venerdì 13 dicembre 2019

I°) UN BANCHETTO DEL '500



Da La bella tavola
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Banchetti è il primo termine che compare sul frontespizio del manuale di Cristoforo Messi Sbugo; cui corrispondono, nel volume, i menù pantagruelici di "dieci cene, tre desinari, un festino".
Possiamo farcene un'idea sintetizzando il primo, offerto il 20 maggio del 1529 dal cardinale Ippolito II d'Este "all'Illustrissimo Signor Don Ercole suo fratello", che sarebbe diventato, cinque anni dopo, duca di Ferrara.
La cena, ch'ebbe luogo nella "delizia" di Belfiore, iniziò in salotto con la recita di una farsa, mentre nel giardino attiguo veniva apparecchiata una tavola sontuosa. I convitati vi giunsero
preceduti da musici vestiti in livrea, e dintornati da giovanetti e fanciulle danzanti.
Ricevettero "l'acqua odorifera" per le mani e cominciarono.
Pastelle di trota, uova ripiene al sapor francese, fritture miste (di storione e di luccio) con arance, cannella e zucchero, storione lesso, orate fritte, minestra bianca d'amido, pizze a sfoglia, pesci piccoli del Po, fritti.



Suonavano tromboni e cornette.
Sfogliatelle di pinoli con formaggio grasso, lucci lessi e zuppa d'orata, rombi, lamprede fritte, tinche alla francese.
Suonavano un oboe, un trombone e un flauto.
Pastelle di bianco mangiare ai lucci fritti, fiordalisi alla francese, zuppa di zibibbo in malvasia, lucci allo spiedo, sarde di mare fritte, 400 "gambari rossi", strisce di storione fritte nel burro, all'inglese.
Accompagnavano un'arpa, un flauto, un clavicembalo.
Ma possiamo fermarci anche solo alla terza vivanda della "cena di pesce"; furono in realtà diciassette più i dolci. .....


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