Nuovi interessanti arrivi alla bancarella Più Sai Più Sei.
Da uno di questi trascriviamo queste poche righe nella speranza di incuriosirvi.
Cominciamo dal terreno.
La terra, a un osservatore profano, sembra praticamente sempre uguale ovunque e priva di importanza.
Tant'è vero che nei primi scavi di paleontologia veniva buttata via a palate.
In realtà oggi si sa che può raccontare moltissime cose.
La terra viene accuratamente setacciata (con particolari setacci di varia grandezza, destinati a separare diversi tipi di reperti) ed esaminata sia sul campo sia in laboratorio.
Per esempio l'analisi microscopica della forma dei granuli di sabbia consente di capire, con una piccola astuzia, se si tratta di sabbia di deserto (eolica) o di riva (fiumi, laghi, mare): perché i granuli di deserto sono arrotondati e levigati a causa del continuo rotolamento provocato dal vento, mentre quelli di riva appaiono più spigolosi.
Analogamente altri tipi di sedimenti (argille, marne, limo, ghiaie e così via) forniscono ai detectives della paleontologia una serie di informazioni sull'ambiente: dicono se c'erano laghi, fiumi, deserti, o altro.
E quindi anche sul clima: se era caldo, umido o freddo.
Il terreno, inoltre, può offrire un'altra fonte preziosissima di informazioni: quella dei pollini e delle spore.
Pollini e spore rappresentano una testimonianza diretta della vegetazione esistente (o almeno di una parte di essa).
Esaminando al microscopio questi minuscoli fossili vegetali (dalle dimensioni varianti tra i 5 e i 200 millesimi di millimetro) gli investigatori possono quindi aggiungere molte nuove tessere al mosaico del clima e dell'ambiente.
Siamo riuscite ad incuriosirvi??? Bene!!! Vi aspettiamo!!!
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