martedì 9 aprile 2024

La nostra passeggiata nel mese di APRILE ci porta in Normandia...

Passa il tempo velocemente, e io sono la solita pigra. Ma eccomi con la pagina di un libro che vi ho già presentato diverso tempo fa, forse quando vi ho elencato i miei "10 libri preferiti". Mi piace sempre rileggerlo ed è proprio adatto a questo mese:

Ballata d'aprile di Olga Visentini   ANTONIO VALLARDI EDITORE  1952



Al girar di quell'indice proteso, essi videro molto di più di quel che non era apparso, al primo giungere, al loro distratto sguardo di fuggiaschi: un giardino perfettamente ravviato, dove i rosai ancor nudi, ma rossi di gemme, si drizzavano tra le aiole orlate qua di erba setata, là di primule tutte sbocciate; più oltre vi erano giacinti in due rettangoli eguali, l'uno rosa, l'altro d'un celeste viola, e la rotonda dei tulipani rossi e gialli, ancora chiusi tra le brattee lucide, in contrasto col verde smorto ed opaco delle foglie spadiformi dei giaggioli messi intorno ad appezzamenti, irti di cespugli d'altri fiori, fino alla siepe di cinta, coperta di caprifoglio sempreverde e dal glicine appena gemmato.



Di fronte stava il palazzotto, in pietra grigia, in parte cinto d'edera, in parte inverdito dai licheni e dalle borraccine, così da dare l'impressione, nella sua tozza struttura sotto il tetto spiovente, d'un blocco di smeraldo, dove si aprivano i rettangoli cupi delle finestre e quello della porta d'entrata, cui si accedeva per tre gradini alti, un poco slabbrati, egualmente verdastri.



Ai lati dell'edificio, e diffusa per una considerevole estensione, biancheggiava l'aerea fioritura di molti meli, di quelli alti e snelli che formano l'orgoglio della Normandia, dalle chiome ampie, ricche di fronde, intrecciate le une alle altre, in un trionfo lieve e innocente, cedevole ai soffi dello zefiro; e l'erba sotto era tutta sparsa di petali.




E il gaio usignolo
che affolla e affretta e fa precipitare,
con veloce, fitto gorgheggio, le sue deliziose note,
come se fosse timoroso che una notte d'aprile
sia per lui troppo breve per esprimere
il suo canto d'amore e liberare l'anima colma
di tutta la sua musica.
Coleridge




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