sabato 25 gennaio 2014

Un Favolista

Giudizi critici

Tre grandi autori, un italiano e due inglesi, hanno reso immortale il ricordo delle fate e narrato il periodo più luminoso della loro brillante storia: sono Ariosto, Spenser e Shakespeare, ed è quest'ultimo che le ha meglio comprese. Quanto alla Francia sarebbe rimasta senza traccia della loro esistenza se non ci fossero state le fiabe di Perrault.
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Questi piccoli racconti hanno tutte le qualità che i più rigorosi conoscitori esigono dalle opere d'arte; non ne manca loro una sola.
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Si è spesso notato che il fantastico in Perrault fa molto diciassettesimo secolo, essendo alquanto illuminato dalla ragione. Le sue fiabe spirano una tale aria incantata che leggendole si ha l'impressione che le fate siano dappertutto.
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da FIABE  di Charles Perrault


Charles Perrault 1628-1703
C'era una volta un gentilumo che aveva sposato in seconde nozze la donna più superba e intrattabile del mondo. Essa aveva due figlie del suo tipo che le somigliavano in tutto e per tutto. Il marito invece aveva una sola figlia, ma di una dolcezza e di una bontà senza pari, ereditate da sua madre che era la persona migliore del mondo.
Quasi quasi non si era ancora finito di festeggiare il matrimonio che già la matrigna dava libero sfogo al suo brutto caratteraccio......

Comincia così una delle più belle e note fiabe di C. Perrault:
CENERENTOLA  o  La scarpetta di vetro.




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