Anna-Louise Germaine Necker baronessa di Stael-Holstein
22 aprile 1766 - 14 luglio 1817
Scrittrice francese di origini svizzere
La sua opera più famosa: "De l'Allemagne"
L'aspetto della Stael, trascurando le descrizioni meno obbiettive, fu delineato icasticamente da Puskin, che la conobbe a Mosca: "una grossa donna sui cinquanta, vestita in modo non adatto alla sua eta, piena però di talento e di cuore; discorsi troppo lunghi e maniche troppo corte".
A parte i discorsi, il cuore e il talento, quel ritratto si riconosce nel dipinto famoso di Gérard, che si trova a Versailles e che la raffigura com'era: una giovane tedesca dei campi o una svizzera di montagna, pienotta e niente affatto raffinata nei vestiti e nella posa; il quadro accentuava, con la solennità neoclassica del manto e la bizzarria orientale del turbante biancorossoverde, un che di volgare, già tradito dal vasto piazzale del torace nudo, e dalle sode e turgide braccia.
Coppet, la residenza dei Necker in Svizzera, non è un castello, e nemmeno una villa; è un grosso edificio in fondo a un vialetto alberato nella periferia di un villaggio. Ai lati dell'edificio due torri di poca importanza; intorno un parco con la cascata e con l'"orrido", e son queste le cose che han consentito la definizione corrente di "castello", attribuita alla dimora settecentesca.
Più sontuosa è la maestà del lago su cui s'affaccia la casa; in questo punto, il Lemano ha le sponde basse e il suo azzurro è intenso. Nei giorni di sole, dal lago e dai ghiacciai del Monte Bianco sprizzano scintille e una trina di spilli candidi e diacci avvolge Coppet.
Chi cerchi il fantasma della dama irrequieta, qualcosa di lei troverà visitando quella casa.
E' a pochi chilometri da Ginevra e naturalmente è diventata un museo.
Attraverso lo scalone ampio si accede arredate quasi tutte in stile Impero, nelle quali l'impronta di lei può essere riconosciuta; si avverte il gusto di una padrona di casa di larghi mezzi, che poteva scegliere mobili e stoffe, senza interferenze.
Alle pareti i ritratti di lei e dei familiari; nelle bacheche incastrate nei muri gli originali di alcune sue opere, e particolarmente dell'Allemagne e le prime edizioni di altri suoi libri. E poi le molte varie curiosità, domestiche o no, autentiche o no, che fanno testimonianza della vita di una personalità famosa.
Certe stanze, se non figurano più come tali, s'indovina che furono camere da letto, e doveva essercene bisogno, in una casa come questa, che ospitò i proscritti di mezza europa.
In più riprese, gli scampati della ghigliottina della Rivoluzione francese e alle collere di Napoleone, i patrioti perseguitati d'Italia, gli esuli dalla Russia e dalla Germania convennero a Coppet, dove madame de Stael aveva pane e lodi per tutti.
A Coppet rinascevano gli umiliati e i vinti; qualcuno disse che era quella la casa di Odino dove i guerrieri uccisi si rialzavano e riprendevano a lottare.
Il ROMANTICISMO non lo inventò lei, come qualcuno sostenne. Soltanto, con il più importante dei suoi libri De l'Allemagne, lo trasferì dal Nord, dove era già vivo, all'Europa latina, indicandone in una dotta analisi critica i caratteri estetici e morali e preannunciandone gli sviluppi, che in Inghilterra e in Germania si andavano profilando. Anche in questo buona europea, madame de Stael favoriva, la circolazione delle idee.
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Nata a Parigi da genitori svizzeri, sposata a uno svedese, non era francese né svizzera né svedese, anche perché suo padre era figlio di un tedesco, il quale a sua volta discendeva da emigrati irlandesi.
Probabilmente in Germania rintracciava le sue radici; di tedesco non aveva soltanto la figura, ma anche certi caratteri mentali; comunque, la parte di Europa che le risultò più congegnale, di quelle che visitò, fu proprio la Germania, come risultò dall'Allemagne, il migliore dei suoi libri.
Pochi ebbero tanti motivi come lei per potersi dire "europei" e per pensare "all'europea", in questo rifletteva la città di origine, Ginevra, che ai suoi tempi, come poi, era uno zibaldone etnico.
Di tale ibridismo la Stael anche per i viaggi e gli studi e le amicizie, fu lo specchio fedele. Se no anticipò l'idea degli Stati Uniti d'Europa, del resto già avanzata da Rousseau, fu perché si preoccupava di dar valore ai caratteri nazionali dei singoli paesi.