..... coloro che da sempre si consideravano i veri e soli padroni della strada, i carrettieri.
Personaggi indipendenti e coloriti, costoro erano convinti della loro superiorità, per di più messi all'onor del mondo dal successo dell'opera di Mascagni che proprio da loro aveva tirato fuori il protagonista.
Spadroneggiavano sulle vie del mondo, cantando e sbraitando protervi e sottanieri, si imponevano alla ammirazione dei paesani e ne insidiavano le femmine.
Portavano anche in giro le notizie da fuorivia, occupando piazze e osterie con le loro bestie e le canzonacce blasfeme.
Notte e giorno, anche per lunghe file, si vedevano passare carri, carrette e barre, fino al tiro di otto cavalli, attacchi e bestie bardati con rustica fantasia, in cui si sfogavano le ambizioni della consorteria. Placche e sonagli,pennacchi e code contro le mosche e i tafani trasformavano traini e animali in apparizioni da Luna Park.
Le loro donne, abituate ad assenze anche di settimane, buttavano giù la minestra riconoscendo a grande distanza i toni delle sonagliere di famiglia.
Singolari personaggi di incalcolabile resistenza, camminavano intere giornate a fianco dei loro attacchi, cantando e agitando la frusta che portava alla estremità della corda la "battuta" per assicurare lo schiocco.
Esibizionisti come la gente del circo equestre, erano maestri nella perizia di sistemare il carico, uve, legnami, granaglie e un po' di tutto. Quando si trattava di roba leggera, come il fieno, riuscivano non si sa come ad allungare il carico fino a coprire anche le bestie che ne rimanevano sepolte come sotto delle colline semoventi.
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Da Un adulterio mantovano di Giovanni Nuvoletti 1981
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