Ho dentro più ricordi che se avessi mill'anni.
Un'alta cassettiera che trabocchi
di verbali e romanze, bigliettini, bilanci, poesie,
1821-1867 |
non nasconde i segreti che nasconde
il mio triste cervello. E' una cripta, una piramide
immensa, con più morti della fossa comune...
-Eccomi: un cimitero che la luna diserta,
dove lunghi vermi che sembrano rimorsi
danno l'assalto ai morti che ho più cari;
un salotto decrepito, gremito
d'oggetti fuori moda fra le rose appassite,
fra i pastelli legnosi e i pallidi Boucher
che profumano, soli, come boccette aperte.
Niente uguaglia in lunghezza quei giorni zoppicanti
che sotto i fiocchi grevi delle annate di neve
la noia, triste frutto dell'incuriosità,
prende misura d'immortalità.
-E tu ormai non sei altro, materia della vita!
che un granaio assediato da un labile terrore,
immerso nella bruma d'un Sahara profondo:
vecchia sfinge che il mondo trascura, che le carte
ignorano e soltanto
ai raggi del tramonto ferocemente canta!
di Charles Baudelaire
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