giovedì 11 aprile 2024

Restiamo in Francia per visitare un monumento

Un monumento (come tanti altri) che parla di guerre passate e che avrebbe dovuto insegnarci a evitarne di nuove, ma così non è.

Da Casa sul fiume di FOSTER edito Bompiani 1950



 (Ma la prima guerra mondiale non sconvolse veramente la nostra atmosfera sonnolenta: in un certo senso non toccò neanche la nostra città - dove su due o tre muri di mattoni ancora si potevan vedere, riempiti e rappezzati, i buchi fatti dalle palle dei nostri cannoni, - con la violenza con cui toccò le città grandi e più moderne. I villaggi della Francia settentrionale erano assai lontani dalle nostre strade ombrose in cui la cavalleria aveva combattuto a corpo a corpo con la sciabola sguainata per una Causa ch'era la nostra. 



Alcuni ragazzi del paese partirono, e tre di essi non ritornarono. Dopo la guerra, su un masso di pietra nativa, trascinato giù dalle colline sin sulla piazza, la città scrisse i loro tre nomi, profondamente incidendoli nella pietra, insieme con questa dichiarazione di compromesso a cui si giunse soltanto dopo molte violente discussioni e risoluzioni nelle riunioni del comitato:
Questi nostri figli son morti, o Straniero, perché i tuoi non debbano più morire in guerra.
Non ti chiedono di ricordare: ma noi ricorderemo finché altri ragazzi giocheranno su quest'erba.



C'era in queste parole tutto lo spirito della nostra città. E al disopra della pietra fu collocato un alto tubo di ghisa dipinto in bianco - era una piccola città molto povera - che portava in cima quella che un pomeriggio di domenica fu consacrata come Face Perpetua. Era quasi sempre accesa. di quando in quando la lampada elettrica bruciava e nessuno era incaricato di rinnovarla. Ma il cannone della guerra civile dinanzi al palazzo del tribunale era sempre forbito e lucido.)


...Finché ho potuto vivere, ho creduto e giurato nella vita come se fosse il mio Dio; e in realtà così era...
Dalle Lettere di Henry Adams

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