domenica 17 maggio 2020

Scriviamo noi un finale alla favola?

Il libro di oggi è un libro di favole, non classiche, difficile da trovare; 
La fiaba di Lena e Luna  di GERMANA COLOMBO della Società Apostolato Stampa
del quale vi trascriverò l'inizio di una storia che in questo "periodo di scuole chiuse" potrete far concludere ai vostri bambini.
Comunque vi scriverò nel prossimo POST la parte finale (solo le ultime righe) della fiaba, d'altronde scontata, trattandosi appunto di una favola.




Il paesino sulla montagna

C'era una volta un paese piccino piccino, sulla cima di una montagna nuda. Grigie, le casette d'un sol piano parevano tenersi faticosamente in equilibrio sulla roccia, come incerte se gettarsi giù, lungo il pendio che portava lontano lontano, alla pianura simile, dall'alto, ad una macchia palpitante.
E davvero le piccole case avrebbero voluto fuggire la zona brulla che le sovrastava; tristi d'esser così buie, d'un colore uniforme da cui neppure i raggi del più fulgido sole, quando faticosamente riuscivano a forare la cortina di nuvole avvolgente il paesino, potevano ricavarne una vibrazione vivace. Anzi, pareva che il sole accentuasse, nel contrasto, la bruttezza delle minuscole costruzioni.



Sempre affaccendati gli abitanti di quel paesino erano incapaci di osservare il cielo, i fiori, la bellezza del creato così che la poesia delle albe, dei tramonti, delle erbe profumate non toccava il loro cuore, freddo come il sasso sul quale sorgevano le loro abitazioni.
Ma le piccole case un cuore l'avevano che batteva batteva chiamando la poesia.
Oh, quale angoscia non poter raccogliere, nei balconcini protesi sull'abisso, fiori e fiori che avrebbero richiamato voli di farfalle, baci di vento, sorrisi di canzoni!



E perché i loro muri non venivano tinteggiati di rosa, di celeste o d'arancione per poter sorridere o riempire di luce lo specchio dei fili d'acqua che scorrevano intorno!
E poi, s'è mai visto una casa dove non si alzino canzoni; meste, dolci, allegre che la fanno splendere? Perché le mamme non cantavano, fra quelle mura così ansiose di musica?
Le canzoni delle mamme avrebbero certo richiamati gli uccelli festosi e nidi e nidi si sarebbero sospesi alle gronde.
Invece, soltanto l'urlo del vento investiva le piccole case che piangevano e piangevano sbatacchiando le imposte delle finestre e i battenti delle porte e il loro singhiozzo era cigolio di cardini arrugginiti.
.....

Come riusciranno queste casette a farsi ascoltare-capire dai suoi abitanti? 
Riuscirà questo paesino triste a trasformarsi (e a trasformare i suoi abitanti) in un borgo felice?

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