mercoledì 9 aprile 2014

LIBROTERAPIA - BIBLIOTERAPIA seconda parte



L'ultima ricerca pubblicata recentemente sulla rivista Science ha aggiunto un altro tassello allo studio dei benefici della lettura: è stata condotta da uno psicologo italiano,  Emanuele Castano, alla New School for Social Research di New York, in collaborazione con un dottorando esperto di letteratura russa.
Il risultato? Chi legge romanzi comprende meglio il prossimo.
" L'ipotesi da cui siamo partiti ", spiega Castano, "è che il romanzo letterario possa costituire una specie di allenamento alla comprensione delle emozioni e dei pensieri degli altri".
In termini tecnici, la capacità di decifrare quel che passa per la testa delle altre persone, essenziale in qualunque tipo di relazione sociale, si chiama "teoria della mente": si acquisisce non prima dei cinque-sei anni di età, ma, secondo alcuni esperti, anche i bambini molto piccoli o perfino alcuni animali ne sarebbero dotati in forma rudimentale.
Di sicuro, comunque, quando questa capacità non si sviluppa in maniera corretta, nascono dei problemi nell'interazione con gli altri, come nell'autismo, oppure in alcune psicopatologie.


Castano e David Kidd, coautore dello studio, hanno ideato cinque esperimenti: a gruppi di persone è stata assegnata a caso la lettura di alcune pagine di romanzi o di saggistica, oppure nessuna lettura.
I partecipanti allo studio sono stati poi sottoposti ad alcuni test per misurare la loro capacità di comprendere le emozioni o i pensieri.
Il risultato è stato che, in tutti e cinque gli esperimenti, i volontari che avevano letto pagine di romanzi letterari hanno ottenuto punteggi migliori nei test di teoria della mente ( per esempio, riconoscere solo dagli occhi l'emozione espressa da un volto fotografato ), rispetto a chi aveva letto pagine di saggistica, di romanzi popolari oppure niente.
Secondo Castano, è la prova che la letteratura possiede qualche qualità intrinseca che stimola e affina la capacità di comprendere la mente altrui.
" Nei romanzi che consideriamo letterari, i personaggi non vengono serviti già pronti su un piatto d'argento, ma vengono presentati in modo incoerente e incompleto, le loro azioni sono spesso contraddittorie", conclude Castano.
" Lo sforzo che il lettore deve compiere per capirli funzionerebbe come un allenamento per comprendere e scoprire la mente degli altri".

Seconda parte di un articolo di F.C. dal titolo Leggere ci aiuta a guarire.

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