Qualche tempo fa ci è capitato tra le mani un libro dal titolo (molto brutto)
"Diario segreto di una donna traviata".
In verità il titolo originale è "Moll Flanders" (autobiografia fittizia di una ladra e prostituta) di Daniel de Foe.
Vi dice niente il nome dell'autore? Forse "Robinson Ccrusoè" vi è più famigliare? Ebbene si tratta dello stesso autore!
Intendevamo leggerne solo alcune pagine per stabilire se tenerlo o buttarlo, dato che si presentava senza copertina e malandato, ed invece si è trattato di una lettura curiosa.
Indipendentemente dallo stile dell'autore che può piacere o meno, il libro è uno spaccato della vita di una donna nella Londra del 1700.
"A questo punto feci qualche riflessione: ma erano pensieri svaniti, senza vigore.
Possedevo un' immenso capitale di vanità, ed uno striminzito di virtù. Cercavo, è vero, di capire quale fosse lo scopo del mio giovane padrone, ma non riuscivo a pensare ad altro che alle sue parole ed al suo oro.
Nè pensavo che fosse molto importante la sua intenzione in merito al matrimonio: perciò era ben lontano da me l'idea di porre delle condizioni. Mi abbandonai così alla perdizione: perfetto esempio per tutte quelle ragazze in cui la vanità prevale sulla virtù.
In realtà eravamo stupidi tutti e due.
In quanto a me, se mi fossi comportata come dovevo e gli avessi resistito, egli, o avrebbe smesso gli assalti, o mi avrebbe fatto una regolare proposta di matrimonio.
In quanto a lui, poi, se mi avesse conosciuta ed avesse letto nei miei pensieri, non si sarebbe tanto industriato per ottenere quella coserellina che voleva: con un regalo di quattro o cinque ghinee avrebbe dormito con me quanto avesse voluto.
E ancora se io avessi conosciuto i suoi pensieri ed avessi saputo che mi supponeva così difficile da conquistare, avrei potuto porre delle condizioni.
Ma non avevo in mente nessuna di queste cose: mi lasciavo soltanto inebriare dall'orgoglio della mia bellezza e da quello di sapermi amata da un tale gentiluomo.
E poi c'era l'oro: passavo intere ore a contemplarlo, a contare e ricontare le ghinee.
Così la mia rovina era arrivata: in realtà più desiderata che sfuggita."
Daniel De Foe Londra 13-09-1660 Londra 24-04-1731 |
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