Quel giorno segnò una svolta negli affari delle sorelle Lopez.
Cominciarono a vendere tanti dei loro "cibi spagnoli" da aver sempre la cucina piena di provviste, e sgargianti abiti nuovi sui loro ampi corpi rotondi.
Rimasero, beninteso, tenacemente religiose.
Subito dopo aver peccato andavano ad inginocchiarsi dinanzi alla statuetta di porcellana della Vergine, e imploravano perdono. Non lasciavano che i peccati si accomulassero. Li scontavano uno alla volta.
Appiè della statuetta l'impiantito era lucido per via delle loro continue genuflessioni.
La vita si fece così molto piacevole per le sorelle Lopez.
Né vi erano mai ombre di rivalità tra loro, poiché esse avevano lo stesso aspetto e lo stesso peso. Maria era un po' più grassa, ma Rosa era un po' più alta.
Ora la casa era sempre piena di risate e strilli di entusiasmo. Esse cantavano sulle piatte pietre mentre battevano le tortillas con le forti, grasse mani.
Se un cliente diceva qualcosa di buffo, se Tom Breman diceva: "Rosa, tu finirai che schianti, con questa bella vita che fai" entrambe starnazzavano di allegria per tutta una mezz'ora appresso. E poi, per tutto un giorno, mentre battevano le tortillas sulle piatte pietre, ci ripensavano e tornavano a ridere.
Don Tom era un uomo in gamba, dicevano. Un uomo gioviale e ricco. Una volta aveva mangiato cinque piatti di chile con carne.
Ma anche, come lo sono spesso i ricchi, era un hombre fuerte, oh sì, molto forte! esse assentivano consapevolmente col capo a codesta osservazione, come due intenditori al ricordo di un buon vino.
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Da "I pascoli del cielo" di John Steinbeck
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