Marino aprile 1490 Roma 25 febbraio 1547 |
Vittoria Colonna prese l'abitudine di ascoltare la messa della domenica a San Silvestro al Quirinale.
Saliva a piedi, ansimando un poco per l'afa, su per il colle. Di li dai vicoli profumati di menta e di more mature, dalla spianata e dal sagrato davanti alla chiesa vedeva Roma distesa tra le colline e il piano, bagnata dalla pigra esse del Tevere fluente tra il verde e le rovine.
Dopo la funzione, in sagrestia o nel chiostro o in una cappelletta ospitale, le si riuniva attorno affascinato un gruppetto di "illustri": umanisti, chi con tonaca e chi no; artisti molto spesso, e non di rado viaggiatori stranieri attratti fin lì da fame e sete di letterati conversari, quali soltanto Roma sapeva offrire, opulenta dimora di aristocratici ingegni.
Ella presiedeva il cenacolo guidando e stimolando dispute e certami: arte, scienze e poesia, questioni appassionanti sulla Bellezza, le Forme, il Mondo delle Idee, la Divina Filosofia.
Sulle erbe alte di fuori batteva il sole riscaldando le vigne, ma in cappella e sotto gli archi del chiostro si respirava a folate un venticello fresco e l'ombra azzurra invitava al riposo fra marmi, lapidi e vecchie pietre, coperte di memorie corrose delle grandezze pagane.
( l'incontro con Michelangelo )
...Vittoria lo fece sedere accanto a sé, nel circolo degli amici.
Parlando d'architettura e di chiese gli guardò le mani che avevano dipinto il Giudizio della Sistina.
Mani grandi con dita a spatola non troppo lunghe e un po' tozze.
Si domandò, mentre parlava in tono cordiale, quale istinto misterioso le guidasse a imprimere certi brividi di immortalità a pietre e marmi...
da Le Immortali edito A.M.E.
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