domenica 15 gennaio 2017

Riprendiamo la lettura...

Rieccoci!!! 
Siamo tornate con tante novità, o meglio; con tanti nuovi libri.
Il libro che vi presentiamo oggi è stato stampato per la prima volta nel 1933 noi ve lo presentiamo in un edizione del 1954:


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Il signor Achille, vecchio di settantadue anni e ricchissimo, si dedicava all'industria come i vecchi inglesi si dedicano al golf: con devozione. alla domanda di suo nipote: "perché passare una vita breve a fabbricare tessuti?" avrebbe certo risposto: "Perché vivere, se non se ne fabbricano?". Ogni discorso che non trattasse della tecnica del mestiere, era per lui un trascurabile rumore.
discendente di fittavoli che si erano fatti tessitori sotto il Primo Impero, il signor Achille conservava, della sua origine contadina, un bisogno violento di lavoro e un' incredibile diffidenza. Le sue massime stupivano per il loro selvaggio disprezzo degli uomini. Diceva: "Ogni affare che venga proposto è un cattivo affare". Diceva anche: "Tutto quello che non si fa da sé, non è mai fatto". "Tutte le informazioni sono false".
La brutalità delle sue risposte spaventava i mediatori di lane; le loro mani tremavano nell'aprire in sua presenza i pacchi azzurri dei campioni. Non credeva che l'amabilità e la solvibilità fossero virtù compatibili fra loro.
Se un cliente lo adulava, gli toglieva il credito.
Con gli stranieri, ch'egli chiamava "esotici" senza distinguere fra un europeo e un canaco, non voleva assolutamente aver rapporti.
Come tutti i grandi mistici, il signor Achille conduceva una vita austera. Il lusso era, ai suoi occhi, il primo segno di indigenza. nelle donne non vedeva che le stoffe di cui erano vestite.
Lontano dal ticchettio dei suoi telai deperiva. invecchiava soltanto alla domenica, e una vacanza prolungata l'avrebbe ucciso.
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Dal secondo capitolo di:
BERNARDO QUESNAY  Il lavoro, l'amore, l'avvenire
Scritto da:
André Maurois

Una bella lettura insolita e particolare, come la maggior parte delle nostre proposte, d'altronde.
Alla prossima!!!



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