
Mi è impossibile descrivere la confusione dei miei pensieri quando mi trovai immerso nell'acqua, perché sebbene io sia buon nuotatore non potei riprendere fiato fino a tanto che l'onda che mi aveva spinto verso la spiaggia non si fosse ritirata.
Mi alzai in piedi e mi sforzai di correre verso la terra ferma, ma un'altra ondata, grande come una montagna, che mi veniva dietro furiosa, mi assali di nuovo tuffandomi dentro la sua massa e gettandomi violentemente verso la spiaggia.
Io allora ritenni il fiato, cercando di avanzarmi quanto più poteva a nuoto.
Accorgendomi che il furore di questa ondata andando estinguendosi essa retrocedeva, feci forza per avvicinarmi quanto più potei al lido avanti che giungesse una terza e cosi potei toccare nuovamente terra.
Ma ciò non mi liberò ancora dal furore del mare che mi assalì ancora due volte portandomi però sempre più verso terra.
Finalmente toccai la terra ferma, dove inerpicandomi agli scogli della costa, con mio grande conforto mi trovai seduto sull'erba, fuori di pericolo e libero affatto dal timore che l'acqua del mare venisse nuovamente a sorprendermi.
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Da Robinson Crusoé di Daniele De Foe
Da una vecchissima edizione della Casa Editrice Bietti
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