Siamo già a febbraio, mese di MASCHERE, CUORI, DOLCI FRITTI, PAGELLINI (di metà anno scolastico) e FREDDO INTENSO. Mese breve ma ricco; allora partiamo...
Cominciamo facendo conoscenza con una delle maschere più belle... BALANZONE.
Da MASCHERE di Bruno Lanata e Donato Sartori con belle tavole a colori di Giorgio Arvati 1984La sua forza drammatica risiede nei discorsi. egli non può fare a meno di intervenire in ogni discussione, esprimendo opinioni e dando consigli, anche se dell'argomento della diatriba non conosce assolutamente nulla. Il suo sapere libresco, sopratutto mitologico e legale, è privo di ogni logica; utilizzando i sillogismi, il Dottore viene spesso ad affrontare, con estrema pomposità, verità assolutamente lapalissiane o a commettere con sicurezza errori madornali.
Il Perrucci, poeta lirico e autore drammatico della seconda metà del Seicento, ricorda come il Dottore sia di una presunzione e di una invadenza verbosa grottesca: "sentenzia sempre a sproposito, crede di essere filosofo, scienziato, medico, astronomo ed avvocato e di tutto e in tutto parla a vanvera, confonde i personaggi storici, crea anacronismi e, fra paroloni, citazioni greche e latine, è oggetto dei lazzi e delle burle dei servi".
Nell'aspetto il Dottore è un uomo dalla figura imponente che rivela un certo amore per la buona tavola. Il viso rubizzo, era un tempo, incorniciato da una piccola maschera che copriva solo le sopracciglia e il naso, appoggiandosi poi su due grossi baffi.
Maschera della città di Bologna |
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