Il salotto di Psiche
L'antiquario mantovano Jacopo strada in una sua descrizione del Palazzo Te (1577) così descrive questo ambiente: "un camaron quadro dove è la fabula di Psiche. Tutto il volto si è di figure colorite in scurcio a olio. Li cartoni li fece Julio Romano di sua propria mano. D'ogni intorno contiene le medeme fabule; in queste facciate vi è colorito di man di Giulio; di man del Fattore, che ha nome Johan Francesco, allievo di Rafael d'Urbino... e d'altri valentuomini a concorrenza l'un dell'altro".
A Giulio Romano si deve dunque la concezione generale della decorazione e l'esecuzione di alcune sue parti, sebbene egli si valga largamente della collaborazione di Giovan Francesco Penni detto il Fattore, suo condiscepolo alla scuola di Raffaello in Roma, oltre che di Benedetto Pagani, di Rinaldo Mantovano, di Luca da Faenza, del Primaticcio. ...
... Da più parti si è posto l'accento, sul carattere "romano" e "raffaellesco" dello stile di queste pitture sebbene qui domini, ricercato e voluto, quel piglio grandiosamente scenografico tipico di Giulio Romano e del tutto estraneo alle misurate armonie compositive e cromatiche di Raffaello; sensibile inoltre all'apporto della scuola emiliana, del Correggio e del Parmigianino, i cui arditi scorci e suggestivi contrasti di chiaroscuro ritroviamo nel soffitto.
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Da Documenti d'Arte Palazzo Te di Mantova
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