Dal risvolto di copertina
E' certamente un romanzo che prende dal principio alla fine: l'aspettativa e la curiosità umana e il mistero non vengono mai meno, e questo vuol dire insomma che ci si diverte. Per l'intreccio pieno d'interrogativi e di colpi di scena, sopratutto, ma anche per i maggiori temi psicologici che vi sono coinvolti.
Da pagina 39-40
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Ecco, intanto, Gino Scarso: arriva di corsa, e non per chiederci che cosa vogliamo mangiare Né, tanto peggio, col menù, ma già portando tra le braccia seminude la prima pietanza un'enorme saltata di vongole. attraverso le volute del fumo fragrante e pungente della salsa di erbe che si innalzava dalla zuppiera ci sorrideva il roseo, biondo riccioluto giovane oste. Ah! la soave musicale sonorità delle conchiglie rimestate e tra loro cozzanti mentre Scarso le scodellava. E' già lì, subito, un ragazzo con le bottiglie. Stappa. Versa.
Contrariamente a tutte le regole che sul pesce e sui frutti di mare lo vogliono bianco, vino rosso. Raboso veronese. Scarso lo pigia nelle vigne che sono attigue all'osteria, in un terreno ghiaioso e sabbioso, là dove l'isola di Malamocco è più stretta, tra l'argine verso il mare e la sponda verso la laguna. Vino da aria aperta. Vino da estate. Vino rozzo, brusco, ma frizzante. Vino amaro, quasi salato ma che pizzica la lingua senza sospetto di alcuna dolcezza... Non avevo deciso quando né come manifestare a Mucci che mi sarebbe piaciuto acquistare il suo quadro.
Pensavo che, forse, sarebbe stato meglio attendere la fine della colazione, prenderlo da parte, e dirglielo allora: ma col vino e col cibo fu facilissimo molto presto, è venuto da sé.
Mucci lo avevo davanti. Parlavamo continuamente, ridendo, bevendo, e guardandoci, come se fossimo già amici. Parlavamo e ridevamo di che cosa? Oh, di sport, di mare, di politica, di letteratura, di ristoranti, di tutto meno che di pittura. Entrano altri clienti, signore e signori, il pergolato si riempie...
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Mario Soldati |
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