venerdì 19 ottobre 2018

Serie Autori: LEV NICOLAEVIC TOLSTOJ russo



LEV NICOLAEVIC TOLSTOJ (1828-1910) è lo scrittore più celebre del mondo a cavallo dei due secoli, universalmente apprezzato per i romanzi limpidamente popolari (Guerra e pace, 1865-69; Anna Karenina, 1875-77; Resurrezione, 1899) 
Aristocratico e individualista, Tolstoj tentò negli ultimi anni di condurre vita di povero contadino; temperamento sensuale, diventò un intransigente puritano; animato da singolare vitalità, temeva la morte quasi a ogni passo.
Spinto da vivo bisogno di coerenza e di giustizia, finì col collocare, non senza aggressività, tutta la sua fede nel progressivo sviluppo morale del popolo verso l'amore, la concordia, la fraternità, il rifiuto della violenza, della proprietà, dei governi, delle chiese, e col propagare infaticabilmente le sue idee sull'educazione, la storia e l'arte, non solo nei famosi romanzi, ma anche in racconti, saggi e drammi didattici che ne fecero una vera potenza morale in Russia e fuori.
L'edizione completa delle opere di Tolstoj, inclusi lettere e diari, comprende novanta volumi.



.....
Egli, con sua grande meraviglia, fece esperienza come tra una persona e l'altra, all'infuori di quei rapporti che derivano dal vicendevole bisogno, esistono anche degli altri rapporti d'una natura specialissima: non si trattava più che a una certa persona fosse indispensabile pulire le scarpe, o recapitare una compera, o attaccare i cavalli; si trattava che una certa persona, così senza nessun motivo, diventava indispensabile a un'altra persona, diventava indispensabile farle dei piaceri, circondarla di gentilezze: e proprio lui, Aljòsa, era questa persona, rispetto a cui si palesava una simile necessità.
Ne fece esperienza per mezzo d'Ustìnja, la cuoca.



Ustìnja era orfana, giovane , lavoratora anche lei quanto Aljòsa. 
La ragazza aveva cominciato a sentir pena e tenerezza per Aljòsa: e Aljòsa, per la prima volta in vita sua, s'accorse che lui, proprio lui - non già i suoi servizi, ma lui in persona - era indispensabile a un'altra persona. Quando la madre fli dimostrava la sua tenerezza, lui non ci aveva mai fatto caso, gli era sembrato che fosse una cosa naturale, che fosse la stessa cosa come se lui avesse tenerezza per sé stesso. Ma qui, tutt'a un tratto, che cosa vide? Che Ustìnja, una persona completamente estranea, pure, ecco, gli dimostra della tenerezza, lascia in serbo per lui in una casseruola la polentina condita con l'olio, e, mentre lui mangia,  appoggiata col mento sul braccio rimboccato, lo sta a guardare. E anche lui le dà un'occhiata, e lei si mette a ridere, e anche lui si mette a ridere.
.....
Da "Racconti" (Aljòsa Gorsok)




Nessun commento:

Posta un commento