14 giugno 1811 - 1 luglio 1896
Scrittrice e attivista statunitense
La sua opera più famosa: "La capanna dello zio Tom"
era una donnina fragile e minuta, dal viso incorniciato di riccioli castani; un viso non bello, ma pieno di carattere, in cui il lineamento saliente era la bocca, grande e ferma, dal disegno volitivo.
La sua vita non aveva avuto sinora tappe importanti all'infuori del matrimonio, della nascita dei figli, della morte di persone care: le solite pietre miliari del cammino di una donna.
Da una lettera di Harriet a un amica.
"Mi sposai che avevo venticinque anni, con un uomo ricco di greco, di latino, di lingue orientali, e, ahimè, di nient'altro.
Quando misi su casa, tutta la mia riserva di vasellame per cucina e salotto fu comperata con undici dollari. Tirai avanti così per due anni, finché si sposò mio fratello e venne a visitarci con la moglie. Allora mi accorsi, in capo a una rapida ispezione, che non avevo né tazze né piatti a sufficienza per mettere a tavola i miei parenti; ragion per cui pensai di rinforzare le mie riserve di porcellana con un servizio da tè che venne a costarmi dieci dollari; e con ciò il mio corredo casalingo fu sistemato per diversi anni.
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Di settimana in settimana un pubblico sempre più vasto e appassionato seguiva le vicende dello ZIO TOM, stranamente, le vendite della "National Era" non registrarono nessun aumento sensibile: infatti i lettori, quasi tutti appartenenti a comunità povere, si passavano le copie di mano in mano, fino all'ultimo limite di resistenza della carta.
Ci vollero ben quaranta puntate per giungere alla fine del racconto.
Frattanto si era pensato alla pubblicazione dell'opera in due volumi.
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La prima edizione apparve nelle vetrine dei librai il 20 marzo 1852, e fu inghiottita dal mercato in un paio di giorni; la seconda appena uscita, fu letteralmente spazzata via, e già si accumulavano le prenotazioni per la terza, che sparì anch'essa in un baleno.
Nel giro di tre settimane, ventimila copie erano state vendute.
La cosa più curiosa a proposito di questo successo librario, "il più grande di tutti i tempi dopo la Bibbia", sta nel fatto che nacque e si sviluppò all'insegna del più genuino dilettantismo. Nessuna delle persone che vi collaborarono era professionalmente qualificata per farlo, a cominciare dall'autrice stessa.
Harriet no era una letterata, e nemmeno posava ad esserlo: era una massaia, con pochi soldi e una grossa famiglia, che scriveva racconti (come dice candidamente una sua lettera) per pagarsi la donna di servizio.
Il direttore Bailey non era un giornalista ma un ex-medico della marina, che aveva abbandonato la carriera per dedicarsi alla causa dell'abolizione della schiavitù.
L'editore Jewett non aveva mai pubblicato romanzi, non si intendeva di letteratura e s'aspettava di tutto fuorché un successo di quella fatta.
Ma il colmo del dilettantismo sta nel fatto che Harriet non aveva mai visto il "Profondo Sud" dov'era ambientato il suo racconto.
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