giovedì 30 maggio 2019

Serie Autori: LUIGI CAPUANA italiano


Luigi Capuana (1839-1915) fu il maggior teorico del verismo italiano, legato da una lunga amicizia a Verga e a De Roberto.
Tema caro ai veristi  sono le trasformazioni economiche che sconvolgono la società facendo alternare uomini e classi. Capuana, però, accompagna con pietoso sorriso i suoi "vinti".
Capuana visse tra Mineo (Catania), dov'era nato, Firenze, Roma e Catania.



scrisse un centinaio di libri (romanzi, novelle, saggi critici) ma pochissimi continuano ad essere letti: Il marchese di Roccaverdina (1901), una cupa storia d'amore e di gelosia, e Scurpiddu, un bel libro per ragazzi.



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Vero, verissimo! I Majori erano sempre stati delle brave persone, mastri notai di padre in figlio fino al diciannove, quando era uscito dall'inferno quel castigo di Dio chiamato codice napoleonico, per la disperazione del notaio Majori, padre di don Mario, che non poté capire mai nulla e dovette smettere dal suo ufficio.
- Come? Non più formule latine?... e gli atti intestati a nome del Re?... Ma che c'entra Sua Maestà il Re nelle contrattazioni private?-



E volle lavarsene le mani, per sgravio di coscienza. Così lo stoppino del gran calamaio di rame s'era inaridito nel suo studio, e le penne d'oca s'erano sgangherate; ne ci fu più nella sua casa quel via vai di prima, quando tutti accorrevano da lui, ch'era l'onestà in persona e non metteva mai sulla carta una parola di più né una parola di meno di quello che volevano le parti interessate. E così, don Mario, che fin allora aveva fatto da scrivano nello studio paterno e sapeva a memoria tutte le formule latine senza pur intenderne una sillaba, s'era trovato disoccupato col fratello don Ignazio, che valeva poco più di lui; e dopo che il notaio morì di crepacuore per quel codice scomunicato, privo di formule latine, e che voleva intestati gli atti in nome del Re!... I due fratelli vivacchiarono di quel poco da essi ereditato, ma alteri della loro onesta povertà.
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Dalla raccolta Fumando (Quacquarà)



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