venerdì 31 maggio 2024

E da MANTOVA a LIBRI SOTTO I PORTICI il passo è breve!!!

 Vi siete chiesti il perché di tante curiosità su Mantova?
E' per invogliarvi  a passare un weekend in quel di Mantova, appunto, sono davvero tante le cose da vedere e scoprire!
Più precisamente questo fine settimana.
Il venerdì sera e tutto il sabato in città ma la domenica già al mattino dovete riprendere l'auto e venire a Castelgoffredo (una trentina di chilometri e siete qua) dove vi aspetta una giornata pienissima: valanghe di libri, buon cibo, musiche tra le più belle in uno scenario magico, e molto altro ancora.....






giovedì 30 maggio 2024

Curiosità MANTOVANE II

Da Mantova ai Gonzaga il passo è breve eccovi  allora un'altra curiosità.


Perseguendo l'ambizioso progetto di arricchire la capitale sabauda con una "Grande Galleria" di antichità, Carlo Emanuele I di Savoia, tra il 1626 e il 1630, disponeva l'acquisto di un lotto della collezione dei duchi Gonzaga di Mantova, di cui faceva parte anche la celebre Mensa Isiaca.
Realizzata attorno al I secolo d.C. probabilmente a Roma, doveva arricchire l'altare di un tempio dedicato alla dea Iside, forse dello stesso Iseo Campense.
La Mensa Isica comparve a Roma nel 1527, dopo il sacco della città a opera dei Lanzichenecchi, e fu acquistata dal cardinale Pietro Bembo per poi essere ceduta nel 1592 ai duchi di Mantova. 
La sua scoperta aveva stimolato, già dalla metà del Cinquecento, numerosi studi tesi principalmente all'interpretazione dei segni geroglifici, che più tardi si comprese essere puramente ornamentali e privi di significato.
.....
Da Guida MUSEO EGIZIO "Le origini del museo"

Bronzo con inclusioni in rame, argento e niello,
lunga 125 cm, I sec. d.C. Roma, probabilmente
dell'Iseo Campese, già collezione Gonzaga.

mercoledì 29 maggio 2024

Curiosità MANTOVANE I


MANTO, figlia di Tiresia, e anche essa celebre indovina. Dopo lunghe peripezie, giunse in Italia e ivi sposò il dio Tiberino da cui ebbe il figlio Ocno; costui fondò una città che, dal nome di sua madre, chiamò Mantova.
Da MONDO MITOLOGICO Dizionario di mitologia greco romana  1971

- La provincia Mantovana è una terra conquistata sulle paludi; i suoi canali di scolo sommano 754 mila ettari; le stesse acque che accerchiano la città, sono una palude trasformata per arte in lago navigabile.
Da STORIA D'ITALIA Primo volume  1966




giovedì 23 maggio 2024

Vi propongo una pagina di: LA PROFEZIA DI CELESTINO

Camminando camminando in questo MAGGIO dal tempo inconsueto siamo finiti tra i monti dove abbiamo incontrato un giovane in fuga......


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Reagii d'istinto e mi misi a correre, riparandomi tra gli alberi. Il crinale si faceva sempre più frastagliato e roccioso, e cominciava a salire in modo considerevole.
Mentre continuavo ostinatamente ad avanzare, inerpicandomi tra le rocce, il mio corpo era scosso da brividi di stanchezza e terrore. A un certo punto scivolai e mi azzardai a guardare dietro di me. Il soldato si stava avvicinando al cadavere, e io scivolai dietro a una roccia proprio mentre lui sollevava lo sguardo nella mia direzione. Rimasi a terra e strisciai dietro un gruppo di massi. 

Da lì la scarpata si appianava e io avrei potuto allontanarmi senza che il soldato mi vedesse. Scattai ancora in piedi e presi a correre il più velocemente possibile tra alberi e rocce. Avevo la mente annebbiata, e riuscivo a pensare solo alla fuga. Non avevo il coraggio di voltarmi, ma ero certo di sentire i passi del mio inseguitore.


Il crinale riprendeva a salire, e io avanzavo sempre più a fatica perché le forze cominciavano a mancarmi. In cima alla salita il terreno era ricoperto di alberi giganteschi e cespugli lussureggianti. Sullo sfondo si stagliava una parete rocciosa. Dovevo scalarla: non avevo scelta. Cominciai l'ascesa, cercando gli appigli con grande attenzione. Quando finalmente mi ritrovai in cima mi sentii morire alla vista che mi si parò davanti: la strada era bloccata da un burrone profondo un centinaio di metri.


Ero finito, condannato. Alcuni sassi scivolarono lungo la sporgenza alle mie spalle, facendomi capire che il soldato si stava avvicinando. Caddi sulle ginocchia. Non potevo proseguire.


Ero esausto, stremato, e con un ultimo sospiro rinunciai a lottare, preparandomi ad accettare il mio destino. Sapevo che presto sarebbero arrivate le pallottole anche per me. Ma dopo tanto terrore l'idea della morte era quasi liberatoria. Aspettai, e il mio pensiero volò alle domeniche della mia infanzia e all'innocente contemplazione di Dio. Come sarebbe stata la morte? Volevo essere pronto.
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Da La profezia di Celestino di James Redfield 1994


venerdì 17 maggio 2024

E cammina cammina siamo finiti a MANTOVA

 La nostra "camminata" per la Lombardia ci ha portati a Mantova con un edizione De Agostini del 1981 di un libretto - documento d'arte dal titolo IL PALAZZO TE DI MANTOVA.


        .... E' un ennesima memoria del Vasari a confermarlo per prima "...e quivi arrivati, disse il Marchese che avrebbe voluto, senza guastare la muraglia vecchia, accomodare un poco il luogo da potervi andare, e ridurvisi talvolta a desinare o a cena per ispasso". Conservando buona parte della configurazione spaziale quadrilatera dell'edificio preesistente (i lati nord, ovest e sud: <la muraglia vecchia>) Giulio ne modifica l'aspetto architettonico a partire da lato settentrionale, dove sono gli ambienti compresi tra il Salotto di Psiche e la Camera di Ovidio, fra l'ottobre 1524 e il febbraio 1526.


In questa prima fase di lavori, il Te prende la consistenza di una "villa a dimensioni ridotte": quel "poco di luogo" che era l'iniziale desiderio del Gonzaga. Dal febbraio 1526 al corrispondente mese dell'anno successivo avviene la definitiva trasformazione dell'edificio in un grande palazzo, "palazzo nuovo". 


Il Marchese ne è preso totalmente, entusiasmato. Per arredarlo cerca di ottenere statue, suppellettili, cose antiche, provenienti dal sacco di Roma. Sul far dell'estate 1527 vengono intraprese le prime decorazioni degli ambienti interni; mentre, essendosi rotti gli argini del Po, Mantova è invasa da una grande inondazione e, appena dopo, aggredita dal flagello della peste.




 



martedì 14 maggio 2024

MAGGIO mese di MATRIMONI...

E nel mese di MAGGIO si cominciano a vedere le celebrazioni di COMUNIONI, CRESIME, e MATRIMONI. 

Dal libro IL PALIO DEI BUFFI  NOVELLE  di Aldo Palazzeschi terza edizione VALLECCHI 1943 ho tratto questa pagina ma se ne avete occasione leggetela tutta questa novella è molto molto bella e... simpatica. E probabilmente lo sono anche le altre.



GEDEONE E LA SUA STELLA

Quando stella disse a Gedeone il suo famoso "si", era una ragazza stagionata, più che trentenne. Non aveva avuto fretta di maritarsi; il carattere altezzoso e rigido, come il portamento e la figura, le aveva tenuto i giovanotti a rispettosa distanza, permettendole troppo di calcolare; nè d'altra parte aveva favorito quei naturali scoppi delle simpatie che il popolo chiama caldane, cotte, scuffie, cantonate... E per quanto fosse una bella ragazza, nella prima gioventù era passata per la più bella del paese, i giovanotti la giudicavano superbiosa e frigida, troppo alta e fiera. alla sua bellezza era mancata la scintilla, tutti avevano detto "bella" senza accendersi, o senza riuscire ad accenderla. Era rimasta lì.


Le donne, sentendone vantare la bellezza, dicevano che era un bel carabiniere, un granatiere, ma in questo caso non bisogna dar retta alle donne, per quanto sovente ne assumesse l'atteggiamento e l'espressione; sennò dicevano che era un buco arrovesciato, un libro chiuso, una donna di marmo.
E Gedeone, come Stella, non era più un adolescente, oltre trent'anni anch'esso, e per quanto si potesse dire un bel giovinotto, non aveva preso moglie; e dovendone accollare al carattere la ragione bisognerebbe aggiungere: per l'opposta ragione. Tanto Stella era scontrosa e dura, tanto Gedeone era sorridente e tenero, espansivo, sensibile, poetico; e con tutto ciò le ragazze non si erano strappate i capelli per averlo. Lo giudicavano melenso, patetico, troppo fantastico, antipatico, un fico tiepido.




martedì 7 maggio 2024

Camminata attraverso la campagna lombarda

 L'arrivo di 5 nuovi scatoloni di libri "usati" mi ha distolto da quei vecchi libri di narrativa che vi ho presentato in alcuni post precedenti. Questi sono per lo più libri e libroni su: Mantova e provincia, Lombardia e ARTE. Un buon acquisto" intellettuale" se siete appassionati di questi generi.
Comincio col presentarvene uno (naturalmente tra i miei preferiti): 



Terre di Lombardia di Pepi Merisio Carlo Castellaneta
distribuito dal CREDITO COMMERCIALE nel 1990
Io, come al solito, non so riportarvi le immagini presenti sul libro ma vi ricordo che le foto di PEPI MERISIO sono "piccoli sogni".
Di CARLO CASTELLANETA è invece la parte scritta, compreso il pezzetto che trascrivo oggi.


Mi succede quasi sempre, attraversando la campagna lombarda in treno o in automobile, e notando l'avanzata inarrestabile delle costruzioni, di domandarmi se esista ancora una campagna, nel senso che si attribuisce a questa parola, e quanto durerà quella che ci è rimasta.

Pepi Merisio FOTOGRAFO
Nato a Caravaggio nel 1931 morto nel 2021

Non occorre, infatti, un particolare spirito di osservazione per rilevare quanto sia divenuto massiccio il proliferare del cemento armato (capannoni industriali, stazioni di rifornimento, giganteschi supermarket, impianti petroliferi, cementifici, depositi e magazzini d'ogni specie e grandezza) anche là dove il terreno era da sempre spazio coltivato o boscaglia naturale.
Nei casi più accettabili, cioè dove il verde ha lasciato il posto a case e casette per semplici esigenze abitative, si resta sconcertati dalla leggerezza con cui si fa scempio ogni giorno del nostro paesaggio. Per innalzare un edificio basta un anno ma per far crescere un albero ci vogliono decenni. Eppure questa verità elementare sembra non trovare accoglienza nella mentalità dei costruttori come nei programmi degli imprenditori.
Dove c'erano una macchia folta di selvaggina fumano adesso dei comignoli. Dove sorgeva un pioppeto si aprono ora campi di tennis. e l'amena collinetta che si stagliava a un certo punto della strada è stata spianata dalle ruspe per costruire un condominio di villini a schiera.

Carlo Castellaneta Scrittore giornalista
 Nato a MILANO nel 1930 morto nel 2013

A volte capita di non riuscire nemmeno più a riconoscere la strada che stiamo percorrendo, se vi passiamo a qualche anno di distanza: di non trovare più certi punti di riferimento (una forra, un cascinale, una carraia che si innoltrava nei campi) perché il paesaggio stesso è stato alterato, modificato dall'uomo in modo per lo più avvilente e comunque sempre in peggio.
Per no parlare dei tabelloni pubblicitari che , lungo la strada, addirittura nascondono con le loro volgari superfici la vista dei prati e degli alberi, il profilo di un monte o il panorama di un paesello.

E mi fermo qui.....



sabato 4 maggio 2024

Librisottoiportici

Io domani sarò al mio solito posto (fronte chiesa) voi fate un giro tra le bancarelle e le migliaia di libri e venite a salutarmi.!

mercoledì 1 maggio 2024

BUON PRIMO MAGGIO

 Maggio mese di Maria. Maggio mese delle rose a lei dedicate. Per la verità è già da un po' che le rose son fiorite, il meteo di questi ultimi tempi fa fare un po' di confusione tra le stagioni ai vegetali e agli animali. 
Oggi vi trascrivo qualche curiosità sulle rose dal bellissimo libro: Il linguaggio dei fiori di LAURA PERONI con tavole (stupende) di MARILENA PISTOIA edito dalla MONDADORI nel 2006.


ROSA

Per greci e romani - e in seguito, nel Medioevo anche per germani, francesi e inglesi - simbolo di omertà e promessa di segretezza era il motto sub rosa.
I generali greci, nel 479 avanti Cristo, per pianificare in gran segreto il vittorioso contrattacco a Serse, re persiano, si erano raccolti in un boschetto di rose. Nulla essendo trapelato della loro presenza, da allora quei fiori erano diventati emblema del riserbo.

TIPO DI PIANTA: rosacee.
Arbusti, decidui, più o meno spinosi,
con portamento ramificato, cespuglioso,
sarmentoso o prostrato. 

Nel 420 avanti Cristo, Mida, re di Frigia, nell'Asia Minore, esiliato in Macedonia, aveva ottenuto di andarsene con la sua collezione di rose. Il botanico che ne dà notizia riferisce che la più sensazionale era una varietà a lui sconosciuta, con sessanta petali e profumatissima.

ALTEZZA: da 20 a 30 cm fino a 5-6 metri,
secondo le varietà.
TERRENO: da giardino, non argilloso o sabbioso,
 ben drenato, e ben concimato con letame maturo.

Del periodo classico vanno ricordati due poeti, senz'altro i primi a parlare di rose: Teocrito di Siracusa, fondatore della scuola greca di poesia pastorale, nel 300 a.C. che ha poi decantato la bellezza dei giardini di rose, e Saffo, che dall'isola di Lesbo, precedendolo, nell'ottavo secolo avanti Cristo, era stata la prima poetessa a celebrare la rosa in versi.

UMIDITA': innaffiare regolarmente durante la fioritura.
ESPOSIZIONE: soleggiata e riparata dai venti.
CLIMA: temperato, anche freddo.

L'abitudine che ancora abbiamo di piantare rose vicine alle tombe ha origini antichissime, ed è sempre stata ritenuta un omaggio prezioso ai defunti.
Ad alcuni monaci, dopo la caduta dell'impero romano, si deve se molte varietà di rose sono sopravvissute; a lungo gli unici a coltivarle erano stati loro, fino a quando Carlo Magno (alla fine dell'ottavo secolo), con una disposizione che regolava i territori della corona, aveva ordinato la coltivazione di un buon numero di piante, tra cui gigli e rose. Probabilmente erano tra le rose di quei tempi: la canina, la gallica e la alba molto considerate per le proprietà medicamentose.

EPOCA DI FIORITURA: maggio- giugno
 e fino a settembre per le varietà rifiorenti.
I fiori, molto appariscenti e profumati,
di diverse dimensioni, semplici o doppi, 
hanno colore bianco, rosa, giallo, arancio, rosso,
porpora in tutte le loro sfumature,
e possono essere singoli o a mazzetti.

E' un poema allegorico il Romanzo della rosa nella prima versione uscita nel 1236. Narra del sogno di un giovane innamorato che spera di conquistare l'oggetto del suo amore, quando questo gli appare sotto forma di rosa. Nel lungo elenco di vicende che la coinvolgono e di cui è protagonista, non è possibile rintracciare un solo episodio in cui la rosa venga denigrata.