martedì 31 marzo 2020

Musica da leggere

Il libro di oggi parla di musica!!! O meglio di un musicista.
Stampato nel 1983 a Bergamo a cura di Dario Della Porta vi propongo "dentro Donizetti", più esattamente un estratto dal volume Ricordo di Donizetti di Adolphe Adam che in questo libro troverete per intero.



Nel 1815, un giovanotto andava a piedi alla volta di Bologna; di tanto in tanto si girava indietro per dare un ultimo sguardo alle mura di Bergamo, la sua patria dalla quale s'allontanava per la prima volta.
Se talora una lacrima spuntava, inumidendo la sua pupilla, al pensiero del padre caro, della madre adorata che stava lasciando, un sorriso subito veniva ad illuminargli il volto. Era il sorriso della speranza, questa aspirazione così naturale in ogni giovane animo, verso l'ignoto. E poi, il sole d'Italia è così bello, e l'aria così pura da respirare, per dei polmoni diciassettenni!



E così bella è la libertà, la prima volta in cui se ne fa uso! Tutto questo non è forse essere fortunati? Si, il nostro viaggiatore era fortunato, molto fortunato! Era giovane, bello aitante e sognava! Sognava la gloria, onori e ricchezze. Ed era ben lontano dall'apprezzare la felicità autentica di quel momento: egli non vedeva felicità se non nell'avvenire, e nella realizzazione dei suoi sogni.



Nel 1845, una vettura accuratamente chiusa entrava a Bergamo. Conteneva un uomo dall'aspetto cupo e melanconico; il suo sguardo stravolto rivelava un dolore profondo, e non lasciava intravedere la benché minima luce intellettuale. Questo cadavere vivente che rientrava a Bergamo, era lo stesso giovane che trenta anni addietro ne era partito ricco di speranze in un bel futuro. Nel frattempo, tutti i suoi sogni si erano avverati: gloria, onori, ricchezze, tutto egli aveva ottenuto; il suo nome aveva riempito il mondo, i sovrani si erano contesi il privilegio di decorarlo con le loro onorificenze, di colmarlo dei loro favori. In premio alle sue melodie, tutte le nazioni gli erano state prodighe di danaro ed onori; e non era forse quella la fortuna che egli aveva sognato? Ed a qual prezzo l'aveva ottenuta? Essendo la sua vita troppo poca, egli aveva pagato tutto ciò con la sua anima.
L'intelligenza aveva capitolato, dinanzi a quel lavoro di tutti i giorni, di tutte le notti, di tutti i momenti; e Donizetti veniva a scontare, con un'agonia materiale, non più animato dal lume dell'intelletto, i piaceri che per trenta anni aveva dispensato al mondo intellettuale civilizzato.
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