mercoledì 7 febbraio 2024

E così mascherati non possiamo non fare una capatina a VENEZIA

 Dal libro "LE MASCHERE VENEZIANE" di Danilo Reato 

vi trascrivo una paginetta che vi introduce nel complicato mosaico delle leggi che regolavano l'incredibile "mondo del mascherasi" nella repubblica veneta. Una vera scoperta!

Legislazione sulle maschere

L'usanza di mascherarsi a Venezia è molto antica e assai comune, vincolata da leggi che, nonostante l'apparente rigore della lettera, lasciavano molto spazio all'iniziativa. Il fatto poi che tale costume fosse tollerato per molti mesi all'anno, è la dimostrazione più evidente che la maschera era diventata ormai una sorta di abito d'uso corrente, rispondente pienamente alle esigenze di ogni veneziano, ma anche di qualche "foresto naturalizzato", votati entrambi all'edonismo più sfrenato. Ognuno era convinto che bisognava correr l'alea, se si voleva restare giovani e alla moda, e poiché non c'è azzardo che non incorra in qualche trasgressione della legge, si finiva per fare della trasgressione il mito da inseguire.


E' anche vero che gli stessi legislatori non erano immuni da questi vizi e quindi essi stessi giocatori della medesima partita e ciò tutto a scapito della legge che finiva per restare, in questo caso, lettera morta o tiepido monito, a cui ben pochi prestavano ascolto. D'altronde esisteva anche il detto "parte veneziana, dura una settimana" e questo per il troppo frequente succedersi di leggi sopra uno stesso argomento, causa o la sfrontata rilassatezza di chi doveva osservarle o la incomprensibile noncuranza di chi doveva farle eseguire.

.....

Le maschere erano permesse dal giorno di Santo stefano, 
data d'inizio del carnevale veneziano,
fino alla mezzanotte del martedì grasso.
Ma non solo...

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