Questa pagina l'avevo preparata da pubblicare l'estate scorsa ma i miei soliti "attacchi di pigrizia acuta" me l'hanno fatta scordare. L'ho ritrovata e ve la pubblico ora. Come avrete avuto modo di capire questo scrittore e questo libro non mi dispiacciono dato che già altre volte ve li ho presentati:
La bellezza non svanira di A.J. Cronin
"Vorrei dipingere un affresco sopra l'altare, sulla parete di fondo dell'abside."
"Un soggetto religioso?"
"Naturalmente. Pensavo alla Trasfigurazione. Farebbe sembrare più luminosa l'intera cappella."
"Siete proprio certo di poter dipingere qualcosa che noi approveremmo?"
"Ci proverei. Non ho colori, né pennelli, grandi abbastanza, e dovreste procurarmeli. Sareste, insomma, costretti a fidarvi di me. Ma se sarà così, vi prometto che farò del mio meglio."
La mattina dopo, due dei padri partirono per Garonde e tornarono, la sera, con vari pacchi avvolti in carta marrone. Nel frattempo, i novizi avevano eretto una leggera impalcatura di legno dietro l'altare. Nelle prime ore del giorno successivo, con l'eccitazione che provava sempre all'inizio di un lavoro, Stephen incominciò a dipingere.
Ma il suo stato d'animo era molto inconsueto. Fisicamente fiacco, non era ancora uscito del tutto dalla spossatezza della convalescenza, sembrava immerso in una languida mollezza. Era in preda a instabili ondate di affettività e gli occhi gli si riempivano facilmente di lacrime.
L'atmosfera della cappella, i cori dei monaci, la sensazione di essere staccato dal mondo, inducevano in lui sentimenti del tutto estranei alla sua indole. Benché non disponesse di modelli, l'affresco incominciò a delinearsi con una facilità sorprendente per chi era assuefatto a una tensione quasi intollerabile nelle prime ore dello sforzo creativo. Già aveva abbozzato la figura centrale del Signore, in candidi paludamenti, radioso in una nube di luce, e cominciava a delineare le figure di Mosè e di Elia.