martedì 24 dicembre 2019

VII°) PRANZO MANTOVANO





Da Adulterio mantovano

..... Per cominciare si era procurata alla bottega del Gallico, esimio cultore della sublime culinaria israelita, caviale e storione del Po; prosciutto e culatello del Felino dal Crivellari, e coppa e spalla di Viadana; col polpettone di tacchino della ditta sopra lodata. Intorno al semplice servizio degli antipasti stavano in bella vista olive, capperi, sottaceti e sottolio dovuti alle tempestive preparazioni di Deifobe nelle sue ore libere.
Degni di menzione anche i pani all'olio e quelli allo strutto espressamente comandati. Dopo gli stuzzichini si passava al pranzo. Agnoli in brodo "sciapà" di manzo, coda e cappone, che a piacere dei commensali potevano essere preceduti da un assaggio "in bevr in vin", versando in una scodella di minestra lo spumoso lambruscone di casa, da servirsi in piedi dandosi reciprocamente di spalle. Era una sapida e pudica cerimonia "che preparava lo stomaco" della quale nessuno, tranne la finissima padrona di casa, si sarebbe privato.



Così, ben disposti al cibo, si sarebbe potuto apprezzare il solenne branzino portato per la festa da Giuan, il pescatore più rispettato del lago e compagno di imprese pescherecce dei fratelli di Francesca. Rifugio di profumate erbette al finocchio e passato al forno, anche il pescione col dovuto accompagnamento di patate, pure al forno, per la conosciuta leggerezza delle sue carni doveva lasciare disponibili a gustare le faraone arrosto farcite di un impasto di prosciutto e castagne confortevole e solleticante. Le insalate varie avrebbero poi rinfrescato il palato per l'assaggio dei formaggi, con il grana, il verde e il panerone ai posti d'onore. Cosa sarebbe mai stato un pranzo di festa senza la corona del dolce, e fosse mai uno comperato, ma fatto in casa, da buona famiglia? Qui il debole per l'eleganza della padrona, doveva giocare un tiro mancino ai suoi invitati con la preferenza da lei imposta ad una certa crema al mandarino adorna di delicate violette sucrées, da lei tenuta in conto di raffinatezza, ma "una insipidezza da educande" per quei palati robusti. Ah, il bel budino al cioccolato a montagna grondante di zabaglione al marsala ardente come il peccato! Il conforto di frivolezze varie, come spumiglie e amaretti con seguito di frutta fresca e secca, vini dolci, strega nocino e maraschino, riuscì moderatamente gli appetenti commensali del maltolto. .....



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