venerdì 26 ottobre 2018

Serie Autori: TIBOR DERY ungherese


Nato a Budapest nel 1894, morto a Budapest nel 1977, Tibor Déry,, il maggior narratore ungherese contemporaneo, narrò in romanzi e racconti il destino della gente qualunque coinvolta nel turbine delle esperienze rivoluzionarie e controrivoluzionarie dei Paesi dell'Est, esperienze che segnarono e determinarono anche la sua vita.
aveva preso parte alla rivoluzione ungherese del marzo 1919. dopo il suo fallimento si esilio nell'Europa occidentale.
Tornò in Ungheria alla vigilia della Seconda guerra mondiale e fu imprigionato dal regime di Horthy.
Nel 1945 entrò nel movimento rivoluzionario pro-sovietico, ma deluso dal regime Rakosi dopo un decennio reagì alla tirannia staliniana facendosene oppositore. Arrestato e costretto al silenzio dopo la grande rivolta del 1856, fu liberato e riabilitato nel 1960 e gli fu assegnato il premio letterario Kossoth nel 1973.
Nelle opere più recenti aveva dato maggior spazio alle ironiche osservazioni sulle debolezze dell'uomo, sui mali della società e su quelli degli anni che avanzano.



.....
Il sole primaverile era chiaro, caldo, l'aria indugiava immobile, come un blocco di cristallo senza peso, lievemente oscillante in sé, sopra l'ampia corrente.
Dall'altra parte, sulla riva del Pest si allungava la lunga fila grigio polvere dei magazzini cittadini, tremante dentro lo splendore cristallino.
Più lontano, sulla destra, alcune ciminiere nere tagliavano l'orizzonte e disegnavano tratti sottili dentro il cielo azzurro.
Il Danubio scorreva in silenzio, non un'onda increspava la sua superficie. 
Se dalla zona della fabbrica non fosse arrivato un penetrante odore di ammoniaca che tagliava l'aria, se la sabbia non fosse stata piena di detriti, Bòdi si sarebbe senz'altro sdraiato sulla riva.
Il muro rosso di mattoni splendeva nel sole. 
Presso uno dei suoi rientri, questa volta lontano dal reparto IV Bòdi inciampò di nuovo in un pezzo di cinghia. Lo scavalcò e continuo a camminare. Dal fiume venne un soffio d'aria, che disperse l'odore di ammoniaca.
" 'giorno, Bòdi", lo salutò il caporeparto. "Sei di nuovo in gamba?".
"Si", disse Bòdi.
"L'influenza?".
"Si".
Il caporeparto si mise a sfogliare le sue carte. "Anch'io, di questi tempi ogni tanto me la becco. Bisognerebbe prendere il Germicid".
"Si, infatti l'ho preso".
Il caporeparto si alzò, si fece riscivolare sul naso gli occhiali con la montatura di metallo e si avvicinò alla porta. Passando davanti a Bòdi gli diede una manata amichevole sulle spalle.
"Non essere giù di morale, vecchio!", disse. "Anche 'sta volta ce la caveremo, no?".
.....
Da La resa dei conti (Dietro il muro)





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