giovedì 17 ottobre 2019

Vi propongo una pagina di: I FRUTTI DELLA TERRA


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Le giornate furono occupate dal lavoro nei campi, sempre dal lavoro dei campi. Isak disossava nuovi appezzamenti di terreno, toglieva pietre ed erbacce; lavorava, concimava, erpicava, maneggiava la zappa e la vanga, rompeva le zolle fra le dita e sotto i talloni. Rendeva soffice il suolo vergine, lo pareggiava come un tappeto di velluto.



Attese che cominciassero le piogge, e seminò il grano.
Da generazioni e generazioni, a memoria d'uomo, i suoi, di padre in figlio, avevano seminato grano.



Era una sera tranquilla e tepida, un po' intrisa di pioggia; le oche selvatiche erano appena migrate.
La coltivazione della patata è una coltivazione moderna, che non ha nulla di mistico, nulla di religioso; si può lasciare la cura di piantarle alle donne e ai bambini; sono straniere, le patate, come il caffè.



Certo, esse danno un efficacissimo alimento; ma hanno alcunché del cavolo rapa. Invece il grano, è nientemeno che il pane; aver del grano o non averne, significa la vita o la morte.
Isak andava a capo scoperto e seminava nel nome di Gesù. Era rude come una quercia provvista di braccia; ma, nel cuore, era come un fanciullo. Ogni suo gesto era accuratamente eseguito secondo uno spirito di buona volontà e di rassegnazione nello stesso tempo.



Vedete, quei piccoli semi germoglieranno e cresceranno e daranno spighe e si moltiplicheranno; così fanno tutte le terre dove il seminatore sparge il suo grano! In Palestina come in America, come nella Scandinavia, ogni seminatore somiglia a questo Isak, che semina, punto minuscolo in mezzo al vasto mondo!
La sua mano lanciava manciate di grano; il cielo era brumoso e dolce, una fine pioggia bagnava la terra.
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Da "I FRUTTI DELLA TERRA" di Knut Hamsun 1917



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