venerdì 17 maggio 2024

E cammina cammina siamo finiti a MANTOVA

 La nostra "camminata" per la Lombardia ci ha portati a Mantova con un edizione De Agostini del 1981 di un libretto - documento d'arte dal titolo IL PALAZZO TE DI MANTOVA.


        .... E' un ennesima memoria del Vasari a confermarlo per prima "...e quivi arrivati, disse il Marchese che avrebbe voluto, senza guastare la muraglia vecchia, accomodare un poco il luogo da potervi andare, e ridurvisi talvolta a desinare o a cena per ispasso". Conservando buona parte della configurazione spaziale quadrilatera dell'edificio preesistente (i lati nord, ovest e sud: <la muraglia vecchia>) Giulio ne modifica l'aspetto architettonico a partire da lato settentrionale, dove sono gli ambienti compresi tra il Salotto di Psiche e la Camera di Ovidio, fra l'ottobre 1524 e il febbraio 1526.


In questa prima fase di lavori, il Te prende la consistenza di una "villa a dimensioni ridotte": quel "poco di luogo" che era l'iniziale desiderio del Gonzaga. Dal febbraio 1526 al corrispondente mese dell'anno successivo avviene la definitiva trasformazione dell'edificio in un grande palazzo, "palazzo nuovo". 


Il Marchese ne è preso totalmente, entusiasmato. Per arredarlo cerca di ottenere statue, suppellettili, cose antiche, provenienti dal sacco di Roma. Sul far dell'estate 1527 vengono intraprese le prime decorazioni degli ambienti interni; mentre, essendosi rotti gli argini del Po, Mantova è invasa da una grande inondazione e, appena dopo, aggredita dal flagello della peste.




 



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